Palazzetti pieni, firma copie con code chilometriche e il successo che sembra diventare la realtà di tutti i giorni. Poi, il nulla o quasi. Potrebbe essere (e di fatto lo è) la storia di tantissimi artisti che usciti dai talent, come X Factor o Amici, sembrano aver ottenuto tutto quello che probabilmente hanno sempre sognato. Riki ha vinto la categoria canto di Amici di Maria De Filippi nel 2017 ed è stato l’artista che ha venduto più dischi in quell’anno. Ma il successo, quello fatto di grandi numeri e pubblico che ti segue ovunque vai a qualunque cosa fai, è durato tre anni. Poi, nel 2020, tutto sembrerebbe essere finito. Il cantante, in un’intervista a Barbara Visentin de Il Corriere della Sera, si è raccontato a cuore aperto, partendo dall’inizio per arrivare al suo prossimo progetto, “Casabase”, in uscita la prossima primavera. “Ho vissuto tre anni molto importanti dove però non ero padrone del mio destino, infatti tante volte sfogavo la mia solitudine e la mia rabbia, la gabbia dorata in cui mi sentivo, nel mio essere impulsivo. Così ho fatto un po’ di cavolate. Dovevo per forza seguire le logiche del mercato e un certo punto mi sono incagliato”.
Riki, nel corso dell’intervista a Il Corriere della Sera, ha raccontato di non voler “imputare la colpa” alle persone che aveva intorno in quel periodo. “Veniva tutto anche da me: era un sistema drogato e volevamo sempre di più”. E qui è emerso il tema della salute mentale di cui molti artisti, soprattutto chi esce dai talent, parla sempre di più. “So come ci si sente e io non l’ho mai voluto dire perché avevo paura. Ero orgoglioso e competitivo. Non avevo il coraggio di dire ‘sono in crisi, non sto bene, mi fermo’, ma poi ti rendi conto che non puoi farcela da solo e tante persone al tuo fianco non ti supportano come potrebbero”. Riki si è poi soffermato sull’importanza di un team che creda nel tuo progetto, come quello con cui lavora adesso. Il cantante, ai tempi del post Amici, è stato seguito da Francesco Facchinetti e dal tuo team: “Era un team che non avevo scelto io. Dopo un talent, i primi che ti contattano e ti danno sicurezza, lì prendi. Con Francesco quando le cose andavano bene era tutto meraviglioso, ma a volte sentivo di voler fare determinate cose che lui non mi passava o magari aveva semplicemente altre idee”. Il cantante, a distanza di quattro anni, ha parlato anche dell’esperienza a Sanremo 2020, dove è arrivato ultimo (“in quel periodo volevo proprio auto-sabotarmi”). Nonostante tutto, però, sul palco dell’Ariston ci tornerebbe ancora: “Me la giocherei in un altro modo, più maturo e consapevole, ma anche più bello, gentile e luminoso. Ma se non fosse, non importa”. Nel corso dell’intervista l’artista ha poi raccontato del suo percorso di terapia e del nuovo progetto, “Casabase” e del primo singolo “Carillon”, un brano che “parla di solitudine”, che Riki ha scritto per sua nonna, mancata a febbraio. E se il nuovo percorso intrapreso non lo portasse a essere primo in classica? “Ora come ore le classifiche non sono importanti” ha raccontato nell’intervista. “Ma non nascondo che l’obiettivo è tornare a fare cose in alto. Vorrei parlare sempre a più persone fregandomene delle logiche”.