“Chi fuori da qui ha successo, è grato a questo talent. Chi, invece, non ne ha oppure lo perde, dice che qui siamo tutti brutti e cattivi perché non lo abbiamo capito”. Maria De Filippi ha scagliato cotanta frecciata contro ignoti, ovverosia senza fare nomi, durante una puntata del pomeridiano di ‘Amici’ e sui social in moltissimi hanno cercato di indovinare a chi si riferisse. Principale ‘sospettato’, Valerio Scanu. Abbiamo quindi sentito il vincitore di Sanremo 2010 per chiedergliene conto. Qui di seguito, la nostra chiacchierata senza sconti: l’ex allievo rivela di essere tuttora riconoscente alla conduttrice, per quanto i due non si sentano da anni: una storia di incazzature, querele (archiviate) e di dichiarazioni che, col senno di poi, forse sarebbe stato meglio non fare. Il consiglio a chi lo ritiene “ingrato”, comunque, è di cambiare spacciatore.
Scanu, sei un ingrato? Sui social si dice che Maria De Filippi ce l’avesse con te quando ha parlato di ex allievi irriconoscenti alla scuola di Amici…
Mi sono accorto di questa cosa perché sono stato taggato diverse volte su X e Instagram. Ho cercato di lasciar correre, ma a un certo punto ad alcuni, più aggressivi, ho risposto di cambiare spacciatore. Personalmente, non mi sento toccato perché sono sempre stato grato al programma.
E a Maria?
Sì, anche. Assolutamente. Mi ha dato la possibilità di emergere, di farmi conoscere al grande pubblico. Poi io a ogni concerto e ricorrenza non mi sono mai sottratto dal dire che vengo da Amici. Ogni 5 di ottobre (anniversario dell’ingresso nella scuola televisiva di Canale 5, ndr) ricordo sempre, anche pubblicamente, da dove vengo.
Come mai sei saltato fuori tra i principali sospettati, allora?
Capisco da dove possa essere nata questa ipotesi, figurati. In passato ho criticato pubblicamente Maria De Filippi con dichiarazioni che, col senno di poi, forse sarebbe stato meglio tenere per me. Me ne prendo la responsabilità, ma sarebbe stato meglio avere intorno, al tempo, persone in grado di fermarmi, di dirmi che non fosse il caso. Comunque, ero incazzato nero quando sono esploso in quel modo, non lo nego.
Hai dichiarato che una volta uscito da ‘Amici’ se “non entri nelle grazie giuste, sei finito”. E che “la carrozza si trasforma ben presto in zucca”, “Non sarò schiavo a vita per riconoscenza”... Ti riferisci a queste uscite?
Sì. Ma quando ho discusso con Maria, purtroppo in pubblica piazza social, non ero in un momento di insuccesso. Anzi, avevo appena fatto bella figura a Sanremo con Finalmente Piove, Disco di Platino, classificandomi secondo nella serata delle Cover. Lì Maria mi ha chiamato ospite in trasmissione, ma io le ho detto di no e sono andato, invece, da Milly Carlucci a fare performance di imitazioni che andarono molto bene. Fui richiamato per diverse puntate, infatti.
Perché hai detto no a quell’invito di Maria?
Perché l’anno prima mi aveva chiamato al Serale di Amici, nel 2015. Sono stato felicemente ospite di una puntata, poi mi è stato detto che non potevo più tornare perché avevano già chiuso il cast.
Ti è stato detto dalla produzione?
No, da Maria in persona che ha scaricato la responsabilità di questa scelta sulla produzione. Ci rimasi molto male. Perché è come essere invitati a cena e poi, all’ultimo, venire rimbalzati perché la donna delle pulizie ha già passato lo straccio e allora in casa non può entrare più nessuno. Che senso ha?
E quindi poi ti sei sfogato…
Sì, furono parole scritte da un ragazzo di 25 anni. Oggi, a 34, le eviterei.
È vero che ti sei preso una querela da parte di Maria per quello sfogo?
Sì.
E com’è andata a finire?
Da una parte bene perché la cosa finì archiviata e non mi fu riconosciuto il reato di diffamazione. Dall’altra male perché da quel momento dubito che Maria nutra grande simpatia per me (ride, ndr)
Hai provato a riallacciare?
Sì. Quando è venuto a mancare Maurizio Costanzo, le ho scritto a una vecchia mail che avevo. Non so se abbia mai ricevuto il mio messaggio, però. Il fatto è che queste cose per me vanno oltre, tra me e Maria c’è stata comunque un’amicizia e un affetto sincero. Mi è davvero spiaciuto non poterle stare vicino in un momento doloroso come quello che stava attraversando.
In quello sfogo, comuque, te la prendevi col successo diciamo effimero che i talent tendono a dare. A rileggerti ora, sembri quasi profetico rispetto a quanto accaduto, di recente, a ragazzi come Sangiovanni e tanti altri…
Beh, di certo potevo e dovevo usare altri toni, ma non è che mi fossi inventato niente. Ho solo detto quello che tanti per non dire tutti pensano. Una volta finito il talent, se tutto è troppo costruito, scompari. Spesso può capitare di scoprirsi moda del momento, passeggera. Ma queste cose vengono decise a monte: prima si pensa a un disegno, a un progetto, e poi si trova qualcuno che possa esserne il volto. Purtroppo, non si parte quasi mai dal talento o dalla personalità dell’allievo per costruire un personaggio, un possibile nome della musica futura.
Pensi che, per esempio, Annalisa oggi stia interpretando un personaggio o che sia, musicalmente, se stessa?
Lei rimane una di quelle che ancora sa cantare, la sua voce esce anche in brani più leggeri. Ha fatto un percorso bello lungo per arrivare dove è. E ha avuto di certo persone che hanno investito molto su di lei. Prima di Mon Amour e Bellissima andava praticamente ogni anno al Festival senza troppi clamori da parte del pubblico. A volte penso che Sanremo le abbia dato la residenza (ride, ndr).
Tu faresti una svolta à-la Bellissima?
No, non potrei mai. Non perché sia musica brutta, intendiamoci. Solo che non sarei a mio agio. Io sono Valerio Scanu e faccio Valerio Scanu. Ho iniziato a cantare a 8 anni, a 10 già mi esibivo nei pianobar. In molti mi considerano spocchioso quando dico queste cose, ma è semplicemente la mia storia, il mio vissuto. Ancora oggi campo di musica come ho sempre fatto e come farò finché avrò vita. Poi non importa se canto davanti a mille persone o nelle chiese…
Nelle chiese?!
Sì, da due anni ho la passione per il ballo latino americano che oggi pratico a livello agonistico. Una volta mi sono ritrovato a lezione in un oratorio e, appena uscito, ho sentito che nella stanza a fianco c’era un coro gospel. Sono entrato e mi sono messo a cantare con loro, sono stati tutti felicissimi. Vedere la loro gioia per me è valso più di un concerto sold out, sono sincero.
Sincero, sincero?
Sincero, sincero. Anche perché “Sinceramente”, come ti ho detto, non potrei mai mettermi a cantare “Quando Quando Quando”. Per quanto ritenga che potrei stare molto bene in giarrettiera sul palco… (ride, ndr)
A proposito di palchi: l’Ariston quest’anno? Ci hai provato?
No, non è aria per me e va bene così. Sto lavorando a dei brani che mi piacciono molto, ma non li proporrei oggi a Carlo Conti. Non sono discograficamente pronto. Anche venissi preso, andrei lì a schiantarmi.
Una fortuna che ritieni di aver avuto?
La saggezza di non mettermi a fare marchette lavorative. Mi hanno chiesto di fare certe sponsarizzate social davvero imbarazzanti, ma io non sono uno che scrocca cene per fare due storie, per carità! Faccio un altro lavoro, per fortuna…
La richiesta più assurda?
Cantare ai matrimoni in cambio di un gettone di presenza. Ma pensano che stia morendo di fame? Ovviamente, ho rifiutato. Ma mi sono trattenuto perché avrei voluto aggiungere: “Ma chi te se incula??”.
Hai meritato di vincere Sanremo nel 2010?
Sì. “In tutti i luoghi e in tutti i laghi” è un’espressione che ancora oggi si usa, anche nel parlato. Quella è stata comunque la canzone rimasta più famosa dell’edizione. Perché non dovrebbe essersi meritata la vittoria?
Perché in gara c’erano, per esempio, Noemi e Malika Ayane. Al tempo scoppiò una grande polemica per la tua vittoria, “merito” del televoto…
Sì, certo sono stato avvantaggiato dal televoto e non lo nego. Ma forse si tende a dimenticare che quell’anno arrivò secondo Pupo con Italia Amore Mio insieme a Emanuele Filiberto. Anche lui era stato “spinto” dal favore del televoto, nel suo caso, da quello di Ballando con le Stelle. Però il problema era Scanu, ovviamente (ride, ndr). Comunque, mi sai dire con quale canzone Noemi fosse in gara?
…Sono solo parole?
No, vedi che non te la ricordi? Era Per tutta la vita’
Beh, dici poco?
Assolutamente no, grandissimo pezzo. Ma quello che è rimasto davvero nella memoria di tutti resta il mio, Per tutte le volte che...