Dopo le pesanti accuse, tra cui la violenza sessuale, Sean Diddy Combs si trova ancora in carcere al Metropolitan Detention Center di Brooklyn. Le rivelazioni sui retroscena degli “White Party” agli Hamptons si fanno sempre più sconcertanti. L’ultima a parlare è stata la modella Precious Muir, che ha raccontato di come l’organizzazione delle feste prevedesse dei suv neri che portassero le modelle sul posto. A ogni modo, due mesi fa era stata messa in vendita la villa di Puff Diddy di Beverly Hills: nessuno, però, sembra interessato a comprarla. Secondo alcune indiscrezioni una coppia avrebbe visitato l’immobile, rinunciando poi alla trattativa perché la donna si sentiva a disagio. Insomma, gli effetti dello scandalo si vedono su tutto ciò che riguarda la vita del producer. A questo, c’è da aggiungere il prezzo elevatissimo richiesto: si parla di 61,5 milioni di dollari. E sembra che la villa non li valga neanche. Tra il “deterrente” rappresentato delle accuse e il costo proibitivo, l’immobile per ora è rimasto invenduto. La madre di Diddy, Janice Combs, si era esposta a favore del figlio, denunciando anche il presunto razzismo della corte che lo sta giudicando. Eppure, anche lei adesso si trova nei guai.
Deon “D1” Best, amico ed ex collaboratore di Diddy, ha detto al Daily Mail che il producer e sua madre avevano trovato il modo di nascondere i profitti legati ai diritti d’autore degli artisti: “Tutti i miei diritti di pubblicazione sono andati a Janice Combs”, ha dichiarato Best in esclusiva al quotidiano. Dallo staff di Combs, per ora, non è arrivata risposta. D1 non è l’unico ad aver mosso delle accuse simili: anche il rapper Mark Curry ha detto che, grazie all’utilizzo del nome di Janice, Diddy riusciva a eludere certi meccanismi. Nel 2020 il rapper Mason “Ma$e” Beta si era rivolto duramente a Puff in un video andato virale: “Tutto è a nome di tua madre. È lei che ha i conti...”. Best ha aggiunto che in quel momento Combs gli aveva chiesto protezione. Sembra infatti che il producer avesse ricevuto minacce da Suge Knight, proprietario della Death Row Records e legato ad alcuni gangster del Compton. “Essendo questa la mia città natale, sapevo come muovermi all'interno della comunità e per le strade”, ha detto Best, a sua volta vicino al sottosuolo criminale losangelino.