Sta lavorando a una nuova canzone prodotta per lei da Wlady, fratello di Dj Jad degli (un tempo) Articolo 31. Intanto la vediamo nel ruolo di giudice nel muro di All Together Now su Canale 5, studia per il diploma da onicotecnica mentre dribbla approcci “estroversi” sui social e partecipa a feste di compleanno in veste di regalo cantando Batte Forte delle Lollipop travestita da guardia di Squid Game. È già distopia. Non ha ancora trovato il tempo (né la voglia) di guardare un film porno in tutta la vita, nonostante nel suo profilo Instagram le foto in cui indossa la maglia di Pornhub abbiano scatenato un tripudio di like. L’ex Lollipop Marcella Ovani ha ancora tanto da dire e da raccontare. L’abbiamo contattata telefonicamente per ripercorrere la sua carriera dai tempi della girl band nata da Popstar, il primo talent italiano (sì, le Spice Girls nostrane si odiavano davvero tra loro) a oggi, sognando Sanremo (“ma con quattro ballerini maschi, possibilmente eterosessuali”) oppure il Grande Fratello. C’è anche una brutta storia di stalking via social, durata ben due anni. Tutti gli ingredienti per una lunga chiacchierata. Ed eccoci.
Com’è nata l’esperienza di All Together Now?
Mi hanno chiesto di partecipare ai provini per mettere in mostra le mie qualità. L’ho fatto e sono stata fortunata perché il muro di All Together Now cambia di anno in anno con nuovi giudici tra influencer, cantanti, ballerini e artisti vari. Io sono rimasta al mio posto in prima fila per tutte e quattro le edizioni, quindi sono felice di essere resident di questo show.
Pensi che il tuo seguito su Instagram (oltre 45K) possa aver influito a renderti "resident"?
Ma no, non mi sento ancora una grande influencer. Semplicemente, collaboro con alcuni brand ma per me è più un divertimento che un lavoro. C’è da dire che non è stato facile: quando ho esordito nel mondo dello spettacolo, i social non esistevano. Per me è stato quindi più difficile stare al passo. Alla fine, ho capito che tutto dipende dalla qualità delle immagini che posti.
E le immagini che posti sono spesso molto sexy. Ti capita di ricevere apprezzamenti che vanno “oltre”?
Ma sì, mi arrivano un sacco di foto di piselli o richieste sessuali anche diciamo… estroverse: “Vorrei farti questo e quest’altro, bla bla”. Poi c’è chi si è fissato coi miei piedi, vai a capire perché. Comunque queste cose non mi spaventano. Blocco la persona e amen. Sono altre le situazioni che mi hanno fatto paura…
Quali?
Ho avuto uno stalker per due anni: un vero incubo! Purtroppo non ho denunciato e so di aver sbagliato a non farlo ma del resto i Carabinieri di Pesaro, quando mi sono rivolta a loro, mi dicevano: “Non possiamo farci nulla”. Inoltre, vivevo con la paura di raccontarlo, anche solo ai miei genitori. Ho ricevuto minacce via Instagram da diversi profili amministrati sempre dalla stessa persona: mi aveva proposto di partecipare a una serata come ospite e quando ho rifiutato, ha cominciato a mandarmi insulti e intimidazioni. Non so come, lo stalker è riuscito a recuperare anche il mio numero di telefono e da lì mi chiamava mille volte al giorno: “So dove lavori, ti veniamo a prendere”.
Com’è finita?
L’ho fatto chiamare da un amico che lavora all’Arma dei Carabinieri e ha un fratello nell’Esercito. Deve essersi intimidito perché da quel giorno è scomparso. Non è così che dovrebbe andare a finire una situazione del genere, però. Bisogna denunciare ed è necessario “poter” denunciare.
Concordo. Tornando al lato più leggero dei social, pensi che una tua foto in pigiama prenderebbe gli stessi like?
Beh, dipende dal pigiama!
Con la maglia di Pornhub non è andata male…
Ma sì, quella foto ha preso 5mila like! Ancora mi chiedo come mai, considerato che si trattava di uno scatto molto semplice e avevo addosso la maglia di un amico…
Quindi non c’era una collaborazione con Pornhub?
Ma va! Non ho mai nemmeno visto un film porno in vita mia!
Davvero?
Sì. Non amo nemmeno l’idea di guardare quel tipo di contenuti… Diciamo che preferisco fare il mio quando ne ho voglia, ecco.
Legittimo. Parliamo di quando sei stata “Marcellina delle Lollipop”?
Oddio, “Marcellina”! Ai tempi quel soprannome mi andava bene, anche perché ero la più giovane del gruppo avendo appena 18 anni. Ma oggi non lo amo molto: suona troppo come “Cicciolina”!
“Ero la Cicciolina delle Lollipop”, mi hai appena dato il titolo!
No, ti prego! È solo che non ho filtri e dico le cose come mi vengono. Forse anche perché tante volte mi sono trovata costretta a dire robe che non pensavo. Tipo: “Noi delle Lollipop ci vogliamo tutte bene, c’è una grande sintonia”. Macchè? Ci odiavamo a morte!
Non hai bei ricordi legati a quel periodo?
Guarda, il ricordo migliore è di quando ho vinto Popstar. E pensare che non lo volevo neanche fare!
Ti hanno costretta?
Più o meno (ride). A quel programma mi ci aveva iscritta mia madre senza dirmelo. Mi aveva chiesto di accompagnarla a fare una visita medica a Bologna e invece mi ha portato ai casting.
Per quale motivo non avresti voluto partecipare?
Avevo già preso tanti no e mi avevano chiuso molte porte in faccia. Mi era sceso l’entusiasmo l’entusiasmo.
Già a 18 anni?
Sì. Facevo i concorsi canori nella mia zona, Pesaro. Li vincevo tutti. Quindi feci le selezioni per andare a Sanremo e lì vidi che le conoscenze prevalevano sul talento. Non avevo quel tipo di conoscenze né volevo buttare soldi per farmene. Quindi avevo deciso di rinunciare al sogno di diventare una cantante.
Sembra un po’ quella storia che raccontano le Miss Italia: “Non volevo partecipare, mi ci ha iscritta mia cugina…”
Beh, Miss Italia non potrei mai farlo perché ho un’autostima pari a zero!
Davvero?
Non sono una che si vede così bella come magari gli altri pensano. Le foto che posto in cui sto magari in costume, servono anche per l’autostima. Psicologicamente, un like è un aiuto per sentirsi più bella, avere conferme. Poi, chiaro, si usano i filtri per migliorare l’immagine ma questo mica lo insegno io! Basta guardare, che ne so, le luci che ha la d’Urso in studio ogni giorno. Comunque ognuno ha i suoi difetti, è normale.
E tu che difetti hai?
Beh, tanto per cominciare molto spesso chi mi incontra invece di chiedermi “Come stai?” mi dice: “Ma quanto sei magra!”. Ho avuto dei problemi alimentari quando ero più piccola e quindi questa cosa ogni volta è un po’ come un coltellino che va a toccare un tema molto delicato per me. E poi quando incontro amiche che magari sono anche sovrappeso non è che le saluto dicendo: “Ma come sei ingrassata!”. Riguardo a un corpo magro, invece, è come se si potesse dire qualunque cosa. Beh, non è così.
Ti sei rifatta?
Non sono contro la chirurgia plastica, ma ancora non è successo davvero. È da anni che dico che vorrei rifarmi il seno ma ho una tremenda paura degli aghi. Anche solo per il vaccino, non ti dico quanto ho urlato! Comunque qualche punturina sulla fronte e sotto gli occhi l’ho fatta lo scorso anno e tornerò a farne. Per ora non mi serve altro, tanto ci sono sempre i filtri!
Tornando agli apprezzamenti “estroversi” sui social: ti sei mai sentita offesa leggendoli?
Ma no! Tanto qualunque cosa mi scrivano, io sto sempre dall’altra parte dello schermo. Siamo arrivati a un punto in cui anche un apprezzamento per strada, un “Quanto sei bella!” viene preso come una specie di intimidazione, una violenza. Mi sembra davvero esagerato. Anche perché la stessa frase non sarebbe intesa alla pari detta da me. Cioè se esclamassi: “Che bono che sei!”, nessun uomo si sentirebbe minacciato e nessuna donna avrebbe da ridire sulla mia esternazione. Certo, non bisogna oltrepassare delle soglie ma non sono bacchettona su questi temi: a me i complimenti continuano a fare piacere.
Di complimenti le Lollipop con Batte Forte non ne presero moltissimi a Sanremo…
Non me lo ricordare, quel Festival è stata l’esperienza peggiore del periodo Lollipop! Conta che Sanremo lo sognavo fin da bambina. Purtroppo, non eravamo pronte. Ci mandarono due settimane in ritiro a Bormio a fare palestra per il fiato e provare la canzone ma non fu sufficiente. Una grande delusione, anche se i nostri discografici dissero che io ero stata la rivelazione del gruppo. La cosa non mi gratificò: mi sono vista bruciare un sogno e non per colpa mia.
E di chi fu la colpa?
Si dice il peccato, non il peccatore. Immagina però come abbiamo passato quelle due settimane insieme a Bormio, considerato che già non ci sopportavamo da tempo. C’erano invidie e gelosie un po’ per tutto: stavamo a guardare chi cantava di più o di meno, per non parlare delle scenate sugli outfit da indossare e su chi doveva stare davanti durante l’esibizione.
Rifaresti Sanremo?
Certo! Ma con quattro ballerini maschi, possibilmente eterosessuali. Tipo Carramba Boys: i Marcella Boys!
Te lo auguro. Oltre a questo, cosa vorresti fare in tv dopo All Together Now?
Farei il Grande Fratello perché è un’ottima vetrina per far conoscere il proprio nome. Non amerei farmi vedere in pigiama mentre cucino (anche se sono bravissima ai fornelli!). La vedrei però come un’opportunità per sdoganarmi definitivamente da “Marcellina delle Lollipop” ed essere riconosciuta in quanto “Marcella Ovani”.
Quindi il Grande Fratello e non un talent musicale?
Io l’ho già vinto un talent musicale. Non ne ho bisogno.
Avevi provato a fare X Factor, però, vero?
Ma sì, ero arrivata tra le prime quattro con Giusy Ferreri… Ferreri si chiama, giusto?
Sì. E poi?
E poi niente: è passata lei. Non ero piaciuta a Simona Ventura, mentre Cristiano Malgioglio mi adorava. Ma tanto è un classico: i gay mi amano sempre!
Quindi sei un’icona gay…
Sì, lo dico perché mi ci fanno sentire. Proprio settimana scorsa sono stata il regalo di compleanno di un ragazzo gay: sono andata alla sua festa come sorpresa. Ero travestita da guardia di Squid Game e ho cantato Batte Forte delle Lollipop. Mi sono esibita con gli amici del festeggiato e lui si è messo a piangere! Un’emozione incredibile anche per me. Tra l’altro, tutti quanti - c’era anche La Pina di Radio Deejay - sapevano ancora la canzone a memoria!