image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Mediterranean Youth, reportage dal Sud

  • di Salvatore Garzillo Salvatore Garzillo

  • Foto di Glauco Canalis

18 maggio 2020

Mediterranean Youth, reportage dal Sud
Chi non ha mai avuto un motorino da ragazzo non capirà mai cosa significano i giri dopo la scuola, andare dalla ragazza (o dal ragazzo) che non hai ancora baciato, superare il tram che fino al giorno prima scandiva i tuoi orari. Reportage dal Sud, in quartieri veraci e feroci dove la puzza di pesce del mercato si mischia a quella della benzina. In una continua promiscuità di pulito e sporco, mazza e carezza, vita e morte

Foto di Glauco Canalis

di Salvatore Garzillo Salvatore Garzillo

C’è più storia del Meridione in queste foto di Glauco Canalis che in molti libri di sociologia e seminari neo-borbonici. Una galleria di esseri mitologici, metà uomini e metà motorini, con gli occhi affilati e una fame che spesso non è altro che noia. Principi azzurri senza foglio rosa e su una ruota, terza media e laurea in meccanica, 20 euro fissi in tasca ma taglio di capelli da 40, kebab e profumo Armani, casa popolare e parcheggio vista mare. Detta così sembrano speciali e invece sono solo guagliun, picciotti, pischelli, chiamateli come preferite. Un concentrato di contraddizioni, convinti di essere diversi dalle altre generazioni (che credevano la stessa cosa), ma come i padri fedeli solo a una religione: le due ruote. 

Glauco Canalis - I ragazzi della Torretta, Napoli – 2020
I ragazzi della Torretta, Napoli – 2020

Napoli, Catania, Palermo e Reggio Calabria sono i set naturali in cui si è mosso Glauco, che ha concentrato la sua ricerca sulla gioventù del Mediterraneo partendo dall’uso del motorino come status sociale e culturale.  “I soggetti che fotografo, compongono un continuo auto-ritratto, una ricerca della mia adolescenza bruciata, che ho dimenticato di fotografare perché troppo impegnato a viverla oppure osservarla passare - racconta Glauco, nato a Piazza Armerina nel 1990 e da anni in giro tra Nord Italia ed estero (ora vive a Londra) - Ogni impennata, ogni ragazzo con la tipa dietro, ogni canna mentre sei sul mezzo per le vie, ogni motorino parcheggiato davanti una vista sulla città sono frammenti di memoria della mia adolescenza”.

Chi non ha mai avuto un motorino da adolescente non può capire le sue parole. Non capirà mai, in ordine sparso: i giri dopo la scuola quando c’è odore di gelsomino nell’aria, andare dalla ragazza (o dal ragazzo) che non hai ancora baciato, accompagnare l’amico a “fare un servizio” e fermarsi al muretto con lui, superare il tram che fino al giorno prima scandiva i tuoi orari di andata e ritorno, i primi lavoretti, il casco rubato, i “ti vengo a prendere io” e i “ti riaccompagno a casa”. È come cercare di spiegare una musica o il sapore di un dolce. O lo sai, o niente. Ci dispiace, ormai è andata, l’importante è non dare questo dispiacere al proprio figlio quando implorerà di comprarglielo. Tocca superare la paura della tragedia e vivere il momento come qualcosa di più alto, sacro, come un Bar mitzvah, il passaggio all’età adulta. Avere un motorino segna il momento di un’autodeterminazione che per lo più è illusoria, visto che i soldi per comprarlo, fare l’assicurazione e tutto il resto, arrivano quasi sempre dalla tasca di mammà e papà. Ma va bene, tanto sarà il mondo a spiegare con una testata in faccia che non è sempre così facile.

Glauco Canalis - Rione Gescal, Pozzuoli – 2019
Rione Gescal, Pozzuoli – 2019

Che ne sanno gli americani... Da loro a 16 anni possono guidare, da noi a 10 anni già lo fanno. Loro sono cresciuti con l’orizzonte, noi con le rotonde che ci riportano allo stesso punto

Al Sud si impara presto, prima che in altri posti. I quartieri non ti danno niente, solo un vago senso di comunità che a volte è tutto. Per il resto è la giungla, ma non quella d’asfalto di un film in bianco e nero patinato, quella sporca e violenta dove sopravvive solo chi scappa più veloce. Nel suo pellegrinaggio mediteranneo, Canalis ha attraversato quartieri veraci e feroci dove la puzza di pesce del mercato si mischia a quella della benzina e del cibo delle bancarelle, in una continua promiscuità di pulito e sporco, mazza e carezza, vita e morte. Un esempio perfetto sono il Mercato e Forcella a Napoli, due quartieri distanti pochi passi eppure mondi completamente diversi per chi (come me) è cresciuto in uno dei due. Terra di geni sprecati e talenti analfabeti, dove le stime di Gianni Morandi vanno riviste: uno su tremila ce la fa davvero. E, in genere, non è quello che passa tutto il giorno in strada. “Questa area geografica, che Fernand Braudel ha definito come un “territorio liquido” i cui confini si estendono “fin dove crescono gli Ulivi”, è il mio territorio di ricerca - spiega Canalis - con una identità propria, che attraversa confini politici e geografici, lingue e colore della pelle”. E infatti i ragazzi che immortala sono sangue misto, figli di tanti pezzi d’Europa partorita al Sud, nel ventre di quel Mediterraneo che insegue. Adam Jendoubi, uno dei “modelli” di Forcella, ha padre tunisino e madre polacca, si sono conosciuti a Napoli e lì hanno deciso di farlo crescere. I gemelli Saitov sono mezzi macedoni di etnia sinti nati davanti al Vesuvio. Loro, come altri delle foto di Canalis, si trovano a metà tra il piccolo mondo antico dei loro quartieri e il cielo aperto del cinema, che hanno assaporato recitando nei video di Liberato e nel film “Ultras”, tutte opere del regista Francesco Lettieri che ha scelto proprio Canalis come fotografo di scena. 

Glauco Canalis -  In 3 e una sigaretta – Rione Traiano – 2019
In 3 e una sigaretta – Rione Traiano – 2019

Sono ragazzi in bilico tra le radici e i rami, che in gruppo mangiano la notte e quando vanno a letto da soli lasciano la luce accesa. Che si inventano impegni solo per poter usare il motorino, per fare decine di chilometri senza spostarsi mai dal proprio quartiere o quadrante di città. Forse per questo non abbiamo un “Easy Rider” versione 125, non ci sono mai grandi distanze da percorrere, strade deserte col nulla intorno dove cercare sé stessi. Che ne sanno gli americani di uno zig-zag in mezzo al traffico? Da loro a 16 anni possono guidare, da noi a 10 anni già lo fanno. Che ne sanno di vicoli in cui passa appena una macchina con gli specchietti chiusi? Loro hanno le highway, noi i sampietrini assassini. Loro sono cresciuti con l’orizzonte, noi con le rotonde che ci riportano allo stesso punto. Ed è la sintesi di molte vite del Sud: spesso quelli che vanno a piedi, gli sfigati senza mezzo, fanno più strada. Ma succede dopo, da quasi adulti, fino ad allora tutto il globo ha la dimensione di una sella. Altro che terrapiattisti, pe guagliun il mondo è un rettangolo, succede tutto in quei pochi centimetri zigrinati. È un trono, una base, una culla. Quella sella diventa la camera che in casa non hai o che finalmente puoi condividere con chi vuoi tu. 

Glauco Canalis - Ragazzi nel blocco – Monterusciello, 2019
Ragazzi nel blocco – Monterusciello, 2019

Sì, stiamo sempre parlando di un motorino e chi pensa sia tutto esagerato e retorico, evidentemente ha avuto i genitori troppo timorosi per comprarglielo. “Però a 18 anni e un giorno avevo la patente e usavo la macchina”. Embè? È come dire non ho mai giocato a pallone però spaccavo a dama. Quanti film ci sono sui campioni di dama? Ci siamo capiti. È questione di status, non si scherza, è una cosa che resta sulla pelle e nella propria storia. Chiedetelo a Mirko, il mio compagno di banco del liceo, che per tutti noi amici è semplicemente Pgo (piggi-ò), perché era l’unico a Napoli a guidare uno scooter Pgo in mezzo a un oceano di SH, Beverly e Liberty. Ci voleva grande personalità. Ha girato il mondo ma alla fine resta Piggi-ò. Dovreste sentirlo parlare del suo Pgo ancora adesso, a distanza di tanti anni, parole così belle non sono mai state pronunciate neppure per la più incantevole delle donne. 

Sarà l’imprinting, sarà il primo amore, sarà che quel coso con la marmitta bucata è stato il miglior amico di molti, sarà che Mirko ha ascoltato più confessioni tra un contromano e una corsia preferenziale del parroco del Duomo seduto sulla panca di legno. Oppure chiedetelo a Stefano, l’amico di Canalis che in un anno è riuscito a farsi sequestrare il motorino 5 volte, diventando l’eroe di tutto il gruppo. Sono passati 15 anni ma il titolo di campione gli resta addosso. Insomma, una vita passata a stringersi in 2, in 3, in 4, su una sella sformata da chissà quanti culi di passaggio e adesso, dietro una curva, c’è il posto di blocco del distanziamento sociale. Era quasi meglio una pattuglia.

Glauco Canalis -  Gemelli Saitov, Ciro e Fiore, sul set di Liberato,  Piazza Mercato Napoli – 2018
Gemelli Saitov, Ciro e Fiore, sul set di Liberato, Piazza Mercato Napoli – 2018
Glauco Canalis -  I ragazzi della Torretta, Napoli – 2020
I ragazzi della Torretta, Napoli – 2020
Glauco Canalis - Raduno nel quartiere – Monterusciello, 2019
Raduno nel quartiere – Monterusciello, 2019
Glauco Canalis - Impennata in tre, Piazza Mercato Napoli – 2018
Impennata in tre, Piazza Mercato Napoli – 2018
Glauco Canalis - Occhiali e specchietto, dal set di Liberato, Stadio San Paolo, Napoli, 2018
Occhiali e specchietto, dal set di Liberato, Stadio San Paolo, Napoli, 2018
Glauco Canalis - Roby Int’o Vic’, Forcella, Napoli, 2019
Roby Int’o Vic’, Forcella, Napoli, 2019
Glauco Canalis - 9 anni e un 125 – Rione Traiano,  2019
9 anni e un 125 – Rione Traiano, 2019
 Glauco Canalis - I ragazzi della Torretta, Napoli – 2020
I ragazzi della Torretta, Napoli – 2020
Glauco Canalis - Gang di Ragazze - sul set di Liberato, Stadio San Paolo – 2018
Gang di Ragazze - sul set di Liberato, Stadio San Paolo – 2018
Glauco Canalis - Le ragazze della Torretta, Napoli – 2020
Le ragazze della Torretta, Napoli – 2020
Glauco Canalis - Ragazza su R6, dal set di Liberato, Stadio San Paolo, Napoli, 2018
Ragazza su R6, dal set di Liberato, Stadio San Paolo, Napoli, 2018
Glauco Canalis - NRG e Booster – Bagnara, Reggio Calabria, 2018
NRG e Booster – Bagnara, Reggio Calabria, 2018
Glauco Canalis - Monteruscello, Pozzuoli - 2019
Monteruscello, Pozzuoli - 2019
Glauco Canalis - Adam e i Gemelli Saitov sul set di Intostreet – Napoli – 2018
Adam e i Gemelli Saitov sul set di Intostreet – Napoli – 2018

Tag

  • Fotografia
  • Reportage

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Salvatore Garzillo Salvatore Garzillo

Foto di

Glauco Canalis

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Quale sarà il tormentone dell'estate 2020?

di Emanuele Pieroni

Quale sarà il tormentone dell'estate 2020?
Next Next

Quale sarà il tormentone dell'estate 2020?

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy