Piccole amichette crescono. In letteratura. In classifica. Nella considerazione delle molte amiche altrettanto aspiranti amichette. Andiamo però con ordine. Cominciando da un pertinente tweet da me lanciato mentre i carrarmati russi raggiungevano Kiev: ma le “amichette” e, già che ci siamo, perfino gli “amichetti” del sublime coté letterario destinato ad altri amichetti e amichette ancora, sanno l’esistenza del criminale nazi-comunista Vladimir Putin, meglio, ciò che accade in Ucraina, o magari, in questo preciso istante, vanno immaginati tutti insieme, il comodo pigiama di pile stampigliato di ciliegie addosso, il pensiero alla ceretta, sempre lì, a scambiarsi estasiati messaggini colmi di euforici emoticon e poi un “evviva!” e un “evvai!”, così per la sesta ristampa del “bellissimo”, imperdibile, “fichissimo” romanzo di un’altra amichetta loro ancora, Felpa Iemma, il long-seller “Perdite bianche”, pubblicato da Einaudi? Ignari ancora che, sempre di Felpa, è in arrivo un nuovo libro non meno “stupendo”.
Al momento, probabilmente occorre perfino intuire mille e ancora mille ditalini di supporto morale e mille e ancora seghe di ulteriore soddisfazione notturna non meno amichettistica che, già, seguiranno, accompagneranno, faranno brillare la gioia per l’opera dell’amichetta Felpa che si conferma perfetta per un pubblico a sua volta di amichette e amichetti nuovamente stupendi.
La storia è ormai nota: il palmarès letterario dominante, prevalente, vincente appare virato dello stesso rosa tenue di una nota confezione di lavande e candelette vaginali, e si regge, sempre romanzescamente parlando, su ciò che abbiamo appena doverosamente definito puro e semplice “amichettismo”. Così nei suoi plot rassicuranti, tra genziana e violetta, anche quando trova la lacrima, la polluzione tardo-puberale, pan-adolescenziale lungo il suo cammino tra corridoio e bidè. Sia sul piano espressivo sia sul piano della complicità nuovamente amichettistica ora e sempre in termini di strategia promozionale comune: ancora in nome dell’appartenenza e della complicità. Ciò che al tempo ormai trascorso di Battisti e Baglioni, e forse anche di Mietta, era chiamata “comitiva”. Marketing non meno amichettistico, così come il collante, a sua volta da amichette care, ancor meglio se venato di glamour tra “Vanity Fair”, “Eataly”, “Serra&Fonseca” et similia.
Occorre dunque immaginare un prodotto, di più, un brand narrativo muove a sua volta proprio da struggenti storie amichettistiche, “Harmony” d’autore, d’autrice, d’autora, dunque ancora emoticon, cuoricini, faccine e magari un istante dopo lunghe telefonate accompagnate da una coda di “… dài, davvero, dài, che bello, dài non dirmelo!” Cose che richiamano commenti altrettanto complici su Facebook, Instagram e Twitter che a loro volta rimandano alla ipocritissima solo apparente concordia amicale, di più, amichettistica, dove ogni conflitto risulta, sempre in apparenza, assente; al massimo, trasfigurato in un racconto sentimentale, vaginale, postvirginale che mobilita sempre più nuove amichette, volendo, dolenti perché lui/lei, loi/lai, lio/lia, magari non hanno mai visualizzato il messaggino, e a quel punto non resta che trovare conforto nel menu di Netflix, grazie a una serie che a sua volta restituisce storie di amichettismo, come già “Sex and the city”. Per non dire poi della gioia per l'acquisto del rasoio per la depilazione pubica che adesso sta lì in attesa d'essere usato sul piumone “Ikea”.
Minchia!, neppure la guerra in atto, neppure il volto, la gelida fotogenia criminale di Putin sembra intanto smuovere il cuore delle amichette, che infatti restano lì, sempre complici fra loro, su tutt’altre storie, magari indignate perché nei giorni precedenti uno scrittore, uno di quelli “vecchi” - “Montefoschi, chi?” così twittava un amichetto a sua volta complice - ha detto loro che assomigliano alle “valchirie”, cioè amichette pronte sempre a lanciarsi tra loro gemiti e sospiri di complicità cingettante per l’uscita dell’ennesimo romanzo di un’altra amichetta ancora. Roba da consigliare subito sulle pagine Instagram tempestate d'altre faccine ancora, nella certezza di un pubblico assolutamente a tutte loro simmetrico per spasimi comuni, ancora lettrici aspiranti amichette, tra gridolini ed entusiasmi e bis di cuoricini davanti all’intervista che l’amichetta Teresa Ciabatti ha appena fatto addirittura a Laura Pausini, amichetta ideale a sua volta, innalzata, promossa nell’ennesimo messaggino al rango di nuova Jane Austen o Virgina Woolf; oh, meravigliosa schiuma ora e sempre amichettistica. Luoghi comuni da colazione al “Tree Bar” di via Flaminia o al “Vivi Bistrot” di piazza Navona, lucidalabbra trasparente postfemminista da accompagnare con ennesimi cucirini, imparaticci, beauty-case della complicità femminile remixata e del maschio cooptato in quanto, va da sé, amichetto.
I razzi russi piovono su Kiev, e intanto le paginette social delle amichette scrittrici restano lì immobili, intatte, mai deflorate da domande epocali, tra ulteriori faccine che volano nell’aria dell’ultima telefonata tra amichette: “… hai visto com’era bella pure l’intervista a Jonathan Bazzi che l’amichetta nostra gli ha fatto?”
Simmetria assoluta tra i bermuda di Bazzi e il sospensorio “Gucci” di Achille Lauro. Magari più tardi, chissà, si potrà anche andare a vedere una mostra al MAXXI, “… sì, da Giovanna Melandri, amichetta pure lei, no?” Oppure un salto libreria, “… lo sai, no, che Walter (Veltroni, ndr) ha pubblicato un altro libro? E proprio oggi lo presenta…” Così nel conforto di un mondo, una cupola, un grottino editoriale che ha le sue amichette editor tra ex allieve della Scuola Holden di Sandro Baricco; amichette anche queste ultime, vuoi mettere? E intanto il rasoio per la depilazione, insieme alle strisce per la ceretta, è sempre lì in attesa e poi “… dai, non mi dire che non l’hai ancora letta la bellissima intervista sempre della nostra amichetta a Emma Marrone?” E pure qui nuovi sorrisi e abbracci nella convinzione che tra Simone de Beauvoir e appunto Emma Marrone più o meno siamo lì. Arriva intanto l’invito di Zoro a “Propaganda Live”, amichetto pure lui, Zoro, a sua volta amichetto del chitarrista che non metteva in regola la non amichetta rider, d’altronde, tra i tanti lussi che la sinistra fa bene a donare a se stessa non potrà esserci perfino il nepotismo dal volto umano? Così come quando una ragazza, mai accolta nel giretto delle amichette, denunciò i privilegi per ragioni d’appartenenza familiare di un’altra editor, e accadde che amichetti e amichette di quest’ultima saltarono addosso all’altra dandole della “sfigata” e della “rosicona”; con una certezza supponente simmetrica alla protervia delle amichette di tutti i Putin della terra.
Ma intanto – dio, che cosa bella! – sembra che l’amichetta Felpa Iemma stia per pubblicare una storia bellissima, ancora più fica di “Perdite bianche” e di “Ansedonia scalo” che l’hanno fatta conoscere e amare dal suo pubblico. Di amichette.
In compenso, mentre tutte loro, le amichette, hanno iniziato a depilarsi il pube per amichettismo, PornHub ha vietato l'accesso dalla Russia. Chi si collega da Mosca trova la bandiera ucraina e un messaggio di sostegno a Kiev sotto attacco delle forze armate di un criminale di guerra nazicomunista, Vladimir Putin.
P.S. In anteprima la copertina dell'imminente attesissimo nuovo romanzo dell'amichetta Felpa Iemma, titolo “Le amichette”.