Mentre gli americani si presentano al Festival Cannes con Wes Anderson e Sean Penn noi c'abbiamo Nanni Moretti. Avanti tutta. Scelta assurda, stantia o coraggiosa? Dato il nome del capo giuria, Spike Lee, la risposta ci sembra scontata. Ma per essere proprio sicuri abbiamo sentito uno dei critici cinematografici più tosti e diretti, il giornalista Boris Sollazzo. Che conferma la scelta: «Non dobbiamo avere paura dei nostri padri nobili».
Che ne pensi della candidatura di Nanni Moretti al Festival?
Chiaramente nessuno ha visto il film e ci impedisce di fare una considerazione di merito. Che lui andasse al Festival era abbastanza scontato, Cannes lo ha consacrato come regista internazionale. È un momento della sua carriera molto prolifico e l’hype del suo film è ai livelli del Caimano, c’è grande attesa.
Non ti dà fastidio essere aggrappati sempre ai soliti, vecchi registi?
Dovremmo dire che Cannes è sempre aggrappata ai soliti film. Venezia è come il Campionato del Mondo, Cannes è la SuperLega, ci vanno spesso gli stessi perché ha proprio un’affezione per i propri autori. Anche Wes Anderson e Leos Carax sono andati tante volte, Almodovàr ogni film che fa va a Cannes. Credo che Nanni Moretti rimanga comunque uno tra i registi più interessanti, si è saputo sempre rinnovare. Mi sembra veramente uno dei più moderni anche nella capacità di reinventarsi sempre, Habemus Papa, il Caimano e Mia Madre sono molto diversi. E poi trovami un altro regista che per presentare il film fa un video come quello che ha fatto lui.
Ti riferisci al video con la canzone di Mamhood giusto?
Eh appunto, potrebbe sembrare cringe però è il maestro che si mette alla berlina, che ha il coraggio di guardare altrove. Dovremmo uscire noi dall’esterofilia e dalla paura dei nostri padri nobili. Voglio dire, Moretti con quel video ti dimostra la capacità che ha lui di giocare con i suoi personaggi. Finché c’abbiamo un sessantenne così cazzuto che senso ha trovarne altri, ce ne fossero ventenni con quelle capacità. Ben venga sia chiaro, ma non guardiamo l’età, ma il talento.
È uno dei pochi che sa reinventarsi: trovatemi un altro che per presentare il film fa un video come quello che ha fatto lui con Mahmood
Dei registi giovani chi vedresti bene a Cannes?
I fratelli D’Innocenzo mi piacerebbero. Sono andati al Festival di Berlino ma anche a Cannes ci starebbero tranquillamente. Io sono uno che sul ricambio generazionale ha sempre lottato, però il giovane meno bravo deve comunque lasciare spazio al vecchio più bravo. Per questo ti ho detto loro, sono molto bravi… giovani maestri ecco.
C’è una critica che faresti a Nanni Moretti?
Per me lui è stato il miglior regista italiano e il mio idolo. Ho iniziato a fare il critico e la tragedia è stata scrivere di lui nel momento in cui faceva film che non mi piacevano, dovendoli più o meno stroncare. Per me è stato dolorosissimo. È difficile fare una critica a Moretti, se ne potrebbero fare tante, ha un modo particolare di porsi, può sembrare antipatico e supponente…
Effettivamente…
La verità? È uno dei pochi grandi personaggi che abbiamo in Italia. Uno che ha il coraggio di essere se stesso. Forse ha fatto troppi film personali senza il suo alter ego. Ecco se dovessi proprio trovare il pelo nell’uovo potrei dire la cosa che diceva di lui Dino Risi: "Bello il film, però adesso scansati così lo vedo". Come Woody Allen, dovrebbe iniziare a divertirsi e uscire dai suoi film e fare più spesso film di altri. Lui è uno che si ostina a non piacere a tutti e in un mondo dove tutti vogliono essere amati, uno come lui che se ne frega mi fa impazzire.
Visto il suo passato in politico lo rivedresti come leader del centrosinistra?
Lui è il vero radical chic ma no, quello che ha fatto andava bene e basta. Per carità, aveva ragione quando diceva che con questa classe dirigente non vinceremo mai… E poi tutti potrebbero fare meglio dei politici attuali e lui mi sembra faccia ancora film troppo belli per perderceli.