Negli anni in cui Vittorio Sgarbi fu sindaco di Salemi, sarà stato a memoria il 2010, ebbe l’idea di nominare alcuni meta-assessori -non amministravano né prendevano stipendio- per porre sotto i riflettori il comune siciliano e, ovviamente, se stesso, io venni individuato come meta-assessore alla beatitudine, mai capito cosa intendesse Sgarbi, mentre a Oliviero Toscani fu assegnata la creatività. Di questa strana compagine facevano parte anche lo chef Fulvio Pierangelini, l’artista “vandalo” Graziano Cecchini, lo psicanalista Paolo Crepet. Invero troppo maschilista, però avessimo governato noi l’Italia come (non) governammo Salemi avremmo addirittura oscurato il mito di Fiume, dove peraltro nacque mia nonna. Nonostante l’impresa fosse bislacca e goliardica, Oliviero la prese seriamente e volle imporre il divieto di circolazione dei motorini -puzzolenti e rumorosissimi- nel centro storico. Impossibile da applicare, a Vittorio venne in mente la solita genialata: quando Toscani era in città niente motorini, appena se ne andava fate quello che volete.
Ho scelto questo episodio per augurare buon compleanno a Oliviero Toscani, che il 28 febbraio ne fa 80 e infatti parecchi media lo hanno intervistato chiedendogli di raccontarsi, di ricordare i passi fondamentali di una carriera straordinaria che qui non vado a riassumere perché li sappiamo già. Racconto, invece, il mio Oliviero Toscani, quello che pare a me, che gli sono amico o almeno credo pur avendolo frequentato meno di altri, che gli voglio bene e che provo a somigliargli in più modi. Tanti figli, un vitalismo sfrenato, il fisico corpulento che aumenta insieme all’età, le Harley Davidson, elettore radicale. Con un’unica eccezione, lui è interista, dei peggiori, fazioso, insopportabile, antijuventino. Andiamo avanti che è meglio.
Un’altra cosa. A un certo punto della tua vita freni inibitori non ne hai più. Dici (e scrivi) quello che vuoi e se qualcuno si offende pazienza, fatti suoi. A un certo punto non ti interessano i calcoli, le reazioni, il senso dell’opportunità, a maggior ragione se sei un grande (sto parlando di lui, non di me), se nel tuo campo hai cambiato la storia, se davvero sei stato un innovatore del linguaggio e non come quelle centinaia di coglioni che ogni giorno ti parlano di “innovation” e non sai cos’è. Per me Oliviero Toscani può dire e fare ciò che vuole e se qualcuno s’incazza, meglio.
Un altro episodio. Anni fa il nostro non trovò di meglio che attaccare Giorgia Meloni definendola grassa e brutta nonché fascista. Mi chiamano dal Giornale, dove allora scrivevo, per chiedermi un commento, in mezzo tra il dover difendere una donna di destra (a sinistra sono inattaccabili) senza che Oliviero si dispiacesse perché per me stima e amicizia valgono ben di più di un articolo. Me la cavai così, chiedendogli “Toscani sei davvero sicuro che Meloni sia così brutta? A me pare carina, cioè il suo perché ce l’ha, un tipo curioso che porterei a cena fuori”. Ho ritrovato sul telefono un messaggio di Giorgia che mi ringraziava, alle donne piace sentirsi apprezzate sul piano fisico. “un figone resta sempre un'attrazione, che va bene per sinistra e destra”, cantava Giorgio Gaber nei tempi belli.
Tralascio il discorso professionale, le mostre fatte insieme, la sua generosità nel trovare sempre materiale nuovo alle mie richieste - lo scorso settembre aprimmo a Milano da Antonio Colombo una sua personale di foto in bianco e nero scattate nella Factory di Andy Warhol all’inizio degli anni ’70, una bomba di mostra- il divertimento delle interviste, il cazzeggio durante i giorni osceni delle clausure con dirette IG, FB, CH a dirne di ogni, e quasi sempre c’è sotto la complicità di Nicolas Ballario che nel mondo dell’arte è davvero tra i più intelligenti e corrosivi, oltre che un uomo simpaticissimo. L’ho detto in un’intervista: alla domanda quali sono le persone più importanti che hai incontrato durante la tua carriera, Gian Enzo Sperone e Oliviero Toscani. Senza pensarci un momento. Più lontani non potrebbero essere, però in effetti sono due modelli che vanno nella stessa direzione: reclamare, pretendere ed esigere la libertà assoluta.
Per il compleanno Oliviero Toscani non ha resistito alla tentazione dell’autobiografia, in libreria dal 24 febbraio per La Nave di Teseo. Si intitola “Ne ho fatte di tutti i colori” ma importante è il sottotitolo “Vita e fortuna di un situazionista”. In effetti in Italia due persone hanno saputo interpretare meglio il pensiero di Guy Debord quando preconizzava che a fine ‘900 l’industria pesante sarebbe stata sostituita dall’industria dello spettacolo: Silvio Berlusconi e Oliviero Toscani. Il situazionista, ‘sto giro, lo faccio io mettendoli vicini.