Sono passati quattro anni da una delle pagine più tristi del motorsport. Era il luglio del 2016, infatti, quando Marco Scaravelli, di soli sei anni, ha perso la vita in seguito ad un tragico incidente mentre era in sella ad una minimoto nel Racing Park di Viadana. Un minicorso di appena sei lezioni, regalatogli dal padre in occasione del compleanno. Ma una leggerezza, e tanta tantissima sfortuna, sono stati fatali appena al termine della seconda lezione. Perché Marco è salito in sella per il brevissimo tratto che lo separava dalla rimessa della piccola moto, ma qualcosa è andato storto ed è finito contro il sostegno di un cancello. Battendo la testa. Combattendo poi tra la vita e la morte per quasi una settimana. Fino alla resa.
Quasi non ci ricordavamo del piccolo Marco, poi l’altro giorno abbiamo dovuto fare i conti con la cattiveria delle persone sui social. Niente di che a confronto, ci mancherebbe. Ma tanta acrimonia ci ha ricordato la storia di Marco. Che non è stata solo la storia di una tragedia che ha avuto per vittima un ragazzino che aveva voluto provare a girare con una minimoto. Ma anche un padre, letteralmente massacrato sui social, come se non doveva bastare quello che era capitato. Gli hanno scritto di tutto, arrivando a sostenere che quel figlio era morto per le ambizioni di un padre che lo voleva pilota. Roba da vomitare solo a leggerla ancora oggi. Commenti che non stiamo a raccontare e che, anzi, preferiamo dimenticare. Quello che invece non vogliamo affatto dimenticare solo le parole di quel padre, che quattro anni fa, nel giorno più terribile, ha trovato la forza di scrivere queste righe. Righe che oggi compiono quattro anni, ma che sono immortali. “Marco - ha scritto il 16 luglio di quattro anni fa papà Cristian - ha lottato con tutte le sue forze in questi sette giorni. I medici hanno fatto qualunque cosa per salvarlo, gli sono state somministrate dosi altissime di farmaci, le cure si sono succedute senza tregua, con il massimo impegno dal primo all’ultimo minuto. Il suo fisico le ha sopportate tutte, era forte come un toro, in piena salute. Il trauma cranico subito in quel maledetto incidente ha causato però danni gravissimi al suo cervello che qualche ora fa ha smesso di avere attività, il piccolo Marco ha dovuto cedere ad una cosa troppo grande. E’ sempre stato un bimbo felice, allegro, e molto generoso, disposto a condividere un pezzetto di cioccolato con mamma e papà, un gioco con un amico. Oggi però si è superato! Oggi Marco ha deciso di donare i suoi 2 reni, il fegato, i polmoni e il cuore. Oggi grazie a Marco 5 famiglie avranno la possibilità di sperare. Oggi grazie a Marco per 5 bambini potrà iniziare una nuova vita. I suoi organi sono sani e forti, sono idonei al trapianto!”.