Da ore non si parla d’altro: è bufera social su Alfonso Signorini che, durante l’ultima puntata del Grande Fratello Vip, ha dichiarato in diretta: “Noi siamo contro l’aborto in ogni sua forma”. Bene, mentre Endemol ha diffuso un comunicato per dissociarsi da questa uscita, il conduttore twitta sulla libertà di pensiero (chiudendo però la possibilità di commentare i post sul proprio profilo Instagram da parte dei suoi follower). Abbiamo contattato telefonicamente Roberto Alessi, il direttore di Novella2000 e, partendo da questo specifico casus belli signorinesco, ne è nata un’interessante chiacchierata sul rapporto tra televisione e politicamente corretto. Una chiacchierata che sicuramente non piacerà, per esempio, a Michela Murgia…
Cosa pensa del “caso” Alfonso Signorini che, come saprà, si è recentemente schierato in diretta contro l’aborto durante l’ultima puntata del Grande Fratello Vip?
Penso che gli sia un po’ scappata perché una cazzata del genere non può averla detta calcolandone l’opportunità e il peso. Mi sembra comunque molto strano che abbia sparato una castronata di queste proporzioni. Calcolando anche che noi uomini, in generale, dobbiamo essere molto prudenti quando si toccano certi argomenti: ci sono 100 sfumature per quanto riguarda la questione dell’aborto e io credo che ne debbano parlare solo le donne. Spero sia stata solo una gaffe, comunque si tratterebbe di una gaffe totalmente fuori contesto.
Si aspettava una “gaffe” di questo tipo da Signorini, conoscendolo personalmente?
Conosco Alfonso Signorini da anni, dai tempi in cui lui per Chi faceva l’inviato o qualcosa del genere e io ero il suo vicedirettore. Mi ha davvero stupito questa sua uscita sull’aborto, considerato che stiamo parlando di una persona estremamente intelligente che si è invece trovata a dire un’affermazione così priva di pietà. L’aborto non è mai una festa e quando c’è una scelta di questo genere, io credo che sia necessario avere un rispetto totale e anche una prudenza assoluta: di certo non è una tematica da affrontare durante una trasmissione così cazzara come il Grande Fratello Vip dove c’è gente che finge di essere sposata, gente che finge di tradire, gente che finge di essere simpatica ecc. Lì di reality ne rimane davvero poco.
Tornando al contesto: la frase di Signorini è venuta fuori mentre il conduttore era impegnato in un siparietto con Giucas Casella riguardo alla sua cagnolina…
Ecco, mi è dispiaciuto anche per Giucas Casella che si è trovato in mezzo a questa situazione e soprattutto mi è dispiaciuto per Sonia Bruganelli perché credo che dopo la frase di Signorini sull’aborto le sia scappato un “esatto” che, anche lì, era fuori luogo.
È scoppiato anche un applauso da standing ovation da parte del pubblico in studio…
Sì, ma il pubblico non è che capisca sempre quello che succede, soprattutto in uno studio televisivo. Lo scaldapubblico dice di applaudire e loro battono le mani. Poi cosa pensano davvero chi lo sa…
Ecco, soffermiamoci sul “poi”: cosa succederà adesso? Per ora Signorini ha twittato invocando il diritto alla libertà di pensiero e poi ha chiuso la possibilità di commentare i post sul suo profilo Instagram. Ne parlerà più approfonditamente, secondo lei?
Secondo me dirà qualcosa.
Ancora sui social o direttamente nella prossima puntata?
In puntata. Signorini è un uomo molto intelligente e bravi sono anche i suoi autori al Grande Fratello Vip. Per cui non lasciano mai cadere le cose, prima di tutto per onestà verso il pubblico.
Si scuserà?
Io credo che quello che ha detto Signorini dopotutto non sia nemmeno così fuori luogo perché se quella è la sua opinione, è liberissimo di averla e ci mancherebbe che non la possa dire. Ciò che trovo fuori luogo nella sua affermazione è stato il fatto di aver utilizzato il “Noi” e non la prima persona singolare: se avesse detto “io”, sarebbe stato diverso. Perché messa così quella frase fa domandare: “Noi… chi?”. E lo sto dicendo da persona profondamente cattolica.
Un’altra uscita di Signorini che ha fatto discutere durante questa edizione è il discorso che ha fatto su quanto il politicamente corretto abbia “stufato”. Lei è d’accordo, in linea generale?
Il troppo stroppia, sempre. Certi estremismi, ovvero certo minchiate come per esempio che non si dovrebbe utilizzare il genere ma ricorrere alla schwa nello scritto mi mette orrore. È anche vero che alcune affermazioni non possono e non devono passare come niente fosse perché sono in grado di offendere nel profondo la sensibilità di chi le sente. Detto questo, conosco benissimo Fausto Leali e so per certo che non sia un razzista. Nella scorsa edizione del Gf Vip si è impelagato in una conversazione col fratello di Balotelli e gli è uscita la parola “negro”, questo non significa che, nelle intenzioni, lo volesse offendere. Leali è stato immediatamente espulso dal reality. Eppure si tratta di un termine che era di uso comune in passato: per esempio, quelli che oggi si chiamano “ghostwriter” (ovvero chi scrive un articolo o un libro per conto di un altro che alla fine metterà la firma) li chiamavamo “negri”. Personalmente, dunque, non ho mai dato a questa parola alcuna connotazione negativa. Detto questo, se usare certi termini offende, non usiamoli.
Oltre all’esempio, più che legittimo, che ha appena fatto, non pensa che, di questo passo, la cerchia di parole da “poter” utilizzare si restringa sempre di più?
Alcune esagerazioni sono certamente ridicole. Per esempio c’è una scrittrice… come si chiama? Quella che si attacca sempre a queste cose…
Michela Murgia?
Ecco, sì. C’è questa Murgia che ogni tanto spara la sua minchiata e dopodiché… non cambia nulla a parte che ti ritrovi, secondo lei, a non poter manco più dire “sono stanco” ma “sono stanc*” in rispetto a non si sa bene cosa.
Quindi su Novella non vedremo mai schwa?
Su questo non ci piove. Non sarei neanche capac* (ride).
Ce lo garantisce?
Ma sì, si immagina? Passa una bella donna e se penso che sia bella non lo dovrei dire per due ragioni: primo perché sarebbe un complimento sessista e in più non potrei neanche usare il femminile. Dovrei dire: “Che bell* donn*”. Ma figuriamoci!
Le faccio presente che esclamare “Che bella donna!”, con o senza asterischi o schwa, sarebbe pure catcalling…
Ma che non rompessero i coglioni, su!