È stato annunciato come «Il festival della rinascita» e il direttore artistico Amadeus ha confermato che, sì, nonostante tutto sarà un Sanremo con il pubblico presente all’Ariston. Questo anche se sulla kermesse, come su qualsiasi altra manifestazione, incomba ancora il rischio Covid, nonostante sia prevista dal 2 al 6 di marzo. In più, il teatro della città dei fiori non sembra particolarmente indicato per rispettare le misure di contrasto alla pandemia in corso. «Siamo consapevoli di come il teatro sia una struttura complessa, ma stiamo lavorando affinché tutti i parametri di sicurezza siano rispettati – assicura il direttore di Rai1, Stefano Coletta -. Ovviamente dopo le feste comincerà il countdown e saremo più stringenti sulle norme da rispettare che potrebbero nel frattempo essere cambiate. Non vogliamo un Sanremo del Covid ma della normalità, anche con la presenza del pubblico ‘tamponatò in sala».
Una visione sposata in pieno da Amadeus: «Impossibile pensare di transennare la città per non fare entrare nessuno, anche per la presenza del palco esterno e dei fan che vorranno vedere i propri beniamini. Altrimenti non si tratterebbe del più grande evento musicale italiano, ma di un’altra trasmissione. E non sarà neanche un festival in streaming». Ma c’è già chi ha sollevato più di una perplessità. Come l’editorialista del Corriere della Sera Pierluigi Battista, che su Twitter ha lanciato una vera e propria bordata: “Cioè ci mettono agli arresti domiciliari ma poi fanno Sanremo con pubblico? Urge disobbedienza civile”. Insomma, il festival non è ancora iniziato ma, fra cantanti esclusi e prospettive poco rassicuranti, come sempre Sanremo ci riserverà il suo carico di polemiche.