Una giovanissima commessa di Gucci incontra il calciatore più milionario del mondo (o, insomma, siamo agevolmente da quelle parti dell’iperuranio doblonico) mentre sta lì a piegar magliette griffate e boom, da un giorno all’altro si ritrova dall’andare al lavoro in autobus (molto J Lo on the 6) a scorazzare via dallo shop in Bugatti. La Bugatti (o fiammante alternativa a seconda, supponiamo, dell’armocromia con la volta del cielo) in questione è quella di Cristiano Ronaldo e la commessa colei che sarebbe diventata sua consorte (matrimonio segreto in Marocco, si dice) nonché madre dei tre (a breve cinque!) Ronaldi Jr, Georgina Rodriguez (già vista sui nostri schermi a Sanremo 2020, pare abbia ballato un tango sul palco dell’Ariston). Netflix ha scelto di dedicarle una docu-serie (sei puntate) dal titolo Soy Georgina. L’abbiamo vista per voi, soffrendo minuto per minuto sderenati dalla vacuità di una vita che, almeno da quanto ci mostra questo racconto, è una snervante storia Instagram di 24 ore. Insomma, se non sopportate i Ferragnez, è solo perché non avete ancora visto all’opera i Ronaldez.
Se Chiara e, letteralmente, il 20 % dei Ferragnez che l’imprenditrice digitale si porta dietro come suo legittimo sposo, vi dovessero essere apparsi Life in plastic is fantastic nella serie a loro dedicata su Prime Video, non avete idea di quanto piattume vi assalirà appena vi avventurerete a cliccar play su Soy Georgina. Intendiamoci: il documentario sin dal titolo promette di raccontare lei, quindi non mente: vediamo la signora Ronaldo fare shopping, girare sui red carpet di Cannes, fare beneficenza e ritirare premi in virtù delle sue opere pie, stare coi (ai tempi della serie) tre figli a spasso per il mondo in resort straordinari (per fare una tara, a naso forse la location più “umile” di tutto il girato è la Reggia di Venaria a Torino). La vediamo, insomma, perennemente in assenza del marito. Eppure, verrebbe da supporre che il padre dei tre figli di una che Netflix si mette a filmare h 24, potrebbe risultare in qualche modo presente nella vita di codesta. Anche per sbaglio, di striscio. Oh, niente. Manco un whatsappino.
Inoltre, la nostra Georgina ovunque vada (da sola) si ritrova sommersa di complimenti per la meravigliosa coppia che forma insieme al suo Cristiano. Ancora prima del “ciao”, questa fanciulla vive perennemente assediata da gente che le domanda: “E Ronaldo dove sta?”, come se lei, siamo sempre nel campo delle supposizioni empatiche, non se ne accorgesse che in effetti il marito sia l’equivalente del Matteo Messina Denaro in ambito sposalizio. Un latitante di stato civile.
Se non ci fosse già abbastanza per un esaurimento nervoso con tutti i crismi, ecco arrivare tre bambini. Il primo vale come interessante caso di studio: si chiama Cristiano Jr e quindi è destinato a fare il calciatore volente o nolente perché così desidera papà, papà che al compleanno non si presenta però gli fa recapitare una torta a 4 piani color prato Maracanà e costellata di palloni da calcio come sottile decorazione. Un minuto di silenzio per gli anni di terapia che già vediamo scorrere nella vita di questo virgulto nel caso in cui un giorno dovesse scoprire di amare la panifacazione o qualunque altra cosa non necessariamente da prendere a calci forte. Gli altri due bimbi vivono accuditi amorevolmente da mamma Georgina che, pare evidente, quando parla della sua famiglia intende proprio i suoi tre cuccioli visto che, da quanto mostrato, ci dorme pure insieme ogni notte. In alternativa, nel caso in cui i marmocchi fossero out of office (quella casa, una qualunque delle loro magioni, si può assolutamente intendere come un posto di lavoro) si assopisce di fianco a un’ambasciata di soffici cuscinoni rosa in gradazione a scalare fino ai piedi del letto. Un’immagine matchy matchy per Instagram, ma se poi a uno per sbaglio venisse da applicarla alla realtà fattuale, un minimo di patema d’animo gli salirebbe anche.
“Questo è il documentario di Georgina, non il mio”, asserisce Ronaldo in una delle poche apparizioni in cui compare seduto in un’altra stanza (che sembra simile a quella da cui parla Georgina, ma non lo è) e probabilmente in un diverso emisfero del mondo. Ogni volta che parla di lei, si riferisce alle capacità della consorte nel mondo del business o a quanto sia brava con i bambini di loro conio. Cos’è, dunque? L’impiegata dell’anno? Tata Lucia di SOS Tata? La domanda si impone di minuto in minuto. Perché un conto è non giganteggiare mettendo la propria dama in ombra all’interno di un progetto che lei vuole raccontare, ma un altro è apparire talmente sfuggente che nelle rare occasioni in cui vengono, per sbaglio, inquadrati insieme sembrano più che marito e moglie due tizi giustapposti con lo stucco. Si contano un paio di baci a stampo e una conversazione su dove allocare la prole in vista delle vacanze di famiglia (in cui lui, comunque, si porta dietro gli amici perché è la dura legge del goal).
Lei passa le giornate al telefono, circondata da lacché che la riempiono di complimenti mentre si guarda allo specchio e tendenzialmente non si piace: cerca di celarlo malamente, ma ogni due per tre fa riferimento al fatto di vedersi grassa. Tanto da non fidarsi a provare i vestiti in boutique, preferisce a casa col suo compiacente staff. Quando va a prendere un regalo per la sorella, esce dallo shop con mezzo negozio ma si indigna se le fanno pagare un cetriolo (non pensate male, era per un trattamento viso!) 4 euro. “Il cetriolo più costoso della mia vita, non posso crederci!”, commenta lei. Ricicliamo queste parole come sinossi non ufficiale di Soy Georgina.