Che c'azzecca un avvocaticchio d’insuccesso in prima serata su Rai 1? Ecco, proprio questo è il bello. Vincenzo Malinconico 2 non si sforza di piacere a tutti, ed è per questo che funziona. Massimiliano Gallo riprende il ruolo del protagonista nato dalla penna di Diego De Silva, e lo fa con quella nonchalance che solo i grandi attori riescono a portare sullo schermo. Risultato? Una seconda stagione che si permette il lusso di essere ancora più leggera, ancora più profonda e, soprattutto, ancora più “diversa” rispetto al resto della tv generalista.
Perché Vincenzo Malinconico è irresistibile? Perché non prova a esserlo. Questo avvocato fallimentare, troppo pigro persino per essere depresso, si trascina tra clienti improbabili, cause perse e monologhi surreali che potrebbero essere tranquillamente trascritti su un libro di citazioni ironico-esistenziali. Ma la verità è che Vincenzo, con la sua filosofia spicciola e la sua ironia tagliente, dice cose che tutti noi pensiamo ma non abbiamo il coraggio di ammettere. E se nella prima stagione il personaggio aveva già convinto, questa volta si alza l’asticella. Gallo si prende più libertà, guarda in macchina e ci parla direttamente. È come se avesse stretto un patto con il pubblico: “Io faccio il casino, voi ridete e magari vi riconoscete”.
Dietro al successo c’è un gruppo di comprimari che non sbaglia un colpo. Teresa Saponangelo è impeccabile nei panni di Nives, l’ex moglie che non è mai davvero “ex”. Lina Sastri porta sullo schermo una suocera invadente e ironica che potrebbe benissimo essere la vostra. Poi c’è Francesco Di Leva, alias lo scagnozzo Tricarico, il partner perfetto per i guai dell'avvocaticchio. Chiara Celotto e Francesco Cavallo completano il quadro come figli, mentre Giulia Bevilacqua, giornalista d'assalto, porta pepe e tensione.
E la trama? Relax, non è una serie per ansiosi. Niente ritmo forsennato, niente colpi di scena ogni due minuti. Qui si gioca di fino. Il nuovo capitolo - diretto da Luca Miniero (Benvenuti al Sud vi dice qualcosa?) - parte con una batosta sentimentale (spoiler: Vincenzo è ancora incapace di gestire relazioni), una giovane prostituta che bussa alla sua porta e una morte che lo costringe a improvvisarsi investigatore. Ma non aspettatevi un thriller alla True Detective. Qui l’indagine è solo una scusa per esplorare le paure e le insicurezze del protagonista. La serie è anche un piccolo omaggio a Salerno, con le sue strade, i suoi colori e quella provincia che diventa parte integrante della narrazione. È qui che Vincenzo inciampa nei suoi guai, filosofeggia e cerca di mettere ordine nella sua esistenza. Ci riuscirà? Il finale arriva il 16 dicembre, ma una cosa è certa: Malinconico ci ha già conquistati, disastri inclusi.