Siete alla prime armi, avete appena ordinato la vostra prima moto e ora è il turno dell'abbigliamento, nell'attesa che arrivi? Oppure siete dei motociclisti navigati ma, ogni volta che fate un giro, vi accorgete di aver fatto l'ennesimo acquisto sbagliato? Scegliere il casco più adatto a voi è una questione tutt'altro che scontata. Le variabili da tenere in considerazione sono, infatti, davvero molte. Alcune hanno a che fare con le vostre caratteristiche fisiche (la forma della vostra testa e del vostro volto), altre con l'utilizzo che farete del prodotto che intendete acquistare (ci andrete in pista? farete lunghi viaggi?).
Per orientarsi al meglio nella vastissima offerta di prodotti attualmente disponibili sul mercato è possibile fare riferimento a una serie di consigli. Abbiamo cercato di mettere insieme per voi i più utili, con l'aiuto di AGV e di Demonerosso. Ecco a voi una piccola guida su come scegliere il casco più appropriato per le vostre esigenze.
La taglia
Si parte da qui, inutile girarci attorno: il casco deve essere comodo ma anche stabile per non essere scalzato dal capo in seguito ad un urto. Se un casco troppo stretto è letteralmente insopportabile dopo soli dieci minuti, uno troppo largo non assolve pienamente alla sua funzione protettiva.
La cosa più utile, tanto per cominciare è misurare la circonferenza della propria testa e confrontarla con le tabelle fornite dal produttore ma, visto che non tutti i crani con le stesse dimensioni hanno anche la medesima forma, il casco va anche provato prima di acquistarlo, tenendo a mente cinque regole universali:
1. Indossare il casco e agganciare il sistema di ritenuta assicurandosi che la cinghia non sia flaccida ma nemmeno troppo stretta; così calzato, il casco deve essere aderente senza essere scomodo.
2. Non deve esserci spazio tra la testa e l'imbottitura. Il casco deve fasciare il capo uniformemente, se ci sono degli spazi vuoti significa che il casco è troppo piccolo.
3. Fasciare uniformemente, dicevamo, ma con criterio: non devono avvertirsi punti di pressione, specialmente nell'area frontale e sulla nuca. Niente di meglio che provare il casco per alcuni minuti per assicurarsi l'assenza di punti di contatto scomodi.
4. Provare a inclinare il casco, prima lateralmente, poi verticalmente. Con un casco integrale della giusta misura, le guance rimarranno in contatto con i guanciali dell'imbottitura, seguendo il loro movimento. Se invece il casco si muove troppo o addirittura è libero di ruotare, la dimensione è decisamente sbagliata.
5. In ultimo, il sistema di ritenuta. La prova è semplice e rapida: con il casco allacciato, inclinare leggermente la testa in avanti e applicare una leggera pressione sul bordo inferiore posteriore. Se il casco scivola in avanti sfilandosi, la taglia è scorretta.
La forma
Decisa la giusta misura, e ricordato che spesso è possibile acquistare un casco di una taglia con gli interni di un'altra più grande o più piccola, si possono valutare molte altre caratteristiche ma alla fine la scelta deve essere orientata verso le reali esigenze di utilizzo: ogni modello, di qualsiasi marchio, è progettato e sviluppato per un impiego specifico.
In pista, ad esempio, le velocità sono molto elevate: una forma aerodinamica ottimizza la penetrazione all'aria e garantisce la massima stabilità quando si solleva la testa dalla carenatura. Spoiler ed elementi aerodinamici consentono di ottenere caschi con un peso apparente pari a zero a 160 km/h, la velocità media sui circuiti della MotoGP e se vi sembra inutile, pensate a quanto stress meccanico viene risparmiato al collo e a come verrà certamente più semplice dedicare la propria concentrazione alla guida.
Nel caso abbiate in programma di fare molti chilometri, una buona soluzione può essere un casco modulare. La possibilità di alzare e abbassare la mentoniera vi consentirà, infatti, di godere della massima visibilità nelle fasi di manovra (specialmente a moto carica) e nei centri urbani, assicurando, al contempo, il massimo della protettività, non appena la strada tornerà a distendersi. Attenzione: non tutti i caschi modulari godono della doppoia omologazione. Non tutti, quindi, consentono anche la circolazione a mentoniera alzata.
A proposito di modulari, molto interessante, in questo senso, è l'idea di AGV di coniugare sportività e turismo con un prodotto come lo Sportmodular, la cui particolare attenzione all'aerodinamica e alla leggerezza (punto sul quale ci soffermeremo tra poco), riesce a unire alcuni dei maggiori pregi dei caschi sportivi, con le caratteristiche richieste a un casco da chi ha - per l'appunto - la necessità di utilizzare un solo prodotto in contesti molto differenti, una volta in viaggio.
I caschi modulari tendono, talvolta, a stringere particolarmente la mandibola in prossimità del meccanismo di fissaggio della mentoniera. È per questo che in molti preferiscono utilizzare, anche in ambito turistico, caschi integrali di impostazione sportiva ma stradale. In cosa cambiano? Solitamente sono più ventilati dei prodotti racing e, soprattutto, presentano, come il K5 di AGV, una visiera parasole a scomparsa, integrata fra la calotta e l'imbottitura.
Votati a garantira la massima visibilità e il riparo dal sole, sono, poi, i caschi specificamente concepiti per il fuoristrada. In questo caso l'adozione del visierino è possibile in virtù delle ridotte velocità di punta raggiunte dai rider, mai infastiditi dalle turbolenze che essi possono generare.
Da ultimo, i caschi jet: naturalmente meno protettivi degli integrali, possono avere una visiera integrata, eventuali prese d'aria, ma essere anche del tutto privi di entrambe. Inutile dire che queste ultime tipologie sono consigliate soprattutto per un utilizzo molto limitato, in termini di ore in sella e di conseguente esposizione al rischio di una caduta.
I materiali
Anche in questo caso, scegliere tra un materiale e l'altro dipende primariamente dal tipo di impiego che si intende fare di un casco.
La pista, ad esempio, è un ambiente estremo. Le sollecitazioni che riceve un casco in pista non sono paragonabili a quelle di un casco "cittadino", e restano sempre direttamente proporzionali al peso. La soluzione? Mai sentito parlare di fibra di carbonio? Coniuga resistenza e leggerezza e anche in questo caso il collo ringrazia.
Non eiste solo la fibra di carbonio naturalmente. Ottimi caschi possono essere realizzati in materiali compositi che comprendono la fibra di vetro o materiali termoplastici ad alta resistenza.
Di certo, un casco leggero vi faciliterà la vita in ogni situazione: dalle lunghe percorrenze, all'off-road, all'ambito urbano. Se potete, noi vi consigliamo di scegliere sempre i materiali migliori!
La visiera
Se il capo è fasciato e protetto da un sistema di calotte e smorzatori, la visiera (insieme al meccanismo di apertura) resta il punto più esposto dell'intero casco: urti e corpi estranei devono trovare un vero e proprio scudo a protezione degli occhi e del volto. In AGV vengono usate, per i caschi da pista, visiere da 5 mm di spessore con qualità visiva Optic Class 1, la stessa degli occhiali da vista, per eliminare distorsioni. La posizione di guida sportiva - raccolta, schiacciati sul serbatoio e con la testa inclinata verso l'alto - impone, inoltre, un campo visivo più ampio del normale per avere sempre tutto sotto controllo: il sistema Ultravision di AGV, per esempio, spazia dai 190° orizzontali, agli 85° in verticale.
La ventilazione
Dire che la ventilazione è un aspetto secondario in un casco vuol dire non tenere in considerazione che il comfort si traduce in sicurezza. Ventilazione adeguata vuol dire anche scongiurare la formazione di gocce sudore, vapori e appannamento della visiera e, in definitiva, mantenere la giusta concentrazione. In generale le prese d'aria posizionate nella parte superiore del casco intercettano la maggiore pressione e hanno la massima portata d'aria, mentre le appendici aerodinamiche sulla mentoniera canalizzano l'aria all'interno del casco. Nella parte posteriore del casco sono spesso presenti degli estrattori, che hanno la funzione di far fuoriuscire l'aria calda e il vapore generato dal corpo.
Occhio però: non basta tempestare un casco di prese d'aria per avere maggior ventilazione e quindi maggior comfort. Le prese d'aria generano turbolenze e quindi rumore. Devono essere il frutto di un attento studio aerodinamico e la loro presenza deve essere attentamente studiata dal produttore.
Gli interni
Veniamo agli interni. Anche in questo caso tutto quello che non si vede dall'esterno ha grande importanza nel definire un grado di sicurezza elevato. Le guancette, la corona e l'imbottitura sulla nuca sono l'interfaccia tra la nostra pelle e il casco, stabilendo anche la calzabilità personale. AGV ha dotato i propri caschi da pista di un sistema di adattamento adattivo a 360°, che consente di modificare lo spessore delle imbottiture, perché in base alla posizione di guida personale potrebbe essere utile avere una calzata differente, inoltre i tessuti sono studiati per allontanare l'umidità dalla pelle, vero nemico del comfort! Se poi volete il massimo, alcuni costruttori - e AGV è tra questi - dotano i propri caschi race top di gamma di un sistema di idratazione che può essere collegato al camel back sulla tuta, dal quale reintegrare i liquidi durante le prove o la gara.
Tutto chiaro? Ora non vi resta che uscire di casa e "MOW in mano", andare a comprare il casco più adatto alle vostre esigenze. E se a casa ne avete uno con cui vi trovate tanto bene, date un occhio a quando è stato prodotto. Le plastiche si deteriorano e - ad oggi - è consigliato procedere alla sostituzione almeno una volta ogni 5 anni!