Ironia della sorte: sto scrivendo accanto alla mia copia del Paradiso Perduto di Milton, il poema che narra della caduta in tentazione dell’uomo, ad opera di Satana.
Lil Nas X, mi ricevi? Se mi trovassi faccia a faccia con il rapper di Old Town Road, un giovanissimo queer classe 99, oggi probabilmente gli stringerei la mano. Sì, perché con soli 21 anni di età e tre anni scarsi di carriera musicale, è riuscito a far parlare di sé praticamente tutto il mondo, perdipiù suscitando le polemiche dei bacchettoni e dei politici più conservatori (vedi il governatore del South Dakota).
Insomma, Montero Lamar Hill ha coronato il sogno di ogni adolescente in fase acuta di ribellione, confermandosi come il nuovo Marilyn Manson, ma un po’ più ironico ed socialmente impegnato. E io gli voglio bene per questo.
Ma cosa sono, in pratica, queste “Satan Shoes” create da Lil Nas X e MSCHF, e soprattutto, perché stanno generando così tante critiche e reazioni avverse?
Si tratta di un paio di Nike Air Max 97, anzi per l’esattezza 666 paia, rivisitate in maniera “poco ortodossa”, con un ciondolo a forma di pentagono tra i lacci, una croce rovesciata stampata sulla linguetta, e qualche scritta rosso sangue qua e là per rendere il design ancora più creepy e provocante.
Ma l’elemento più conturbante fra tutti è invisibile agli occhi: nei cuscinetti ammortizzanti di ogni modello di scarpa ci sono circa 66cc di liquido rosso contenente una goccia di sangue, donato consensualmente dai dipendenti di MSCHF. Nessun sacrificio umano insomma, ma l’idea di portare ai piedi il sangue di uno sconosciuto può non essere allettante per chiunque.
Per Kanye West e Miley Cyrus invece, il problema non esiste e non hanno esitato a sfoggiarle sui loro profili Instagram.
Ed ecco, insieme alla fama, arrivare i primi problemi legali. Nike si discosta completamente dal progetto della scarpa, proprio come aveva fatto nel 2019 con le “Jesus Shoes”, ideate sempre da MSCHF, che altro non erano che le equivalenti “buone” delle “Satan Shoes”, con la bolla d’aria riempita di acqua santa e un crocifisso pendente in mezzo ai lacci.
Ma stavolta non è abbastanza prendere le distanze dalla release, perché il colosso del footwear americano ha addirittura fatto causa a MSCHF per la creazione di una campagna non autorizzata e per danni alla reputazione. Le scarpe del diavolo, rilasciate al modico prezzo di 1.018 dollari, hanno generato una pioggia di insulti verso la multinazionale di Beaverton perché promuoverebbero il satanismo.
In effetti a primo sguardo tutto sembra volutamente diabolico, non è a caso nemmeno il prezzo, che richiama il versetto 10:18 del Vangelo di Luca: Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore». Ma il rapper Lil Nas X, la mente creatrice delle scarpe, svela che la provocazione (illustrata in forma allegorica nel suo nuovo videoclip Montero, Call Me By Your Name) mira a supportare la comunità queer abbattendo le discriminazioni e i pregiudizi di tutta quella gente che, ancora nel 2021, pensa che “gli omosessuali finiranno all’inferno”.
E quale miglior modo per farlo, se non una lap dance e un po’ di twerk sul diavolo?
La release non è altro che l’ennesima follia ben studiata da MSCHF, che vanta di un website a dir poco criptico e una lista di prodotti sold out tra il grottesco e lo strampalato, tra cui un pollo-bong e un collare che dice una parolaccia ogni volta che il tuo cane abbaia (e questi sono solo due tra i meno articolati). Ma è soprattutto il colpo vincente di Lil Nas X, che dal 2018 non ne sbaglia una e si afferma oggi come uno dei pionieri del movimento LGBTQ, oltre a caratterizzarsi con originalità e sfrontatezza nel mondo della musica. E per quanto possiamo disprezzare queste scelte azzardate e fuori dal comune, abbiamo tutti bisogno di questo: un artista che oltre a fare buona musica, ha anche qualcosa di importante da dire.