Il 2020 è un anno anomalo, questo si è capito. La nuova decade è cominciata in modo insolito, e l’inizio della bella stagione l’abbiamo passato chiusi in casa. E, cosa ancora più ironica, il trend più in voga del 2020 sembra essere proprio l’immaginario del viaggio. Ma noi non ci abbattiamo e ci ripetiamo tutti i giorni che non faremo un’estate sul divano, indossando la tuta e i calzini di spugna. Con questo buon auspicio, andiamo a scoprire le tendenze di moda maschile che ci accompagneranno durante le belle stagioni.
Streetwear: il ritorno dei bravi ragazzi
Milano è la capitale dello streetwear, uno stile senz’altro dominante nelle ultime stagioni, ma che nella la primavera/estate 2020 fa fatica ad emergere. Le silhouette diventano meno voluminose e più confortevoli, adagiate al corpo, acquisendo un tocco di classe e una vestibilità senza dubbio più accessibile a tutti. I colori spaziano dal pop al tenue, quasi sbiadito, secondo la tecnica del tie dye che ha decisamente spopolato nelle collezioni. La filosofia principale è quella del mix and match tra fantasie contrastanti, che va a sottolineare la liaison storica tra lo streetwear e le sottoculture, in modo assolutamente attuale.
Per i più audaci, Marcelo Burlon con County Of Milan propone un look quasi sportivo, con polo dai dettagli fluorescenti e maglie super stretch in tessuto tecnico. Ma anche qui, ciò che spicca di più della collezione è il ritorno al passato, con i baggy jeans slavati e le fantasie tie dye, sulle t-shirt e sui comodi pantaloni della tuta. Viaggio nel tempo anche per Palm Angels, che senza abbandonare i pattern e le stampe vivaci, si svincola in diversi prototipi di stile anni ’70. Simboli della collezione le tute intere e le giacche da college, che mettono da parte lo stile skater un po’ da bad boy, da sempre caratteristico del brand. Nell’immaginario del viaggio non mancano le camicie hawaiane, un po’ da surfista, che ricordano quelle di DiCaprio in Romeo+Juliet, ma ovviamente dai volumi oversize. Cambio di rotta invece per Off-White, che propone uno streetwear dalle nuance più tenui del solito e dalle silhouette morbide, giocando sulla sartorialità dei capi attraverso cuciture geometriche e tagli sovrapposti. Stavolta pochissimi loghi, pochissimi inserti. Ma tanto richiamo al grunge degli anni ’90, ai colori che sfumano sbiaditi, ai look un po’ più rilassati e meno sopra le righe. Si potrebbe definire uno streetwear che si conforma al quotidiano, meno costruito e dagli accenni naïf.
Gli elementi street più in voga nella bella stagione sono perlopiù accessori, come l’intramontabile marsupio, le bandane legate in vita, il bucket hat e il maxi zaino da esploratore. Tuffo nel passato anche per l'universo sneakers, in cui è possibile assistere ad un vero e proprio ritorno delle scarpe da tennis. I brand sfogliano il proprio archivio vintage riproponendo scarpe più versatili e semplici da abbinare, come le classiche Asics Gel, e come fa Nike con le Cortez (1972) e le Pegasus 6000. Per non parlare delle intramontabili Converse All Star, che non ci abbandonano dal 1974. Sembrerebbe quasi, a primo impatto, che dal 2020 lo streetwear sia nelle mani dei bravi ragazzi.
Casual: mix and match, tra lusso e la strada
Il casual del 2020 si espande un po’ a tutte le categorie di moda. C’è voglia di relax, di un look meno impegnativo e meno impegnato. La chiave è attingere a tutti gli universi di stile che vogliamo, ma sempre con disinvoltura. Il leitmotiv della moda casual comunque, identificabile più o meno in tutte le passerelle, è l’utilizzo di stampe che riportano in vita i film più famosi della storia. Vedremo quindi un sacco di outfit che sfoggiano le icone e le locandine del cinema cult: Star Wars sulle t-shirt di Etro, Il Grande Lebowski nella collezione di Sacai, perfino i vestiti dei personaggi di Stranger Things, ricreati alla perfezione da Levi’s. Una direzione sapiente, che strizza l’occhio alla cultura pop e si accaparra un pubblico decisamente ampio.
Il colore, oltre alle stampe, la fa da padrone. Nelle stagioni casual primavera/estate 2020 vincono le nuance tenui e il ton sur ton, che spesso si spezza per dar vita a pop di colori brillanti come il giallo, il rosso e Classic Blue (che è anche il Pantone di quest’anno). Un vero e proprio ritorno in vita di tutte le tendenze anni ’70 più famose, dai colletti ampi ai completi abbinati in maglia, passando per le tute intere e le fantasie optical. Ce lo insegna Acne Studios, che alterna le camicie dal taglio pulito e i colletti scolastici, ai look romantici e più libertini, con pattern floreali e nostalgici. Il risultato è uno stile bohémien androgino, e perché no, anche con un tocco di frivolezza. A questo si alternano dei look più selvaggi, da vero e proprio forestiero, con maglie a frange scollate e stampe camo spennellate.
Un’altra macrotendenza dello stile casual 2020 è quella dell’esploratore urbano. Ce la propongono in tante collezioni, chi in modo aggressivo come DSquared2, con stampe e inserti animalier a tutto spiano, chi in maniera elegantissima e multitasking come Ferragamo e Fendi, che abbina i colori pastello alle varie tonalità del kaki. Ovviamente accompagnati da un sandalo fasciante e avvolgente, maxi occhiali dalle lenti colorate in stile retrò, zaini e borse portate a mano. Ritorno di fiamma anche per i bermuda, rigorosamente ampi e freschissimi, che si adattano più o meno ad ogni look, dal viaggiatore al collegiale. Il revival degli anni passati riporta in scena anche il jeans, spesso a vita alta, per mettere in risalto silhouette. Se invece siete dei tipi più sobri Tommy Hilfiger fa al caso vostro, con i pantaloni regular fit o a sigaretta, e i classici dettagli che richiamano i simboli degli U.S.A.
Non tramontano mai invece le polo, e anche Fred Perry decide di inscenare un immaginario passato spostandosi però in Jamaica, prendendo come spunto i colori e l’attitudine dei rudeboys fotografati da Dave Hendley nel ’77. Insomma, anche lo stile casual della primavera/estate 2020 è all’ordine del mix and match, sospeso tra lo streetwear e il lusso, accostando elementi che provengono da pianeti diversi e creando immaginari spesso surreali.
Alternative: botta di colore (a parte Yamamoto)
Nelle collezioni di moda più concettuale - e, se vogliamo, di nicchia - un'identità più accentuata sembra essere preservata, senza, tuttavia, risultare immune all'influsso delle ultime tendenze. Così, sebbene la palette sia “ristretta”, non mancano anche in questo caso i pop di colore che caratterizzeranno tutta la stagione, e che spiccano ancora di più tra i contrasti del bianco e il nero. È il caso di Ann Demeulemeester, che porta in scena l’uomo bohémien senza tempo, con capispalla destrutturati e dai tagli asimmetrici, ampie scollature e silhouette morbide dal look disordinato (ma sofisticato). Il bermuda diventa short, il bucket hat muta in una coppola molto chic, gli immancabili stivaletti, rigorosamente neri e in pelle anche d’estate, vanno a sostituirsi alla sneakers.
Si distacca dai trend invece Yamamoto, che propone un per il 2020 un “quasi” total black decostruito e romantico, dai volumi ampi e ariosi, ritornando al minimalismo e proiettandosi su dei capi che invitano alla riflessione. Ma che non passano certamente inosservati, grazie alla loro eleganza senza tempo e a quell’aura di sacralità che da sempre li circonda. I tocchi di colore sporcano la tela nera come un quadro surreale, aggiungendo un tocco bambinesco allo stile minimal e serioso, tipico di Yamamoto.
Da considerarsi alternativa anche la proposta uomo di Versace, che si distacca dai suoi compagni di passerella per audacia e ferocia. Tipico di Donatella, ma per saper indossare dignitosamente i suoi chiodi con frange e cinturone, o sei un biker o uno dei pochi punk rimasti in circolazione (o comunque sei un figo pazzesco). Ritorno in scena anche qui del tie dye, stavolta dai colori scoppiettanti, i jeans slavati e macchiati, la vernice e l’animalier più o meno ovunque. Una scelta destinata sicuramente agli animi più aggressivi.
Colpo di scena per Rick Owens, che stravolge il suo ritmo di bianchi e neri aggiungendo il giallo mostarda alla collezione primavera/estate. Colore di punta negli anni ’70, ed effettivamente a primo impatto sembra che l’ispirazione sia proprio la disco music (ma intendeva quella ballata dai raver?), portata in scena con l’utilizzo di paillettes sulle giacche e i tessuti olografici. Una direzione tanto veemente quanto ironica. Ma non abbandona ovviamente le sue silhouette fantascientifiche faunesche, e i capi che sembrano mutare la morfologia del corpo umano.
Come sempre non c’è una vera e propria direzione stilistica nella moda alternativa, ma l’unica scelta è quella di distaccarsi a modo proprio dalle proposte mainstream dei trend odierni.
Classic: tra passato e futuro
Passiamo all’eleganza dello stile sartoriale, quello che è arrivato prima di tutto il resto e che non dovrebbe mai mancare nel guardaroba di ogni uomo. Anche qui, nelle collezioni dedicate alla bella stagione troviamo contaminazioni dal passato e virate stilistiche, che mirano ad un look classic casual meno impostato. Un’eleganza senza sforzo, incentrata sulla comodità e sul dettaglio che focalizza l’attenzione.
Partiamo da Brioni, che con una certa nonchalance propone un’ampia serie di outfit intercambiabili e disinvolti, aggiungendo un tocco informale a dei capi che solitamente sono anche troppo formali. Blazer, giacche doppiopetto e pantaloni dal taglio regular e loose, che garantiscono a chi li indossa un look easy chic adattabile ad ogni momento della giornata. E la scarpa? Sandalo fasciante, mocassino, espadrillas. L’importante è che sia casual, confortevole e senza allacciatura.
Relax è la parola d’ordine di tutto il 2020, ed è anche la filosofia che mette in atto Canali, con la sua primavera/estate ispirata ad una vacanza in Italia con gli amici. Uno stile molto sciolto, che mischia la sartorialità impeccabile ad un comfort quotidiano, tutto in tessuti naturali e leggerissimi come il lino e il cotone incontaminato. Le silhouette sono morbide e regolari, le nuance tiepide e sobrie, perfette per una cornice informale e un’atmosfera svagata. Ci ricorda un po’ Il Talento Di Mr. Ripley, prima del finale, s’intende.
Decisamente più scenografica la proposta di Celine, che sfoggia in passerella dei look destinati ad un uomo che vuole essere al centro della scena, con giacche doppiopetto in gessato, smoking lucidissimi, spallacci e camicie sbottonate. Un look un po’ da gangster, elegante ma pensato per gli eventi e il tempo libero, e se vogliamo paragonarlo a un film cult stavolta sarebbe Scarface. L’accessorio è pensato per aggiungere ironia, e gli outfit si abbinano alla perfezione con gli occhiali da sole a goccia e le cravatte slim, con fantasie optical o a pois.
Eleganza futuristica invece per l’uomo Dior, che propone una collezione dai colori più freddi e austeri, proiettandoci in un altro mondo. Saltano all’occhio subito le giacche dalla sartorialità inaspettata, composta di asimmetrie e pannelli di tessuto sovrapposti, quasi architettonici. Ricercatezza e concetto, che fusi insieme generano dei look innovativi e minimal.
Innovazione anche per Armani, che punta all’uomo sexy e sicuro di sè, con una collezione ricca di tessuti geometrici e jacquard, colletti guru e giacche dal taglio dritto. Ma il punto focale è senza dubbio il ritorno in scena del gilet, che dopo anni nel dimenticatoio prende nuova vita, diventando un pezzo glamour e distintivo. Si tinge di nuovo senso anche lo stile classico, a volte guardando al passato, a volte immaginando il futuro, ma non perdendo mai l’eleganza che lo contraddistingue.