I sandali da trekking sono i nuovi mostri, riemersi dalla gola del Grand Canyon ed arrivati belli freschi in passerella
Sono stati ideati nel 1984 da una guida fluviale del Grand Canyon che non voleva perdere le ciabatte e da allora occupano gli angoli più remoti dei negozi sportivi. E sinceramente quello doveva essere il loro habitat naturale, indisturbati all’ombra delle infradito e le scarpe da tennis, riesumati solo per qualche giusta causa. Ma c’è davvero una giusta causa per tirarli fuori dagli scatoloni? Chi di voi non ha mai puntato il dito verso l’escursionista in sandali, calzino e bermuda? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Anzi, scagli i sandali da trekking direttamente nel Grand Canyon.
Potremmo semplicemente ammettere che non vediamo l’ora di uscire indossando calzature di dubbio gusto per essere guardati
Questa cosa dell’ugly fashion ci sta sfuggendo di mano. È partita con gli UGG, e per fortuna dopo decenni ce li stiamo lasciando alle spalle. Poi sono arrivate le Crocs (o forse ci sono sempre state) e fingere di non notarle era un’impresa madornale. Ma avremmo dovuto preoccuparci fin da subito, perché nel giro di qualche anno le Crocs sono perfino arrivate in passerella. Quando è troppo è troppo. Forse sono solo manovre di marketing, o forse è arrivato il momento di accettare che al mondo c’è tanta bellezza, e che probabilmente ci ha stufati. La perfezione è noiosa, la ricerca della bellezza è estenuante, e per quanto ci sforziamo di migliorarci ci sarà sempre qualcuno, per ironia o per masochismo, che se ne sta in un angolino con la smania di incasinare tutto. In inglese si direbbe “fucked up”, e suona molto meglio. Con l’ingresso in scena dei sandali da trekking, la moda si sta “fuckeduppando” sempre di più.
Teva è il brand artefice di tutto ciò, ma probabilmente negli anni 80 era ancora ignaro dell’ondata di tendenze deleterie e sconclusionate che sarebbero arrivate nel nuovo millennio. Quindi, perdoniamolo già in partenza. Il sandalo “Original” nasce nell’84, ed è la calzatura ideale per le escursioni in luoghi remoti e sperduti cosicché nessuno ti giudichi. La scusa dell’ “esploratore urbano” alla fashion week di Milano, non funziona. Suola di gomma, tomaia idrorepellente, cinghie e velcro: pochi e semplici ingredienti per un mix letale, che oltre all’acqua repelle anche le persone con un minimo di buonsenso stilistico. I sandali da trekking sono i nuovi mostri, riemersi dalla gola del Grand Canyon ed arrivati belli freschi in passerella. I grandi brand del calibro di Prada, Fendi e Chanel (ma non sono gli unici) si sono appropriati del modello classico di Teva e l’hanno introdotto nelle collezioni estive, puntando al grande pubblico influenzante ed influenzabile. A Prada lo si può perdonare, più o meno come abbiamo perdonato le Triple S a Balenciaga. Dopotutto Miuccia è la regina incontrastata dell’ugly fashion e del normalcore. Il problema è che dalla manovra rivoluzionaria dell’alta moda, si sono susseguiti mille manierismi da parte di brand più piccoli ed emergenti. Un esempio lampante sono i sandali di Suicoke, che in realtà non sono nemmeno così male. Con gli straps larghi e fascianti, due estati fa si abbinavano perfettamente allo stile tecnico/urbano in total black. E poi, sono quasi riusciti a spodestare le Birkenstock. Ma ancora non so dire con certezza se abbiano fatto bene.
Oggi invece troviamo tante versioni diverse del sandalo e quella più in voga tra gli influencer è la proposta di Arizona Love, con le bandane colorate che avvolgono le fasce. Un sandalo che a quanto pare spopola durante i festival, soprattutto quello di Coachella. Che sia chiaro, non è che se lo copri, diventa più bello. Però si apprezza lo sforzo, e perlomeno sono più coerenti rispetto a quelli ricoperti di strass, perline e fiorellini. Temendo la competizione, Teva ha ideato la nuova versione arcobaleno del modello Original per l’estate 2020, in onore del gay pride del mese di giugno. Un look sicuramente più minimal e con una buona causa, ma che non passa (purtroppo) inosservato.
Non dimentichiamoci che D’Annunzio girava con due peni dipinti sulle sue scarpette di vitello
Se si dà un’occhiata allo shop online di Teva, è tutto un richiamo alla natura, la libertà, e l’orgoglio di esprimere noi stessi. Sembra quasi che ad oggi ci sia il bisogno costante di ricorrere a valori morali indiscutibili, quando si ha voglia di indossare un paio di scarpe brutte. La moda è diventata democratica, e viene presa troppo seriamente. Potremmo semplicemente rilassarci un po’ di più, e ammettere che non vediamo l’ora di uscire dalla porta indossando una calzatura di dubbio gusto perché vogliamo essere guardati. Non saremmo i primi, e nemmeno gli ultimi a farlo. Non dimentichiamoci che D’Annunzio girava con due peni dipinti sulle sue scarpette di vitello. Sarebbe bello poter ritornare ad indossare un paio di scarpe solo perché ci piacciono, e riconquistare quel senso di frivolezza e benessere estetico che solo la moda sapeva darci.
Non si può dire nulla però sulla comodità del sandalo, ma effettivamente è l’unica qualità che gli si può attribuire. Non è da tutti, è vero, saper creare una calzatura comoda. Ma da quando la moda va a braccetto con la comodità? Non vorrei sembrare obsoleta, ma anche se siamo nel ventunesimo secolo, questi due concetti nella mia testa rimangono totalmente separati. Se si possono avvicinare, ben venga. Ma sicuramente non saranno i sandali da trekking a smentirmi.