L’alcolock è senza dubbio uno dei temi più discussi tra gli automobilisti italiani. Il punto che ne prevede l’introduzione sui veicoli di chi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza dopo il 14 dicembre 2024 in via definitiva, contenuto all’interno della riforma del codice della strada, fra quelli che destano maggior curiosità. Perché si attende di sapere ancora molto su tempistiche, funzionamento, costi e multe. Ed ecco allora alcune rivelazioni che arrivano direttamente dal ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, anticipate dal Corriere della Sera. Attualmente, il testo del provvedimento è stato inviato a Bruxelles dove sarà sottoposto a revisioni. L’Unione europea avrà tempo fino al 18 giugno, data dopo la quale l’alcolock potrebbe raggiungere i motorizzati italiani previo decreto attuativo che stabilisca le caratteristiche tecniche per poter essere installato nell’abitacolo. Ma quindi, cos’è?

L’alcolock è un dispositivo che impedisce l’avvio del motore dell’automobile o del mezzo di trasporto se il guidatore a bevuto alcolici. Si tratta di un meccanismo piuttosto semplice: prima di avviare l’auto, il conducente deve soffiare all’interno di un etilometro digitale fissato nell’auto e posizionato in genere accanto al volante. Se viene rilevata la presenza di alcol, anche minima, il motore non si accende. Il testo della riforma non estende l’obbligo dell’alcolock a tutti: sarà infatti obbligatorio per chi è stato condannato in via definitiva per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. E il costo per l'acquisto potrebbe essere di circa duemila euro. Per i trasgressori, il dispositivo dovrà essere installato sul veicolo per due anni, mentre per chi ha superato il limite di 1,5 g/l, l’obbligo salirà a tre anni. In alcuni casi, la commissione medica potrà imporre restrizioni più severe al momento del rinnovo della patente. L’obiettivo dello strumento è quello di ridurre il rischio di incidenti mortali che, secondo alcuni studi, è 200 volte maggiore in caso di guida in stato di ebbrezza.

Ci sono però alcuni dubbi e critiche, a cui la riforma per la verità non è nuova. Il primo, più pragmatico, riguarda i costi di installazione dei rilevatori che, secondo il provvedimento, sarà consentito solo presso officine autorizzate e dovrà essere soggetto a taratura periodica. Si parla infatti di 2.000 euro, a cui si sommano le i costi per i pezzi monouso come il boccaglio in cui soffiare (da utilizzare a ogni accensione) e la manutenzione. Insomma una vera e propria stangata per il conducente. Tentare di aggirare questa tecnologia potrebbe comportare multe da 158 a 638 euro, oltre alla sospensione della patente da uno a sei mesi, con pene duplicate in caso di ubriachezza. L’altro punto sottolinea invece una situazione paradossale legata al fatto che, essendo installato sull’auto, alcolock obbliga tutti coloro che usano quel mezzo a sottoporsi al test. Questo anche nel caso in cui ci sia una sola macchina all’interno di una famiglia in cui solo un membro sia stato condannato per guida in stato di ebbrezza. Ma la soglia oltre il quale il sistema entra in funzione (0,1 g/l) è inferiore al limite legale per i conducenti “normali” (0,5 g/l), perché, come detto, rileva anche solo una minima particella di alcool nell’alito. Questo potrebbe rendere il mezzo inutilizzabile per tutta la famiglia?
