Ora è ufficiale, Tim aumenterà la proprie tariffe. Ma forse, i suoi clienti ci stanno facendo l'abitudine. La compagnia di telefonia mobile pubblica e privata più grande d'Italia ha annunciato "nuove modifiche alle condizioni contrattuali per determinate offerte mobili ricaricabili". Lo ha fatto citando le "mutate condizioni di mercato e dalle esigenze economiche dell'azienda", ma alla base sembrerebbe esserci una strategia ben oliata. Se l'è lasciata scappare direttamente il suo top management nel corso di un'assemblea degli azionisti. Le parole di Tim hanno attirato l'attenzione soprattutto per via di un passaggio piuttosto discutibile: "Lasciatemi chiarire: abbiamo operato tre rimodulzioni tariffarie per tre anni consecutivi. Abbiamo l'intenzione di continuare sia su mobile che su fisso perché abbiamo nuovi segmenti di clientela che possono essere soggetti a repricing a seconda del loro comportamento in termini di abbandono e del loro valore". Tim sembra quasi vantarsi di aver aumentato per ben tre anni conscutivi le tariffe dei consumatori, e rincara pure la dose. Dice infatti che l'azienda ha migliorato le proprie capacità di "segmentare i clienti", capendone cioè i comportamenti in modo da intervenire a colpo sicuro con il repricing. "Abbiamo ridotto l'effetto di abbandono, così continueremo l'effetto inflazionitico".

A commentare prontamente la strategia dell'azienda è stato Massimiliano Dona, l' "avvocato dei consumatori" sui social nonché presidente dell'Unione nazionale Consumatori: "L'azienda studia i consumatori e decide a chi aumentare il prezzo ben sapendo che probabilmente quel tipo di consumatore non cambierà operatore nonostante l'aumento di prezzo. Insomma, se ne vantano pubblicamente", ha detto Dona. Nello specifico, Tim ha comunicato che "le variazioni, che interesseranno un segmento specifico della clientela, prevedono un incremento del costo mensile a partire dal primo addebito successivo al 3 maggio 2025. Gli aumenti previsti sono di 2 euro, Iva inclusa, e saranno applicati in base alla tipologia di offerta attualmente sottoscritta dal cliente". Ovviamente, i clienti insoddisfatti possono esercitare il loro diritto di recesso, ma ciò non toglie che le dichiarazioni dell'azienda abbiano fatto storcere il naso a non poche persone.
