Aveva risalito lo Stelvio in moto, sul sedile posteriore, raccontando una delle sfide più epiche del ciclismo: quella tra Bertoglio e Galdos, all’ultima tappa del Giro d’Italia del 1975. Sue anche le cronache degli incontri del pugilato italiano degli Anni 80. Ma in Italia, lo sappiamo, è il calcio a vincere sempre. Ecco perché Claudio Ferretti, voce storica della Rai, viene ricordato oggi, all’indomani della sua morte, come “l’uomo di Tutto il calcio minuto per minuto”. È morto ieri, a Roman, a 77 anni, come ha annunciato la Rai attraverso un comunicato stampa diffuso in serata. Figlio d’arte (il padre Mario aveva raccontato le imprese di Fausto Coppi) Claudio Ferretti entrò in Rai giovanissimo, seguendo le impronte di famiglia, ma con uno stile differente.
Indimenticabili i suoi collegamenti con addosso la tuta di mamma Rai, segno di un tono innovativo, che metteva in archivio l’impettimento tipico dei cronisti del tempo, in favore di un modo più informale di raccontare eventi sportivi. Sempre, però, con grande professionalità e rispetto del pubblico. Un pubblico chiamato a rivivere, piuttosto che semplicemente ad ascoltare.
L’ultima volta con in mano il microfono che lo aveva portato nelle case degli italiani era stata nel 2010, in occasione dei 50 anni di Tutto il calcio minuto per minuto. Oggi il Giro d'Italia, che lui amava, sarebbe dovuto arrivare a Monselice. Ultima tappa prima delle Alpi. Una tappa tranquilla.