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Fallito attentato all'Addaura:
Contrada ha tradito Falcone.
Parola del giornalista Saverio Lodato

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

21 maggio 2020

Fallito attentato all'Addaura: Contrada ha tradito Falcone. Parola del giornalista Saverio Lodato
Secondo il giornalista Saverio Lodato, dietro al fallito attentato all'Addaura ci sarebbe stato Bruno Contrada, ex funzionario del Sisde. Lo avrebbe rivelato lo stesso Giovanni Falcone, di cui ricorre il 23 maggio ricorrono i 28 anni dall'uccisione

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Giovanni Falcone conosceva perfettamente il suo destino, già prima del fallito attentato dell’Addaura. Il 23 maggio ricorreranno i 28 anni dalla Strage di Capaci, in cui persero la vita il magistrato dell’Antimafia, sua moglie e la loro scorta. Ma è proprio all’Addaura, e quindi a tre anni prima (estate 1989) che bisogna risalire per ricostruire il passaggio fondamentale che portò alla tragedia del 1992. A farlo è stato Saverio Lodato, durante la trasmissione Atlantide di La7.

Addaura fallito attentato
Addaura, 21 giugno 1989. È su questa camminata che conduce al piccolo molo che vengono ritrovati, accanto a una muta e a delle pinne abbandonate, 58 cartucce di esplosivo all'interno di un borsone sportivo. La decisione di transitare lungo quel percorso era stata presa soltanto poche ore prima e per questo nessuno avrebbe dovuto esserne al corrente

Così, mentre la Sicilia finisce nuovamente travolta da un’inchiesta che ha portato all’arresto di dieci persone, tra appalti pilotati e funzionari pubblici raggiunti da pesanti accuse, la storia di Giovanni Falcone torna attuale, non solo per ricorrenza, ma anche per accadimenti. Con tanto di rivelazioni destinate a provocare un nuovo terremoto e, probabilmente, a rivedere i passaggi di una delle pagine più tristi e imbarazzanti del dopo dopoguerra italiano. L’intreccio è quello già noto: i buoni, i cattivi, lo Stato che sta con entrambi, e i giornalisti. Nel caso specifico il giornalista Saverio Lodato, che nel ricordare la strage del 1992 è tornato al 1989. Giovanni Falcone si trovava in Sicilia, al mare. Con lui una magistrata svizzera con cui stava collaborando nel finto arresto di un ex latitante. I due decisero di fare una strana e inconsueta passeggiata sugli scogli e proprio su quegli scogli fu rinvenuta una borsa carica di esplosivo, destinata a far fuori i due giudici. Ma chi poteva sapere che Falcone e la sua collega Carla del Ponte avrebbero fatto quella passeggiata? “Menti raffinatissime, non certo riconducibili ai vertici mafiosi, sicuramente spietati e violenti, ma non abbastanza fini da ordire trame così particolareggiate” – fu la confidenza affidata da Falcone ai suoi. Era chiaro che dietro quell’attentato fallito c’era un uomo dello Stato, qualcuno che sapeva e che aveva interesse a far vincere i cattivi contro i buoni. Lo stesso Falcone, parlando con il giornalista Lodato, era arrivato a fare un nome, quello di Bruno Contrada, il discusso ex capo del Sisde. E Lodato, a 28 anni di distanza dalla morte di Falcone e a 31 anni dai fatti dell’Addaura, ha deciso di raccontare quella conversazione. “Quello che mi disse doveva restare riservatissimo – ha spiegato – Rischiavo una interruzione netta dei nostri rapporti e non potevo permettermelo, ma oggi scelgo di parlare”.

Giovanni Falcone, Saverio Lodato, Bruno Contrada e Andrea Purgatori durante la trasmissione Atlantide
Saverio Lodato ha raccontato della confidenza fattagli da Giovanni Falcone, circa il possibile coinvolgimento di Bruno Contrada, durante la trasmissione Atlantide, condotta da Andrea Purgatori

Qualcuno ha tradito, segnando il destino di Falcone e facendo nascere nel magistrato la consapevolezza che la sua fine era vicina e che sarebbe stato solo questione di tempo. A confermare questa ricostruzione è stato anche il magistrato Alfredo Morvillo, in pensione dallo scorso 20 aprile (per altro cognato di Falcone) che, però, non fa nomi come Lodato: “Facemmo una cena qualche sera prima dell’attentato all’Addaura – ha raccontato – Nessuno poteva sapere della passeggiata di Giovanni con Carla Dal Ponte sugli scogli. Chi ha messo lì quella bomba era a conoscenza dell’intenzione dei due e, quindi, non solo di informazioni riservatissime circa il segreto che Falcone e la Dal Ponte custodivano. Giovanni, anche sulla base di alcune dichiarazioni rilasciate da un pentito, capì che a tradire fu un alto rappresentante delle istituzioni. Una confessione che, però, non fu mai formalizzata perché il collaboratore aveva ritrattato. La verità emersa in seguito alle indagini dell’attentato dell’Addaura è solo una parte di una verità ancora più inquietante”. 

Bruno Contrada
dirigente generale della Polizia di Stato, numero tre del Sisde, capo della Mobile di Palermo, e capo della sezione siciliana della Criminalpol.

Niente di meno improbabile. Al di là dei nomi e dei sospetti, con l’avvocato di Bruno Contrada che intervenendo nella stessa trasmissione ci ha tenuto a ribadire che il suo assistito è a tutti gli effetti un incensurato.

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