Mezza Italia l’aspettava al varco, pronta a godere di ogni sua più piccola défaillance. Un esercito di critici, giornalisti, maître-à-penser è stata per giorni col fucile puntato, nella speranza di poter gridare “io l’avevo detto!”. Ma la verità, piaccia o meno, è che dopo le prime 24 ore di Festival, Chiara Ferragni non soltanto non è caduta dalle scale, ma ha pure presentato con una disinvoltura (inconsapevolezza?) degna dei più navigati professionisti e ha fatto parlare di sé per i suoi outfit e per il suo - telefonatissimo - monologo. Insomma, come direbbe Francesco Totti, Chiara Ferragni vi ha purgato ancora e il suo regno sembra ora destinato a un futuro più longevo che mai.
L’inciampo in conferenza che non interessa a nessuno
Ci aveva provato Selvaggia Lucarelli, dopo la prima conferenza stampa, a mettere in luce la sua inadeguatezza, davanti alla legittima domanda di Paolo Giordano, giornalista de Il Giornale, in merito alle apparenti contraddizioni tra il suo fervente impegno in favore dei diritti delle donne e i testi di alcune canzoni scritte in passato dal marito Fedez. Giordano chiedeva alla Ferragni cosa ne pensasse, peraltro con un tono molto pacato e accomodante, quasi suggerendo una risposta scherzosa, ottenendo per contro lo sconclusionato suggerimento di rivolgersi direttamente al marito per qualsiasi questione lo riguardi. La Lucarelli aveva, così, fatto notare come la prima delle co-conduttrici di questa edizione 2023 non avesse neppure compreso cosa le venisse chiesto, dando prova di una bidimensionalità quasi stupefacente. Della serie: ti hanno detto di non rispondere alle domande su Fedez, lui ti viene nominato e tu a quel punto spegni il cervello, senza nemmeno capire cosa ti stiano chiedendo. È questa l’influencer che è diventata un case study ad Harvard? Eppure, di questo svarione, sostanzialmente nessuno si è davvero occupato. La notizia è passata totalmente in secondo piano, nessuno si è preso la briga di andare a vedere cosa dicano davvero i testi a cui faceva riferimento Giordano e il carrozzone è andato avanti per la sua strada, Ferragni in testa.
Le scale no look e il vestito già cult
Poi è venuto il momento del tanto atteso debutto. Che emozione dev’essere scendere quella scala, consapevoli del fatto che milioni di persone ti stanno guardando, pronti a cogliere ogni tua incertezza! La nostra Chiara nazionale si è presentata di spalle, in cima alla più celebre delle scalinate, mostrando uno scialle (o come diavolo lo chiamate nel mondo del fashion) recante la scritta “PENSATI LIBERA”. Citiamo dal post pubblicato sul suo account Instagram in tempo reale: “Le semplici e pur così forti parole arrivano da un'opera di Claire Fontaine che speriamo possano ispirare tutte le donne a sentirsi libere di uscire dal ruolo che è stato a loro imposto dalla società”. Quindi non una boutade da megalomane, non una tamarrata degna di Diavoletta87, ma un riferimento altissimo, comprensibile soltanto a Fontaine stesso e ai suoi parenti, senza quella spiegazione che però è puntualmente arrivata. Chiara è poi scesa con disinvoltura (“senza guardare!” dice Ama) e si è mostrata incredibilmente a suo agio sul palco probabilmente più difficile del nostro Paese, lo stesso - per capirsi - dove uno come Crozza ha rischiato di alzare le mani e tornare in camerino a piangere disperato, lo stesso dove suo marito ha avuto un mezzo attacco di panico non più tardi di un anno fa. L’abito è, tra l’altro, diventato oggetto di una valanga di meme in men che non si dica, rimarcando, qualora ce ne fosse bisogno, una visibilità che è oramai egemonia culturale.
La letterina scritta tutta da sola
C’era poi la questione monologo. Dopo aver ascoltato la lettera indirizzata alla Ferragni, scritta dalla Ferragni (“tutta da sola!” dice Ama), che ha fatto commuovere la Ferragni, in molti hanno detto: eccola la pochezza di contenuti, eccoli i pensierini scritti da una che ragiona come un’adolescente ma che si atteggia a leader di un’intera generazione di donne. Tutto vero, per carità, ma sorvolando sul fatto che tra le sue best friend forever c’è pure gente, adesso, tipo Liliana Segre (e vediamo cosa fate se il prossimo monologo glielo scrive lei), sapete forse dire se sia stato più appropriato, in passato, il discorso sulla bellezza proposto ad esempio da Diletta Leotta (“la bellezza capita” disse, la sorella del chirurgo plastico)? Sapete forse dire se sia stato più efficace, naturale e incisivo, quantomeno sulla storia di questa disgraziata kermesse, il monologo di Lorena Cesarini, che adesso voi non vi ricordate chi sia, ma che vi possiamo dire abbia calcato lo stesso palco anni uno fa, da oggi, e svolgendo di mestiere la professione dell’attrice? Finché googlate passiamo agli altri abiti.
Free tettine e le frasi degli haters
Il vestito con lo scialle a mo’ striscione degli ultras non è stato naturalmente l’unico outfit sfoggiato nel corso della serata. La nostra Kardashian in salsa bocconiana si è, infatti, presentata sul palco indossando pure un abito in tulle color carne realizzato in modo da riprodurre con un ricamo trompe l'oeil il suo stesso corpo (ispirato a una creazione di Maria Grazia Chiuri per Dior della primavera/estate 2018 e alla Eva dipinta da Lucas Cranach) e un altro vestito bianco caratterizzato dalla presenza di una serie di scritte aventi il compito di riprodurre “alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma”.
Ora, uno dei segreti peggio conservati dell’internet sono i capezzoli di Chiara Ferragni. Dalle foto rubate al mare, illo tempore, con l’ottimo Pozzoli, alla valanga di foto da lei stessa pubblicate sul suo account Instagram, la rete pullula di testimonianze sull’anatomia delle sue ghiandole mammarie (“maschilista! chi l’ha detto che servono a quello!”). Sentivamo il bisogno di un’intemerata sulla necessità di poter mostrare il proprio corpo? No. Sembra l’abito di Madame dell’anno scorso? Sì. Possiamo presentarci sul palco dell’Ariston il prossimo anno con dei boxer trompe l’oeil? No. Siamo qui a parlarne? Sì.
Quanto all’abito con le scritte, a balzare all’occhio è una malizia che sa di perfidia: neppure uno spazio è stato dedicato a Selvaggia Lucarelli. Chiara, dalle un po’ della tua attenzione eddai!
Chiara si è presa Sanremo e voi ce dovete sta’
Insomma, l’edizione 2023 del Festival di Sanremo sarà ricordata (anche) come l’edizione di Chiara Ferragni e non ci stupiremmo se questo esame possa rappresentare un viatico verso una prossima carriera come conduttrice. Chiara si è dimostrata insolitamente a suo agio, imperturbabile davanti a qualsiasi critica, in grado di veicolare un’attenzione impareggiabile e molto meticolosa nel prepararsi a un’esperienza che avrebbe potuto rappresentare un punto di svolta, in senso negativo, per la sua immagine. Con tutti i suoi difetti, con tutta la sua banalità, la Ferragni si è presa Sanremo e voi ce dovete sta’.