Il buco di 20 miliardi di euro alla voce “Mancata manutenzione” di Autostrade per l’Italia? Lo pagheremo in buona parte noi.
Al momento l’unica ipotesi percorribile sembra essere infatti quella di una nuova, paradossale ricaduta sulle tasche degli automobilisti. A disegnare lo scenario beffa è Il Sole 24 Ore, che fa prima di tutto un quadro chiaro – per quanto possibile – dell’intricata vicenda Autostrade, cercando di tirarne le somme per quanto è dato sapere finora in termini di piani economici, coordinamento e soprattutto copertura degli incredibili buchi di gestione e mantenimento.
Buchi quantificabili in una cifra complessiva di 40 miliardi di euro in omessa manutenzione; di questi, almeno 20 miliardi sono attribuibili alle carenze di Autostrade per l’Italia (Aspi), che ha in gestione metà della rete autostradale. E nel mezzo di un’intricata procedura d’uscita dei Benetton, di inchieste che si accatastano e di sponsor politici – del Movimento 5 stelle in primis – sull’abbassamento di profitti delle compagnie e al contempo dei costi per gli automobilisti, alla fine la via più probabile sembra essere quella dell’aumento dei pedaggi a copertura di una cospicua fetta di inadempienze, ripartite tra Ministero e gestori, Autostrade per l’Italia in primis.
Autostrade per l’Italia che – nel piano economico 2021-2038 presentato a ottobre e approvato in breve tempo dall’Autorità dei Trasporti – ha messo in conto solo 7 miliardi di euro di spese infrastrutturali. In più, in quei 7 miliardi non vanno inseriti solo i lavori di manutenzione, ma anche gli interventi ordinari e quelli riconducibili alla voce “nuove opere”; circostanza che conduce verso un’inevitabile e paradossale certezza: buona parte di quei 20 miliardi di buco li pagheremo noi, tramite l’aumento di tariffe e pedaggi.
Il piano resta ancora in bilico visto il mancato via libera, ad oggi, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Ma i segnali non sono affatto incoraggianti: il Sole 24 Ore evidenzia come il gruppo ASTM – già presente nella passata gestione e che si è aggiudicato ora la concessione delle tratte autostradali A10, A12, A11/A12 e A15 – abbia previsto rincari tariffari fino all’1,91%. Mentre per Aspi il nuovo piano economico-finanziario prevede aumenti di tariffe e pedaggi dell’1,75%.
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram