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Christian Volpi torna a casa dopo l'incidente in maxi scooter: "Mi hanno amputato due gambe, ma da oggi comincia la mia rinascita"

  • di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

26 maggio 2021

Christian Volpi torna a casa dopo l'incidente in maxi scooter: "Mi hanno amputato due gambe, ma da oggi comincia la mia rinascita"
Era un campione di canottaggio, poi uno scontro col suo maxiscooter, due gambe amputate. Una prognosi di 40 giorni e lui, Christian Volpi, 22enne livornese, che dopo soli 15 giorni rientra a casa. Noi eravamo lì ad aspettarlo insieme ai suoi amici che lo hanno accolto come un campione. Christian ci ha raccontato dei momenti di sconforto che ha passato ma anche di come ha ritrovato la forza per ripartire subito e voler essere un esempio di positività per tutti. Adesso il suo obiettivo è tornare in canoa, fissandosi degli obiettivi quotidiani con lo scopo di raggiungere le Olimpiadi. Nel nome di Alex Zanardi e con un rimedio particolare (molto particolare) per sopperire alla "sindrome dell'arto fantasma"

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

Mi hanno consigliato di fare uso di marijuana per sopperire alla “sindrome dell’arto fantasma”, il cervello sta mandando impulsi nervosi diversi e sbagliati a gambe e piedi che adesso non ho più

Christian Volpi, il ragazzo livornese che ha perso entrambe le gambe dopo un terribile incidente su un maxi scooter, è finalmente tornato a casa. La sua storia è in pochissimo tempo rimbalzata ovunque, prima in Italia poi all’estero con tantissimi messaggi di solidarietà da parte di molti personaggi famosi, dagli sportivi Antonio Rossi e Bebe Vio, ai calciatori di Atletico Madrid e Sampdoria, passando per Alessandro Diamanti e Alvaro Morata. Gli amici avevano aperto una raccolta fondi per dare un sostegno economico alla famiglia, in due settimane sono stati raccolti oltre 150mila euro. E sono stati proprio loro ad organizzargli una festa per il suo rientro con un lungo applauso e poi fuochi d’artificio, proprio come per festeggiare il “ritorno in patria” di un grande campione. Perché la storia di Christian Volpi è una storia di rinascita, che insegna a tenere sempre accesa la luce anche quando è tutto buio. Si può capire davvero la forza del 22enne livornese soltanto dopo averlo sentito parlare. Ad aspettarlo c'eravamo anche noi, il suo è stato un ritorno-lampo dettato proprio dalla volontà di ricominciare a vivere perché come ci ha detto Christian Volpi “ha subito soltanto un piccolo incidente di percorso”.

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Dopo che ho visto quello che è successo alle mie gambe ho pianto; la differenza l’ha fatta la testa, non ho mai pensato un minuto di mollare

Ciao Christian che dire una super accoglienza, te lo aspettavi?
Qualcosa mi aspettavo ma non così, è stata un’emozione unica e questa volta no, non ce l’ho fatta a trattenere le lacrime. Tutto il personale medico che non smetterò mai di ringraziare mi avevano detto che già era un miracolo quello che è successo dopo l’incidente così come la ripresa che da 40 giorni iniziali di prognosi sono diventati 15. Sono davvero contento, è una gioia indescrivibile.

Ti sei dato una spiegazione per questo recupero lampo?
Assolutamente, la mia forza mentale. Dopo che ho visto quello che è successo alle mie gambe sì ho pianto, ci sono rimasto male ma la differenza l’ha fatta la testa, non ho mai pensato un minuto di mollare. Nella vita ho sempre fatto sport perché mi piace la competizione, quando ho visto questa cosa ho pensato che le opzioni fossero due o arrendersi oppure combattere per me stesso, e questo lo devo soltanto alla mia indole sportiva. La cosa che mi ha dato ulteriore forza è che nessuno mi ha mai detto “Guarda lui poverino”, tutti mi hanno detto che ero un esempio di forza, e questo mi ha dato ulteriore forza.

A cosa pensi quando sei da solo o quando chiudi gli occhi?
Sono sereno, non mi sento differente dal 12 maggio, è vero sono senza gambe, ma sono sempre il solito, anzi sono più forte. Mi sento un fiore che non deve appassire, non deve assolutamente farlo, mi sento sbocciato. Io sono nato il 04/11/98 e sono rinato il 12/05/21.

Perché dici di essere rinato?
Perché ho imparato ad apprezzare ogni singola cosa, credimi che l’amore che ho sentito quando la mia famiglia mi ha abbracciato poco dopo l’operazione è stata una sensazione meravigliosa. Sto aspettando di poter tornare a vedere la luna, a sentire il vento e il mare, la pelle che si brucia per il sole. Mi sto rendendo conto di quante cose meravigliose diamo per scontato. Quando mi sono affacciato la prima volta dalla finestra dell’ospedale ho visto il vero colore delle cose.

Come te la immagini la vita adesso che sei tornato a casa? Ti sei già abituato a questa condizione?
Uguale a prima, sì chiaro che alcune cose saranno più difficili da fare perché magari devo stare in seggiola a rotelle, fare fisioterapia, il carattere non mi manca e ho fatto molto di peggio. Il cervello c’è e sono pronto per qualsiasi cosa. Fortunatamente mi sono già abituato alle mie condizioni, a livello mentale sono già predisposto a questa situazione, fino a che non ci saranno le protesi sarà così, ma non ci sono problemi.

Cosa hai pensato appena ti sei svegliato?
Grosso sconforto, è una sensazione indescrivibile, non so come spiegare. Quando ho visto i miei e il mio fratello è stato un enorme momento di gioia, quando mi sono svegliato l’opposto, di impotenza, mancanza, è questo che è. E poi una volta visto i miei fratelli, i miei genitori, questo amore che mi ha avvolto mi ha fatto forza, ho pensato la testa c’è e funziona bene, il carattere pure, non mi manca niente.

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Di quella sera mi ricordo soltanto una voce che diceva “stringi il laccio emostatico sennò lo perdiamo”

Cosa hai sognato in questi giorni?
Ti dico la verità, la notte dormo tranquillo e sereno come se fossi in casa. Soltanto una volta nei primi giorni dopo l’incidente. Io di quella sera mi ricordo soltanto una voce che diceva “stringi il laccio emostatico sennò lo perdiamo”. Uno o due giorni dopo ho avuto come una specie di semiricordo, ho percepito una sorta di calore e umido alle mani, come se fosse sangue, la sua viscosità. L’ho percepita come se per un momento il mio cervello mi avesse riportato lì, un flash di sensazione fisica e basta. Io sono stato cosciente dall’inizio alla fine, ma non mi ricordo niente perché quando succedono traumi del genere il cervello si “difende” e mette in cassaforte tutto.

Cosa ne pensi di tutto quello che sta succedendo intorno a te adesso?
È incredibile, mi piace che la gente mi guardi con un occhio differente, però non mi sento un eroe come qualcuno mi ha definito, io sono Christian. Vorrei sfruttare questa onda mediatica per aprire il cuore delle persone, mi hanno scritto tantissime persone e tantissimi giornali, tantissimi personaggi famosi sportivi e non, è stato bellissimo. Mi ha contattato un atleta paralimpico che in un incidente ha perso una gamba e una moglie, quando la gente guarda me io guardo chi da una disgrazia ha fatto un tesoro dimostrando di avere le palle cubiche.

Ce lo vedi un film su di te?
Mah, più un’autobiografia, mi hanno anche regalato il libro di Zanardi “Volevo solo pedalare… ma sono inciampato in una seconda vita” e dalla prima pagina mi ci sono rivisto, “Poi è successo che è caduto dal gradino più basso di tutti, arrivare a un passo dalla morte e ritrovarsi senza gambe...e iniziò la salita". Ecco lui l'ha chiamata così, io il mio piccolo incidente di percorso” perché per me questo è stato.

Ti spaventa in positivo il futuro?
Sì anche se mi sento con molti più obiettivi davanti, più carico, sto tirando fuori tutta la grinta che ho. Ti dico la verità, magari di cento obiettivi ne farò cinque, ma darò il massimo per ognuno di essi. Le Paralimpiadi lo è, va preso e cercato di raggiungere, magari non ci riuscirò, però darò tutto per raggiungere questo traguardo. Un altro sarebbe quello di andare nelle scuole per trasmettere ai bambini la mia positività, di sorridere alla vita. Io quindici giorni fa avevo le gambe, adesso ci penso ma non mi sento da meno, non lo guardo nostalgia, ma come un ricordo.

Adesso la prima cosa che farai?
Non vedo l’ora di mangiarmi una bella bistecca, di sentire il vento e guardare la luna, tutte cose che diamo per scontato ma che adesso non vedo l’ora di rivederle…

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Mi sento un fiore che non deve appassire. Io sono nato il 04/11/98 e sono rinato il 12/05/21.

… Eh ma anche un bel drink non ci starebbe male che dici?
Bravo! Mi hanno consigliato di fare uso di marijuana per sopperire alla “sindrome dell’arto fantasma”, il cervello sta mandando impulsi nervosi diversi e sbagliati a gambe e piedi che adesso non ho più. Quindi in questo momento sto sentendo come se avessi degli aghi ai piedi, è un dolore che non ho ma che sento e ieri gli operatori della terapia del dolore mi hanno detto che o c’erano gli psicofarmaci, che non voglio utilizzare, o gli oppiacei, che non mi sembra il caso, oppure il consumo di cannabis che viene regolarmente distribuita per uso medico qua in Toscana.

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