Andrea Diprè è stato scarcerato, è tornato da Praga e si chiede come mai la Rai non ne abbia ancora parlato. A farne le veci, eccoci pronti per un’intervista esclusiva in cui, finalmente, racconta le sue prigioni. Tra un video oscurato e l’altro, facendo slalom tra le varie chiusure dei suoi canali social, l’avvocato più catafratto del mondo conta oltre mezzo milione di follower su Instagram ma, a suo dire, meriterebbe di essere ancora più famoso.
Negli ultimi tempi ho sentito dire che lei è stato arrestato in Germania, poi rilasciato. Mi vuole raccontare cos’è successo?
“Allora, alle domande che mi fai posso rispondere sinceramente o fingiamo?”
Beh, se fosse possibile la preferirei sincero.
“Ecco, ti dico subito che fra mezz’ora mi arriva un contatto e dovrò riagganciare”.
Bene, abbiamo tempo. L’esperienza del carcere ha intaccato il Dipreismo?
“Il Dipreismo si fonda sul sesso, sulla pornografia, sul denaro liquido e quindi sull’odio verso la finanza. Odio totale soprattutto verso le Fiamme Gialle. Ecco, io odio quello… hai presente quello che ha vinto le Olimpiadi adesso?”
Marcell Jacobs?
“Lui! Mi fa schifo perché è un poliziotto e un poliziotto non può vincere niente”.
Ma lei non era in cella durante le Olimpiadi?
“Sì, le ho viste dal refettorio del carcere”.
Ecco, per quanto tempo è rimasto dentro?
“38 giorni”.
È stata la sua prima volta?
“Ma va’, figurati! (bestemmia)”.
Com’è ritrovarsi in carcere in Germania?
“Ah guarda, per me è stata una vacanza. Anche perché grazie a questa esperienza ho scoperto il crystal meth”.
In carcere?
“Certo! Tramite delle persone stupende del Kurdistan e dell’Iran. Tutta gente davvero di cuore, li adoro. Non l’avevo mai provato prima”.
Ok, ma perché è stato arrestato?
“Allora stabiliamo subito una cosa: a me non interessa niente quindi nemmeno dei motivi per cui sono stato arrestato. Ti posso dire che il carcere è fastidioso perché comunque stai in una cella. Io sono un avvocato e, anche se non sono Perry Mason, diciamo che essendo un ex democristiano, in qualunque situazione riesco ad avere dei vantaggi. Per esempio, in carcere sono riuscito a farmi dare una rivista pornografica da una poliziotta”.
Ho letto che i suoi amici erano preoccupati. Lei invece si stava divertendo?
“Io non ho amici. Però sono convinto che il Dipreismo, la mia religione, sia l’unica religione plausibile. Perché io vedo la gente seguire mete invidiate fatte di nulla, cose che non valgono un cazzo. Le persone non capiscono niente, voglio dire: cosa vivono a fare?”
E lei cosa vive a fare, invece?
“Io inseguo il Dipreismo e il mio obiettivo è che questa religione venga riconosciuta in tutto il mondo. Infatti, ero molto triste perché in Germania non potevo diffonderlo, mentre stavo in carcere. Purtroppo, la Germania è uno Stato dove puoi finire in cella per un nonnulla. È una police land”.
E qual è stato il suo “nonnulla”, nello specifico?
“Ma non me ne frega un cazzo, te l’ho già detto. So solo che son rimasto lì 38 giorni e inizialmente volevo fare causa alla Germania perché, per quanto si vanti di essere la locomotiva d’Europa, tra le varie ingiustizie c’era anche che i secondini si rifiutavano di parlare in inglese. Allora io ho capito la situazione, cioè che erano tutti nazisti, e ho cominciato a inneggiare a Mussolini (anche se non sono fascista, eh). Da quel momento, divenni «Herr Diprè» e mi trattavano tutti bene”.
Quindi è inneggiando a Mussolini che si è fatto dare la rivista porno dalla poliziotta?
“Guarda, scusami se sono volgare ma ti giuro quella poliziotta era una figa incredibile. Le ho chiesto un libro, magari in inglese, lei mi ha guardato in faccia e mi ha portato un porno. Mi hanno spiegato, tra l’altro, che c’è un motivo preciso per cui in carcere lavorano queste fighe: servono a fare entrare dentro la droga senza creare problemi”.
È riuscito anche a fare sesso in carcere?
“Soltanto esibizionismo. Praticamente io avevo la telecamera che mi controllava e allora mi segavo sempre. Giusto così. Cos’altro avrei dovuto fare?”
Beh, pare ci fossero alternative interessanti…
“Ma sì infatti, io davvero ho vissuto la prigione come una vacanza grazie al crystal, come ti dicevo. Però non so se posso dire queste cose perché i tedeschi sono un po’ strani, sai, non vorrei che...”
Ma mi ha detto che i tedeschi sanno solo il tedesco quindi può stare tranquillo. O no?
“Sì, sono tranquillo. Il problema è che purtroppo non ho ideali. Godo a fare le interviste ma vorrei solo che il Dipreismo dominasse il mondo. È questo quello che ho da dire. Cos’altro posso fare? Ormai non posso più candidarmi in politica per via della mia fedina penale che è quella che è”.
Altrimenti le piacerebbe riprovarci con la politica?
“Assolutamente. Vorrei andare in Parlamento a pippare. Intanto, vivo all’estero da dipreista”.
Sì, si vede da Instagram. Come si spiega il suo mezzo milione di follower?
“Guarda, è semplice: non esiste una persona al mondo che non mi conosca. Ti faccio un esempio: i video con la Sara Tommasi erano dei capolavori letterari stupendi – li ho anche rivisti di recente, bellissimi! – e indovina chi ha distrutto la nostra relazione? Selvaggia Lucarelli”.
Ma piuttosto: lei la sente ancora Sara Tommasi?
“A me non me ne frega. La Tommasi era una ragazza intelligente ma le persone conoscevano me, mica lei. Fai conto che io sono divorziato da Riley Steele, un’attrice porno molto brava nell’anale. Ha fatto anche un film importantissimo, Piranha 3D. Insomma, anche grazie ai video che ho fatto con lei, io oggi dovrei avere milioni di visualizzazioni però cinque anni fa mi hanno chiuso Facebook e Instagram. E da quella volta succede spesso che oscurino i miei canali”.
Mi chiedo come mai…
“No no, ma chiediti chi è stato. Quello coi capelli bianchi, dai, quel ferrarese che dice sempre “Capra”. Sgarbi!”
Ma perché mai Vittorio Sgarbi avrebbe agito per far chiudere i social di Andrea Diprè?
“Perché in Italia lo conoscono tutti ma fuori dall’Italia non lo conosce nessuno. Lui rosica per questo. Quindi si è incazzato e mi ha fatto chiudere i social. A me della gente non frega un cazzo, voglio dire: il fatto che lui esista non mi interessa. Però mi ha fatto del male, capisci cosa voglio dire? Ah, è arrivato il mio contatto. Mi richiami fra 10 minuti? Sarò in giro a fare una passeggiata per smaltire..."
Ok.
[Dieci minuti dopo]
Tutto bene?
“Alla grande. Tu fai uso di cocaina?”
No.
“Ma come cazzo fai?”
Lei come faceva prima di farne uso? E quando ha cominciato?
“Io ho scoperto la cocaina grazie a Sara Tommasi. L’abitudine poi l’ho presa in Costa Rica dove c’erano coca ovunque e prostitute stupende. Quindi lì ho preso il vizio. Un giorno però ho pippato in spiaggia in mezzo alle scimmie e ai serpenti. E un giornale locale mi ha denunciato per questo. Ma erano cazzi miei, no? Comunque sia, lì ho capito che bisogna stare attenti a queste cose…”
A pippare in pubblico?
“Eh, sì. Perché uno non lo può mai sapere ma potrebbero esserci delle ordinanze che lo vietano. Il più dipreista di tutti, comunque, è Trump. Un grandissimo”.
Davvero?
“Ma sì, ti dico: io ho vissuto la società e ho capito che è tutta sbagliata, popolata da esseri nocivi. Non farmici pensare, guarda. Per esempio, io dovrei avere molta più visibilità e invece ho perso un sacco di video perché me li oscurano ogni cinque minuti. Non c’è rispetto. Finisco in carcere e la Rai nemmeno ne parla, assurdo. Tanto per darti un’idea, ti ricordo che io ho creato la trap come genere musicale”.
E non si sente in colpa per questo?
“Ma va’! I ragazzi di oggi, soprattutto quelli della trap ma mica solo loro, parlano sempre di droga, di coca, di mignotte. E sono felicissimi. Questo ti dà l’idea di un fatto: il mondo ormai è dipreista”.
Quindi lei è il capo del mondo?
“Mi conoscono tutti. Sono più famoso di Pippo Baudo. Cioè i giovani oggi manco sanno chi sia ’sto Pippo Baudo, invece conoscono me.
C’è chi potrebbe pensare che lei sia famoso proprio perché, come ben diceva, viviamo in una società che, per esempio, dà visibilità a individui come Andrea Diprè…
“Non tutti possono capire la mia intelligenza. Ma ti immagini se adesso mi arrestano?”
E perché dovrebbero?
“Perché non mi lasciano mai stare quei figli di puttana. E perché sto passeggiando per smaltire la bamba. Praga è una città molto libertina ma ti giuro che per me è un attimo finire di nuovo in cella”.
Bene, allora buona fortuna. La lascio alla sua passeggiata.
“Sì, meglio così. Poi scrivi ciò che vuoi, sentiti libera pure di inventare quello che ti pare”.
Trascriverò parola per parola (insulti impubblicabili a parte). Lei qualcosa se l’è inventato durante questa intervista o ha detto solo la verità?
“Solo la verità. Anche se non me ne frega un cazzo”.