Prima di commentare la notizia, atteniamoci ai fatti. Emilio Fede stava evadendo dai domiciliari o dalla Morte?
Si perché le notizie servono solo per alimentare le chiacchiere come diceva Carmelo Bene. Astraiamoci e guardiamo le cose da dentro. Vediamo l’uomo. Cerchiamo Noi riflessi in lui.
Sta arrivando la fine di un’epoca. Noi millennial siamo degli spiantati, le figure con cui siamo cresciuti sono decrepite e si comportano da miserabli. Emilio Fede che scappa dai domiciliari è come il nonno suonato che abbandona l’ospizio. Al pranzo di Natale in casa qualche cugino più giovane ridacchia, ma i figli sono soppressi dalla tristezza e dall’imbarazzo. Ecco come se ne va la nostra gioventù. Mostrandoci la fine di chi una volta era invincibile.
Le figure con cui siamo cresciuti sono decrepite e si comportano da miserabli
Emilio Fede è fuori di testa come un cavallo, da sempre. Non deve essere una bella persona e le condanne che ha ricevuto lo confermano. Si è beccato 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione nel caso Ruby, non proprio una bazzecola. Procacciava ragazze a Silvio assieme a gente del calibro di Lele Mora. Bad karma signori. Bad bad.
Uno così ha il gas in fondo a manetta sempre, è ingestibile. L’aspetto che gli fa meno onore è il piagnisteo continuo che snocciola a favore di microfoni (pochi) e telecamere (quasi più nessuna ormai). Anche adesso si sta già lagnando che lui aveva fatto domanda per questo permesso e la sua richiesta era stata accolta dai servizi sociali. Accolta sì, ma non confermata. Ovvero Emilio non aveva ricevuto una carta ufficiale che gli dava il permesso di allontanarsi da casa. Quindi doveva stare buono. E invece?
Emilio hai avuto tutto dalla vita anche quando non te lo meritavi. Accetta il Tempo, stai calmino, goditi quel che resta
Chiaramente ha fatto come gli pareva. Come del resto è stato abituato a fare per tutta la vita. Non sono bastati 89 anni per calmarlo, figuriamoci se basterà un arresto. Non cambierà nemmeno adesso.
Emilio è andato a Napoli con la moglie a festeggiare il compleanno o l’anniversario (non lo so e non voglio saperlo) e mangiarsi una pizza. Che compassione. Una pizza con la moglie. A Napoli. Un gesto eclatante in ricordo dei vecchi tempi, con l’amara sorpresa che i vecchi tempi son finiti da un pezzo recapitatagli da tre carabinieri in borghese che lo arrestano. “Mi hanno trattato come un criminale” piagnucola Emilio.
Emilio, non puoi condannarci tutti a farti da badante. Non possiamo sempre prenderci cura di te. Ti lamenti che vivi con solo 8.000 euro di pensione al mese e non riesci a pagare la colf. Il carcere l’hai evitato e potevi scegliere i domiciliari a Capri in riva al mare. Alla gente piacciono gli anziani al bar che hanno una parola per tutti o una follia da regalare, non quelli come te che vogliono rimanere giovanotti in eterno.
L’arresto di Fede è assolutamente compatibile con l’immagine di Fede. Sembra scritto da Sorrentino tanto è precisamente un tassello dell’iconografia spregiudicata e arrivista del personaggio.
Non siamo tutti buoni, lui di sicuro non è una persona gradevole. Partito da Barcellona Pozzo di Gotto, figlio di un carabiniere trasferito a Ostia, ha cominciato a passare le notizie ai giornali da ragazzo, quando viveva di fronte alla caserma. Essere giornalisti è questo, arrivare per primi su una notizia. Non sempre i giornalisti sono buone persone e lui si, non si è mai messo nel lato dei buoni. Ha fatto carriera sposando la figlia di un dirigente Rai e guadagnandosi il titolo di “ammogliato speciale” e “genero di prima necessità”. Durante il periodo dei reportage in Africa lo chiamavano “Sciupone l’Africano”. Partito dal niente questo giovane inviato ha scalato tutti i gradini del potere fino a diventare direttore del TG1. C’era una celebre battuta di Roberto Benigni, che durante il suo show Tuttobenigni diceva: “Emilio Fede lo dovrebbero far vedere ai bambini disagiati, con problemi di autostima e dirgli: ecco amore, lo vedi quello? Quello è ‘direttore’ del Tg4. Non è un giornalista normale, è il ‘direttore’. A quel punto il bambino più sfortunato pensa: cazzo, se quello è direttore allora io posso essere un astrofisico nucleare”. Cattivo è, ma onesto. Un esempio di volontà di potenza nietzschiana inconsapevole.
Emilio hai avuto tutto dalla vita anche quando non te lo meritavi. Hai conosciuto il potere ma non hai mai generato niente di tuo, ti sei solo affiliato agli altri. Quindi adesso, accetta il Tempo, stai calmino, goditi quel che resta. E invece niente, come un bambino ancora, perché dentro sei un bambino, ti spingerai oltre. E noi guarderemo gli stracci che volano, aspetteremo il tuo libro in cui sputtani tutti, saremo curiosi di sentire cosa dice la gente. In fin dei conti, sei ancora qui per intrattenerci. Contento tu, contenti tutti.