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I catechisti della rete
(o del come Twitter vuole
impedire all’umanità di
avere pensieri scorretti)

  • di Ester Viola Ester Viola

10 agosto 2020

I catechisti della rete (o del come Twitter vuole impedire all’umanità di avere pensieri scorretti)
Cancel culture, la chiamano, ma è l’era del processo sommario, della protesta contro tutto, del catechismo imposto dalla rete. L’obiettivo? La cancellazione dei pensieri scorretti dell’umanità. Per fortuna il vertice del ridicolo è già stato toccato. E si sa che sulla cima più alta si è sull’orlo del precipizio

di Ester Viola Ester Viola

Cosa sta succedendo: offline, niente di che. Postumi di pandemia, ipotesi sulla seconda ondata, ripresa economica più invocata di San Gennaro, studi per il vaccino, i dubbi del lavoro da remoto: non si tornerà più indietro? Siamo destinati a una ridistribuzione del popolo italiano in provincia? Dobbiamo scordarci di Milano com’era? Non si sa, intanto imprenditori e immobiliaristi stanno passando una brutta estate, in barca al largo si vedono facce cupe.

Cancel culture, la chiamano

Online è tutta un’altra musica, svaghiamo, c’è la protesta. Contro che? Contro tutto. Cancel culture, la chiamano. Interpretazione libera ma corretta: cultura dell’indigno con aspirazione a riequilibrare le sorti del mondo. La folla senza scopo che s’alza la mattina e sceglie la sua guerra. Da un dialogo tra Jordan Peterson e Ben Shapiro: “I social in generale, ma in particolare Twitter, hanno creato una cosa che non è mai esistita nella storia dell'uomo: una folla senza scopo”. Si sa che ogni spasso degenera e il tempo libero finisce a schifìo. Eccoci dunque nell’era del processo sommario. Letteratura ce n’è dal 2015, Jon Ronson, i giustizieri della rete.

Churchill cancel culture

Esiste?

Per completezza espositiva c’è un puntino importante su una I: non tutto il Gotha degli studiosi è d’accordo. Bolle la polemica anche su questo. Una parte degli ottimati italiani sostiene che non esiste niente che si possa definire Cancel Culture, oppure esiste in America ma da noi non attacca perché guarda cosa ha detto l’altroieri Calderoli sulle donne, e mica l’abbiamo appeso a una quercia.

Non sceglierò la strada facile facendo notare che manco Trump può essere affossato, eppure di cancelletti ne piglia una valanga. E che la tragedia non è certo Calderoli, o Michele Serra o tutti i Robin Hood presso sé stessi che rubano il posto ai giovani per tenerlo caldo ai vecchi. Cuore ingenuo quello che pensa che a cadere siano i bersagli grossi: guardate i primi e vi scordate degli ultimi? Una società si misura da quello che succede a chi non conta niente. Cioè è quello che capita al poverocristo, il problema.

Il problema del # esiste. Eccome se esiste.

L’intellettuale deve intelligere, e intelligere si fa al chiuso nella pace della stanzetta. L’eccellentissimo pensatore ha pensieri sul mondo ma il mondo non lo pratica, il suo mondo al massimo è il ristorante, il circolo, la chat di gruppo con i suoi affini eletti su Whatsapp. Per esplicita ammissione. Altrimenti saprebbe che mentre lui strologa sull’inesistenza di una folla facile ad aizzarsi sull’internet – ma cosa stiamo dicendo, qui si vaneggia – nel mondo fuori ci sono licenziamenti a furor di popolo che i magistrati sono costretti a dichiarare validi in nome del popolo italiano perché un impiegato da qualche parte ha scritto milf a una collega. Caso realmente accaduto e nemmeno una sola volta.

Chi scrive Milf è solitamente un imbecille? Sì. Uno senza buona educazione? Certamente. E costui deve perdere il lavoro a scopo redenzione: punire un fesso per renderne intelligenti mille? Come piace a Vostra Grazia. Se dite che tirare mazzate funziona, cari democratici, chi siamo noi cauta minoranza per dirvi che state esagerando e vi si comincia a vedere il sangue negli occhi.  

Vi venisse un dubbio, qualche volta capita anche al migliore intellettuale, considerare Occam: un problema esiste nella misura in cui esistono movimentazioni bancarie da aziende ad avvocati. E mi pregio di informare che si moltiplicano i corsi di formazione per fare in modo che i dipendenti autocomprimano le boiate a uso social che vogliono scrivere per il rischio che poi l’azienda debba cacciarli causa un’onda anomala di commentatori incazzati su internet. Siamo ai corsi per regolare la libertà di opinione. Follow the money (purtroppo) e meno le belle opinioni.

We hear you and let’s get this straight: We care for children. The Audi RS 4 is a family car with more than thirty driver assistance systems including an emergency break system. That’s why we showcased it with various family members for the campaign. (1/3) pic.twitter.com/XAeIjszUWQ

— AudiOfficial (@AudiOfficial) August 3, 2020

Il caso Audi

Sono felice di annunciarvi che però il vertice del ridicolo s’è toccato. E si sa che sulla cima più alta si è sull’orlo del precipizio.

L’Audi. Un pubblicitario ha ingaggiato una bambina di due anni, l’ha addobbata con occhiali da sole e le ha messo un frutto in mano (una banana!). Dopodiché la creatura è stata fotografata in posa, appoggiata sul muso di una macchina ferma. 

Povera Audi, s’è aperto il cielo. Immagine suggestiva! Sessualizzata una minore di due anni! (La scoperta è che non è solo l’italico paesano, ma il cittadino mondiale medio è fermo ai film di Pierino, o cara grazia Jessica di Carlo Verdone).  

jessica viaggi di nozze banana

Non è finita. La seconda imputazione del processo sommario contro l’Audi: immagine altamente rischiosa perché la bambina, in un universo parallelo in cui non siamo in un cartellone pubblicitario, rischia di essere investita, in quella posizione!

È finita con la campagna pubblicitaria ritirata e le solite scuse per aver offeso qualcuno. Siamo nelle mani di Pisellina06.

Altre varie ed eventuali

Un’altra branca della follia, metto tutto nel calderone perché a fare curate distinzioni scientifiche mi pare di legittimare quartieri del manicomio, è l’ultimissima moda della celebrazione dei corpi imperfetti. Viva la normalità, con sua maestà Chiara Ferragni che si fotografa controluce in barca in Sardegna e dice: ehi, ho anch’io la cellulite! Si vede una vaga ombra su una coscia taglia 38. 

20200810 125220921 8333

“Basta con l’imposizione dei canoni” ce lo dicono le modelle? Gente che ha fatto della bellezza la sua cifra commerciale? Woman supporting woman con gli autoscatti?

Adesso. È il nove agosto e siamo sotto i quaranta gradi da qualche giorno, quindi io non ho voglia di argomentare e chi legge mi sta solo usando per cercare di dormire sotto l’ombrellone. Ma qui è stato passato ogni segno, ogni confine, il Rubicone s’è seccato. 

Il progetto dell’eliminazione dalla faccia della terra degli individui che mai più sfotteranno il ciccione, la bruttina, quello basso o l’ultima arrivata a Milano che parla con l’accento beneventano è piissimo e lodevole, ma non potete crederci sul serio. Che vogliamo fare? La cancellazione dei pensieri scorretti dell’umanità? E che faremo con quello che è stato già detto? Aristofane? E con Flaiano, con Philip Roth? Cosa faremo con Philip Roth? Non c’è abbastanza fuoco per arderli tutti. Senza contare che il fuoco si rifiuterebbe.

Questo bagno di catechismo non s’ha da fare. Invece di sentirci tutti buoni e giusti e seduti sull’altare proviamo a sentirci più imbecilli, come quando postavamo le prime foto nel 2008 per accattare tre like. Magari funziona.

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