Lo sport come esempio. Di vita, di valori, di fatica, di successi e anche di insuccessi. Fin da piccoli, infatti, ci viene insegnato che facendo sport si inizia a crescere e a formarsi. Ognuno di noi, poi, ha il suo esempio sportivo, un modello da seguire.
Oggi però si è sviluppato un enorme paradosso, l’esempio è diventato il nemico, o viceversa. Quel “cattivo maestro” di Novak Djokovic, numero uno al mondo e no vax convinto. Un’esenzione medica, infatti, potrebbero permettere al serbo (caos sul visto e sulla esenzione stessa permettendo) di partecipare al primo torneo del Grande Slam della stagione nella teoricamente rigidissima Australia, facendo infuriare tutte le bocche del pensiero unico del nostro Paese (e non solo).
Sono ormai quasi due anni che Djokovic è diventato uno dei paladini del movimento no-vax. Era infatti maggio 2020 quando dichiarò “Sono contrario alla vaccinazione contro il coronavirus”, divenendo così il baluardo per migliaia di antivaccinisti sparsi in tutto il globo. Ma adesso, nella vicenda Australian Open, quali colpe ha Djokovic?
Nole è infatti l’esempio materiale di come poco importa se tu sia un no vax quando porti la pecunia. Djokovic infatti può esser considerato da qualcuno un folle poiché non si vaccina, ma in questo caso di colpe non ne ha. I colpevoli sono altri, anche se i tuttologi del web non se ne rendono conto. In primis chi gli permette di fare esattamente ciò che vuole, come vuole e se lo vuole. C’erano, infatti, tanti dubbi sulla partecipazione agli Australian Open del serbo, che li ha vinti negli ultimi tre anni. Ma poco conta quell’“unvaccinated tennis players ruled out of 2022 Australian Open” (“i giocatori non vaccinati saranno esclusi dagli Australian Open 2022”) del direttore dello Slam, soprattutto se ti chiami Djokovic. Sì, perché qualche medico ha firmato un’esenzione che è stata accolta, creando così un grande precedente nel mondo sportivo proprio mentre si parla di obbligo vaccinale per quasi tutte le discipline. Se Djokovic può essere esente, ci si potrebbe chiedere con un po’ di ingenuità, perché non può esserlo un giocatore di serie C di calcio oppure un pallavolista di serie B2?
Potremmo chiamarlo il paradosso Djokovic, perché mentre il mondo no vax esulta festante la partenza verso l’Australia di uno dei suoi più importanti esponenti, il resto del mondo si scaglia contro il numero uno del tennis che ha l’unica “colpa” di essere il più forte anche senza vaccino.
Un esempio al contrario? No, semplicemente il caso a cui tutti gli sportivi che non vogliono vaccinarsi si aggrapperanno. Anche questa volta, infatti, lo sport ci ha dato un esempio, figlio di questi tempi di Coronavirus. Il paradosso di Nole rischia di diventare una sorta di sentenza Bosman dei non vaccinati, ovvero il caso dove l’atleta non vaccinato potrà liberamente girare nelle relative competizioni a prescindere dalle regole del singolo Stato, seppur con una differenza: Bosman era un calciatore di basso livello, mentre Djokovic è il tennista numero uno al mondo.
Quella sentenza del 1995 della Corte di giustizia dell’Unione Europa servì a regolare la “libera circolazione” di calciatori appartenenti all’Ue (purché senza contratto) nei Paesi dell’Unione stessa. Il paradosso Nole, invece, rischia di diventare il caso di “grande esenzione” a cui ricorrere a livello globale. Anche se, va detto per non sembrare degli sprovveduti, quasi nessuno potrà vantare il “potere contrattuale” di Novak.