L’atleta della Nazionale si racconta: dal coma per un incidente sul lavoro al Mondiale, con i grandi sogni – solo rimandati – per Tokio2020.
“Anche in quarantena – ha detto – è stato possibile allenarsi. Ognuno per i suoi obiettivi, possiamo farlo tutti”.
I consigli per mantenersi in forma e un circuito da fare in casa sono il regalo del marciatore azzurro per i lettori di MOW.
La quarantena? Un’occasione per stare di più a casa, ritrovarsi e, comunque, allenarsi.
Gli esercizi da fare ce li suggerisce lui.
Michele Antonelli è così, vede il buono in ogni cosa. Anche se questa estate sarebbe stata, per lui, quella del coronamento di un sogno: la partecipazione alle Olimpiadi di Tokio, con la maglia della nazionale italiana, nella disciplina della 50km di marcia.
“È vero – ci spiega – si mangia un po’ di più e le possibilità di fare movimento sono limitate. Io sono abituato a fare circa 7000 chilometri a piedi ogni anno, ma trovo comunque il modo di allenarmi. Le scuse non reggono e per chi ha intenzione di tenersi comunque in forma si possono fare degli esercizi che richiedono poco spazio e poco tempo”.
L’atleta azzurro non è abbattuto, non è preoccupato e non sembra per nulla amareggiato di dover aspettare ancora un anno per prendere parte alla manifestazione olimpica. “Vorrà dire – ci racconta con una battuta – che nel mio destino ci sono lo zero, l’uno e il due”.
Gioca con le date Michele Antonelli. E con la sua storia. La storia di un ragazzo che nel 2012 era in coma nel letto di un ospedale, a lottare tra la vita e la morte dopo un incidente sul lavoro e che, invertendo l’ordine delle cifre come per un gioco matematico del fato, l’anno prossimo, quindi nel 2021, vestirà i colori della Nazionale alle Olimpiadi.
“Ero poco più che un ragazzino – ricorda – facevo già atletica leggera, ma con l’animo di uno che fa uno sport tanto per farlo, non avevo risultati eccezionali. Mi allenavo, con costanza anche, ma senza particolari ambizioni. E lavoravo. Un giorno d’estate del 2012 stavo sistemando un giardino quando la pala di un mezzo meccanico mi ha schiacciato contro la sponda di un camion. Ho rischiato di non raccontarla, sono stato a lungo in coma. Poi il risveglio e la presa di coscienza che forse avrei dovuto lasciare lo sport. Lì ho capito quanto fosse importante per me e che per niente al mondo mi sarei arreso ad un destino che voleva negarmi un futuro in questo senso".
"Figuriamoci se può farmi paura un rinvio di un anno, dovuto tra l’altro non a qualche capriccio, ma alla necessità di darci da fare, tutti, per contenere la diffusione di un mostro di cui conosciamo ancora troppo poco. Quando ero ancora in convalescenza raccontavo a mia madre che andavo alle lezioni della scuola guida e invece andavo ad allenarmi, nascondendo le scarpe in uno zaino”.
Determinazione e consapevolezza della propria capacità di impegnarsi. Ma non solo, come ci racconta lui stesso: “Faccio quello che mi piace e non ho paura di fallire. Nella mia carriera, a conti fatti, sono più le volte che ho mancato l’appuntamento importante rispetto a quelle in cui il duro lavoro che svolgo ogni anno è stato ripagato dai risultati, come la soddisfazione dell’ultimo mondiale con il sedicesimo posto a Doha. Quello che faccio lo faccio perché è la passione della mia vita. I risultati arrivano e, se non arrivano, le sconfitte aiuteranno a farli arrivare”.
Basta essere consapevoli che dietro un certo atteggiamento c’è un totale votarsi al sacrificio. Non solo nell’allenamento. “Dopo quell’incidente – ha concluso Michele – mi sono iscritto anche al corso di laurea in Scienze Motorie. Poi l’ingresso nel corpo sportivo dell’Aeronautica Militare, la maglia azzurra e qualche significativo traguardo. Molti colleghi, anche di altre discipline, temono che il rinvio di un anno possa compromettere il sogno di una partecipazione, ma io non ho questa paura. Mi alleno, finchè ho potuto l’ho fatto all’aperto e nel periodo di quarantena l’ho fatto a casa, ma ho un obiettivo ed è a quello che guardo. Invito anche voi a farlo, magari non per essere atleti olimpici, ma per non uscire da questo difficile periodo, in cui ci sarà bisogno che tutti facciano di più e meglio, con un corpo stanco”.
Gli esercizi per riuscirci sono i seguenti.
Circuito livello base da fare in casa
Riscaldamento 12'
• corsa sul posto.
• skip ginocchia alte
• skip calciata dietro
• saltelli con corda
Fase centrale
30" esercizio e 20" recupero da ripere per due volte
• jumping jack
• plank classico
• squat
• burpees
• divaricate Jump
• crunch a bicicletta
• skype ginocchia alte
• mountain climber
• affondi laterali
• saltelli sulle punte a ginocchia tese
Defaticamento
Corsetta leggera sul posto e stretching a piacere.
Per aumentare la difficoltà, nelle settimane successive, sperando si possa tornare ad allenarsi all’aperto, possiamo inserire delle parti brevi di corsa tra un esercizio e l'altro, ad esempio a modo di navetta (fare un esercizio, poi uno scatto di corsa di 30/40 metri e un altro esercizio).
Oppure aumentare il tempo di esecuzione dell' esercizio da 30" a 40/50" e/o diminuire quello di recupero .