È un susseguirsi di foto, nomi, cognomi, numeri, video intimi e dati sensibili di ogni tipo, talvolta persino indicazioni geografiche e riferimenti a luoghi per rintracciare le ragazze. Ragazze che sono le ennesime, inconsapevoli vittime di un nuovo gruppo Telegram emerso nelle ultime ore, esplicitamente etichettato come luogo per “sputtanare una tua amica”.
Un gruppo che conta più di 10mila iscritti e che espone al pubblico ludibrio ragazze di tutte le età, spesso minorenni, che un membro segnala diffondendone materiale e informazioni, dando così il via alla pioggia di insulti ma non solo. Delle giovani infatti vengono diffusi anche i reindirizzi ai vari profili social, così da trasformare spesso l’offesa in contatto diretto con la vittima.
È un bot quello che sta dietro a simili operazioni: l’utente compila le informazioni richieste, allega il materiale nei campi obbligatori e dà vita al profilo della ragazza contro cui scagliarsi, con tanto di link che rimanda a un altro gruppo in cui si trovano video intimi delle stesse. Si tratta solo dell’ultimo prodotto di un sottobosco che si fa purtroppo sempre meno sottobosco, moltiplicandosi in più forme e versanti sui social ma in particolare su Telegram, che per sua natura fornisce le maggiori garanzie di anonimato ai colpevoli.
Ma oltre alla protezione “indiretta”, gli amministratori cercano tutele dirette avvisando i loro utenti in una sorta di FAQ: “Quando contattate qualche ragazza non divulgate l’esistenza del canale e del gruppo. Organizzandosi queste troiette minorenni segnaleranno in massa il canale col rischio che ci bannino”.
Ma l’anonimato è proprio il muro che Cathy La Torre, avvocata specializzata in diritto antidiscriminatorio e diritti della comunità LGBTQI, intende smontare al più presto come direttamente promesso a commento della scoperta del gruppo e delle sue caratteristiche:
“Non farò di tutto perché il vostro canale sia bannato. Che voi siate individuati. Che paghiate il conto con la giustizia. Ve lo prometto.”
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