Prima condanna al processo per caporalato sui rider a Milano: il gup ha disposto una pena di 3 anni e 8 mesi per Giuseppe Moltini, uno dei responsabili delle società di intermediazione coinvolte nell'inchiesta. Il giudice ha anche deciso di convertire il sequestro di 440mila euro in contanti in un risarcimento da 10mila euro a testa per i 44 fattorini parti civili e da 20mila euro per la Cgil. La sentenza è stata emessa nel processo abbreviato a carico di Moltini, che era accusato di caporalato sui fattorini. Secondo l’accusa, attraverso le società di intermediazione Flash Road City e Frc srl, facevano le consegne di cibo a domicilio per conto di Uber. Gli altri imputati sono stati condannati solo per reati fiscali. Altri due imputati sono stati condannati (2 anni e 1 anno e 6 mesi) ma solo per reati fiscali.
Il 5 luglio il giudice aveva mandato a processo anche Gloria Bresciani, manager (sospesa) di Uber, anche lei accusata di caporalato sui fattorini. Udienza per lei il 18 ottobre davanti alla nona penale. Il gup aveva mandato a giudizio pure la società di intermediazione Frc, imputata per la legge sulla responsabilità amministrativa, e accolto i patteggiamenti per caporalato di Leonardo Moltini (3 anni) e Danilo Donnini (2 anni), sempre responsabili delle società di intermediazione di manodopera, e di un altro imputato, Miriam Gilardi, per favoreggiamento a 1 anno e 6 mesi. Uber è stata citata come responsabile civile Bresciani e gli altri tre accusati di caporalato, secondo l'accusa, avrebbero reclutato rider assumendoli in Flash Road City e Frc srl “per poi destinarli al lavoro presso il gruppo Uber in condizioni di sfruttamento”. In particolare, i lavoratori venivano "pagati a cottimo 3 euro", "derubati" delle mance e "puniti" con decurtazione dei compensi se non stavano alle regole. La Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia, era intervenuta col commissariamento poi revocato dopo una serie di misure introdotte da Uber.