Nuovi costi ambientali per i cittadini, e in particolare per gli utenti della strada? Per Libero “è un’ipotesi. Ma fino a un certo punto. Per inseguire la rivoluzione verde bisogna fare piazza pulita non solo del carbone e dell’anidride carbonica, ma anche dei sussidi ambientalmente dannosi”.
Al riguardo il ministro Roberto Cingolani ieri ha parlato di “cancellazione non negoziabile”, già “entro i prossimi 10 mesi”. In che modo? Ancora non è stato dettagliatamente stabilito.
“Il ministro della transizione – riferisce Libero – ha ventilato la possibilità di «restituire» le risorse risparmiate attraverso altri sgravi fiscali non inquinanti. Ma è chiaro che prima arriverà il taglio. Poi, forse, il rimborso. In altre parole, dopo le bollette e la benzina alle stelle arriverà pure la tassa sul diesel. A farne le spese, guarda un po’ il tempismo, ci saranno anche quelle categorie che in queste ore minacciano di bloccare l’Italia per il green pass. I circa 19 miliardi di aiuti vanno infatti all’edilizia, all’agricoltura, all’attività estrattiva, ma soprattutto all’autotrasporto. Per i carburanti, infatti, l’agevolazione principale altro non è che una riduzione dell’accisa, da 0,728 €/litro della benzina a 0,617 del gasolio, che riguarda tutti, ma in particolare chi sulle strade ci lavora, come i camionisti”. Il che si tradurrebbe in ulteriori salassi al distributore, dove i prezzi sono già a livelli altissimi. E pensare che c’era chi, come Matteo Salvini, aveva promesso di eliminare del tutto le accise (serie di imposte alcune delle quali risalgono alla guerra d’Etiopia) non appena arrivato al governo. Sono passati più di tre anni e le accise, oltre a non essere tolte e a non diminuire, potrebbero essere addirittura aumentate.