La proposta della Commissione Ue di dire basta all’immatricolazione di auto a benzina, diesel, gpl, metano e pure ibride dal 2035 ha già dato il via alla corsa per costruire decine di fabbriche di batterie agli ioni di litio in tutta Europa, passaggio inevitabile per la transizione verso l’elettrico (non necessariamente inevitabile almeno in termini così perentori, ma, previo via libera del Parlamento europeo e degli Stati membri, così sarà o potrebbe essere).
“Gli analisti – riferisce il Fatto – prevedono che l’Europa occidentale sarà l’area del pianeta con l’aumento più veloce delle vendite di veicoli elettrici, attese al 72% del totale nel 2030 a fronte del 40% degli Usa, 43% della Cina e 20% del Giappone. […] La Commissione ha stimato che, per soddisfare la sola domanda europea di batterie, nei prossimi due anni sarà necessario investire circa 70 miliardi nella loro produzione. Altri 80-120 miliardi andranno spesi entro il 2040 nella Ue per creare la rete dei punti di ricarica. […] A livello globale entro il 2025 produttori auto e fornitori investiranno nell’elettrificazione 280 miliardi, 70 in più di quelli previsti prima della decisione di Bruxelles del 14 luglio”.
La costruzione di nuovi impianti di costruzione di accumulatori agli ioni di litio era già prevista (Stellantis, gruppo nato dalla fusione di Fca e Psa, ha annunciato la realizzazione di una fabbrica di batterie a Termoli), ma si dovrà fare di più: Ma ora sarà necessario accelerare la realizzazione di molte altre: “Ci sono 25 progetti annunciati di fabbriche di batterie agli ioni di litio in Europa, che vanno da impianti pilota a gigafactory e, se realizzati, aggiungeranno un totale di circa 500 GWh di capacità di produzione totale entro il 2030”. Non basteranno: “La domanda di batterie per veicoli aumenterà da una potenza stoccabile pari a 155 GWH nel 2020 a 2.294 GWH nel 2030 […] e 5.508 nel 2040 […]. I produttori di batterie nei prossimi anni – sottolinea Nicola Borzi – dovranno sviluppare una serie di nuove tecnologie, tra cui quella ad anodo di nichel e silicio, che consentiranno di superare i limiti degli accumulatori attuali agli ioni di litio. Mentre sinora lo sviluppo di tecnologie alternative era atteso verso il 2040, ora l’evoluzione è prevista iniziare già nel 2025-2030. […] Le strategie dei gruppi automotive globali su questo fronte sono assai variegate. Volkswagen, Toyota, Generalmotors e Bmw stanno creando nuove partnership di fornitura e joint venture per aumentare la produzione di batterie e poi venderle a terzi. Tesla invece vuole integrare verticalmente la propria fornitura, dall’estrazione e lavorazione dei materiali chiave sino alla produzione”.
Coinvolti anche gli Stati: “Il valore della catena completa di approvvigionamento e produzione nella Ue di batterie, dall’estrazione dei minerali a monte sino allo smaltimento e al riciclaggio a valle, è stimato fino a 250 miliardi l’anno e potrebbe creare sino a 4 milioni di posti di lavoro. Ecco perché – si legge sul Fatto – governi nazionali e Commissione Ue investono fondi pubblici per sviluppare il settore degli accumulatori”.