Dalla rassegna stampa di oggi emerge una notizia comune a quasi tutti i giornali: Netflix ha qualcosa da dire. E, per fortuna sua, anche molto da spendere, perché per dire le cose che ha da dire (principalmente lamentarsi per gli investimenti in Italia che sarà obbligata a fare) ha acquistato pagine e pagine sull'edizione odierna dei principali quotidiani italiani: addirittura 9 pagine sul Corriere e su Repubblica, 5 sul Sole 24 Ore e 3 su numerose altre testate cartacee. Un conto di giornata, dunque, che arriva a cifre a molti zeri.
Analogo il copione: una pagina scritta più una o più combinazioni di due pagine affiancate apparentemente identiche, se non fosse per le didascalie di accompagnamento, relative a proprie produzioni di cui rivendica la qualità, segnatamente Il Divin Codino, Alessandro Cattelan: una semplice domanda, Summertime e Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano.
Sulla prima delle due pagine si legge “Questa è la produzione di uno show tv italiano”, sulla seconda “Questa, invece, è la produzione di uno show italiano in streaming”. Dopodiché nella didascalia c’è scritto “Se non vedi differenze, è perché non ce ne sono. Che sia in streaming, in televisione o al cinema, ogni storia per essere raccontata richiede passione, talento, coraggio e impegno. E l’ampre per l’Italia che ci porta da sempre a cercare storie inedite, lavorare con i migliori talenti, dare spazio a voci nuove e diverse, sperimentare e arricchire l’industria creativa italiana di punti di vista differenti e approcci innovativi”.
Questo invece il messaggio della pagina scritta: “Dall’Alto Adige alla Sicilia, passando per le grandi città ed i piccoli borghi, abbiamo portato al nostro pubblico globale la varietà e la bellezza della narrazione italiana. Negli scorsi anni, abbiamo investito centinaia di milioni di euro in produzioni in Italia, lavorando con talenti affermati e dando spazio a voci nuove e diverse. Ed il nostro investimento continua a crescere: abbiamo in cantiere oltre quarantacinque nuove storie in due anni, tra serie, film, documentari e molto altro, che stiamo realizzando insieme ad una varietà di partner produttivi italiani. Vogliamo impegnarci attivamente affinché l'industria creativa italiana prosperi. Per questo stiamo investendo molto in progetti di formazione e training, per aiutare i professionisti del settore e per i giovani talenti ad esprimersi al meglio delle proprie possibilità. Ci stiamo adoperando per trovare il modo per lavorare al meglio con i produttori indipendenti italiani, di cui riconosciamo il ruolo. Le recenti proposte di attuazione in Italia delle norme europee in materia di servizi tv prevedono obblighi di investimento, a carico dei servizi «a richiesta» come Netfllix, doppi rispetto a quelli degli altri player, il tutto in base ad un rigido sistema di regole e con possibili conseguenze indesiderate per l’intero settore video italiano. La nostra volontà di continuare ad investire non è mai stata in discussione: i nostri abbonati amano le storie italiane, e anche noi le amiamo. Abbiamo però bisogno dell’equità e della flessibilità necessarie per continuare a raccontare al mondo la varietà e la ricchezza delle storie e del talento del nostro paese”.
Queste le pubblicità che abbiamo rintracciato sui giornali:
9 pagine (su 60) su Repubblica: 1 storie italiane + 2 Alessandro Cattelan + 2 Sanpa + 2 Summertime + 2 Divin codino
9 (su 60) sul Corriere: 1 storie italiane + 2 Divin Codino + 2 Summertime + 2 Sanpa + 2 Cattelan
5 sul Sole 24 Ore: 1 storie italiane + 2 Divin codino + 2 Cattelan
3 su La Stampa: 1 storie italiane + 2 Divin codino
3 sul Messaggero: 1 storie italiane + 2 Cattelan
3 sul Fatto: 1 storie italiane + 2 Cattelan
3 pagine sul Giornale: 1 storie italiane + 2 Summertime
3 su Libero: 1 storie italiane + 2 Divin codino
3 su Domani: 1 storie italiane + 2 Summertime
Un gigantesco investimento che punta a sensibilizzare la politica (non è una campagna abbonamenti né promozionale per un prodotto) e, forse, anche gli organi di informazione, sempre molto “sensibili” al punto di vista dei grandi inserzionisti.
Tra i principali quotidiani, spicca l’assenza della Verità, oltre che quella del Tempo. Sarà un caso, ma sono i giornali meno allineati su vaccini e green pass. E pensare che secondo Burioni bisognava fare una colletta per pagare l’abbonamento a Netflix ai no vax “agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci”...