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Pamela Anderson e Lady Diana:
le finte bionde che ci piacevano
(mica come Donald Trump)

  • di Luca Beatrice Luca Beatrice

1 luglio 2021

Pamela Anderson e Lady Diana: le finte bionde che ci piacevano (mica come Donald Trump)
Nate entrambe oggi, probabilmente agli antipodi come personaggi, le due finte bionde più importanti degli anni 90 una cosa in comune ce l’hanno. Si chiama inquietudine

di Luca Beatrice Luca Beatrice

Si definirono finte bionde, dal film diretto da Carlo Vanzina nel 1989, quelle donne generalmente sopra i trent’anni che si sottoponevano a estenuanti sedute dal parrucchiere per togliere dalla propria chioma ogni residuo di anonimo castano e presentarsi al mondo bionde, biondissime, platinate, un tempo si sarebbe detto ossigenate…

Gli anni 90, per la prima volta, rovesciarono il valore dell’autentico. “Come mamma ti ha fatto”, “la ragazza della porta accanto”, “la bellezza acqua e sapone” sono frasi che non rappresentarono più nulla. Nel 1992 la mostra Post Human, al Castello di Rivoli, spiegò che l’arte contemporanea stava intercettando la rivoluzione del corpo: body building, palestre, centri benessere, chirurgia estetica, ritocchi, liposuzioni, sbiancamenti, reinvenzioni continue del look, predeterminazione del dna, fino all’estremo della clonazione sull’esempio della pecora Dolly. Nel memorabile catalogo curato da Jeffrey Deitch, più delle opere sono i personaggi a risultare i simboli della nuova epoca che sta correndo verso il 2000: Michael Jackson, Madonna soprattutto. 

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Ci sono anche Lady D e Pamela Anderson, il cui finto biondo, prima di quello di Donald Trump, ha imposto il ruolo di un femminile basato sul mito che il capello tinto (dunque finto) è comunque meglio di quello naturale (vero, cosa significherebbe poi? Per carità, non certo la ricrescita infelice).

Oggi, 1 luglio, è il loro compleanno. Pamela compie 54 anni, Lady D ne avrebbe 60 come me. La principessa del Galles oggi sarebbe una giovane e adorabile nonna, impegnata metà del tempo a occuparsi di cause umanitarie e l’altra metà a fronteggiare le crisi in famiglia. Aver lasciato ufficialmente la monarchia non significa per questo disinteressarsi della vecchia suocera. Tutto ciò che Diana non è riuscita a essere lo racconta bene nelle sue opere la fotografa inglese Alison Jackson, caustica e irriverente, che non risparmia nessuno, né la Regina, né Carlo, né Camilla (funzionavano meglio da amanti, nel matrimonio è dura starci dentro), ma nei confronti della principessa triste ha come un moto di tenerezza e la ritrae nel bel quadretto della sua nuova famiglia, con i due figli avuti da Dodi, che sul trono non saliranno mai eppure saranno ricchi e famosi.

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Pamela invece è ancora qui e non ha perso il vizio di sposarsi e divorziare nel giro di pochi mesi, per la quinta volta. L’ultimo matrimonio, celebrato il 20 gennaio 2020, è durato 12 giorni. Jon Peters, produttore cinematografico americano, non ha resistito di più, dopo Tommy Lee, bassista dei Motley Crue, Kid Rock, Rick Salomon, per due volte.

Due caratteri, in apparenza, molto diversi. Difficile pensare avrebbero potuto passare le vacanze insieme, eppure le due finte bionde più importanti degli anni 90 una cosa in comune ce l’hanno e si chiama inquietudine. Stare in un posto e voler essere altrove, incontentabili, insoddisfatte, difficilissimo provare a gestirle. I maschi temono questo tipo di femmina e certamente è colpa della loro (della nostra?) inadeguatezza. Dal 2000 infatti, torneranno di moda le more e le castane, magari più accomodanti ma meno intense perché dietro quel tingersi i capelli di un colore che forse non esiste c’è il segnale di volersi imporre prendendo a schiaffi la natura. Come sono, insomma, lo decido io.

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