Allena tutti i muscoli, slega il corpo e, come si dice in gergo, fa il fiato: ecco perché il salto della corda prende sempre più piede tra gli sportivi come una vera e propria disciplina.
Non c’è particolare differenza con la corsa, se non che prevede una coordinazione che coinvolge anche mani e occhi e quindi più completa.
Parola di Patrizio Sumbu Kalambay, mito della Boxe italiana e terzo pugile nostrano nella storia ad indossare la cintura di Campione del Mondo.
Uno, insomma, che di corda ne ha saltata veramente tanta, praticando uno sport che prima di altri e più di altri ha puntato sull’importanza di questo tipo di esercizio fisico.
“Un modo di allenarsi – continua Kalambay – che ha costi ridottissimi e per il quale non servono particolari attrezzature e spazi, se non, appunto, una corda e pochi metri quadrati”.
Le restrizioni dovute alle normative per il contenimento del Coronavirus hanno ultimamente fatto proliferare gli appassionati di salto della corda, con la rete che si è letteralmente riempita di tutorial e specifiche serie da ripetere magari in casa.
“È chiaro – prosegue Kalambay – che un atleta professionista non può affidare tutta la sua preparazione al salto della corda, ma per quanti vogliono tenersi in forma è un modo di allenarsi sicuramente divertente e non particolarmente dispendioso anche in termini di tempo.
Saltare per dieci minuti la corda equivale a un'ora di diverso allenamento, perché oltre a far lavorare quasi tutti i muscoli, c’è un’intensità dovuta al ritmo che permette di bruciare molte calorie. E poi, come si dice nella boxe, ti fa fare il fiato”.
Un modo di allenarsi, quindi, non adatto solo ai pugili, ma anche a chi vuole semplicemente provare a restare in forma e, magari, a bruciare qualche grasso di troppo. Con, a differenza della corsa, la possibilità di variare l’allenamento, cambiando ritmo e stile, fin quasi ad associarlo al ballo.
Ecco, quindi, perché molti sostengono che il salto con la corda sta lentamente surclassando il jogging nel gradimento degli amanti dell’esercizio fisico.
“Premesso che anche la corsa è molto importante – conclude Sumbu Kalambay, che oggi è tecnico federale e allena pugili italiani sia professionisti che dilettanti – il salto della corda può certamente risultare più vivace. Ma è meramente una questione di gusti personali e tempo a disposizione. Anche ai miei ragazzi, in questi giorni di palestre chiuse dovute al virus, ho consigliato questo tipo di esercizio per non perdere allenamento. Purtroppo la boxe è uno sport di contatto e non so quando riusciremo a riprendere la piena attività”.
Kalambay ora vive nelle Marche, ha scelto di restare nel giro del pugilato, dopo 13 anni da professionista, tra il 1980 e il 1993, che lo hanno portato per due volte sul tetto del mondo dei pesi medi (nel 1987 e nel 1989), tre volte ad indossare la cintura di Campione d’Europa (1987, 1990 e 1993) e due volte quella di Campione Italiano (1985 e 1987). Appena pochi mesi fa, il 16 dicembre del 2019, è stato insignito del Collare d’Oro al Merito Sportivo, la più importante tra le onorificenze del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.