L’arresto di George Floyd non è stato solo un omicidio. Adesso possiamo dirlo, perché le notizie e le immagini che ci arrivano dagli Stati Uniti parlano chiaro. E aprono, di fatto, la strada ad una svolta culturale storica e alla necessità di affrontare una volta per tutte la questione razzismo. Perché se è vero che il problema degli USA è l’esaltazione della violenza prima ancora del colore della pelle, è altrettanto vero che la vicenda Floyd non finirà con un funerale. La questione è culturale e se parliamo di cultura, oggi, i social giocano un ruolo chiave sa per l’immediatezza dei messaggi che contengono, sia per la capacità di stimolare il pensiero. In maniera libera e a compartimenti stagni. Ecco perché vi suggeriamo di aggiungere cinque profili a quelli che abitualmente seguite. Sono pagine che trattano il tema, solo per il tema stesso, senza vincoli che gli toglierebbero solo valore.
BLACK LIVES MATTER sviscera il tema del così detto “razzismo sistemico”, quello radicato negli usi e nei costumi del quotidiano e che è quasi sempre il seme che in alcuni casi si trasforma in violenza e in episodi di cronaca. Lo strumento che scelgono, quando serve, è anche la protesta, con iniziative che si sviluppano in rete e che mirano a fare rete nel nome di giustizia e libertà per le comunità afroamericane.
THE CONSCIUS KID pone l’accento sulla questione educativa, attraverso un approccio che punta tutto sulle nuove generazioni. E’ una pagina che fornisce consigli utili e strategici ai genitori e a chi, più genericamente, ha un ruolo ella formazione dei ragazzi, aiutando a stimolare la nascita di identità positive. Per fare in modo che se il razzismo è ancora un problema oggi, non lo sarà più domani quando i giovanissimi diventeranno adulti.
CKYOURPRIVILEGE muove dalla stessa convinzione, ma ha più ampio respiro. Le azioni di tutti i giorni possono condizionare e ledere gli altri, in particolare quando si tratta di minoranze. Nel caso specifico, chiaramente, le persone di colore. E’ questo il messaggio che viene rivolto principalmente ai giovanissimi.
EBONYJANICE sceglie, invece, la via dell’hip-pop e della moda per approfondire, anche attraverso progetti culturali specifici, i temi del disagio delle minoranze. In particolare in riferimento al razzismo verso le persone di colore, ma anche verso le donne. L’ambizione è quella di dare vita ad un vero e proprio movimento sociopolitico.
BREE NEWSOME BRASS individua nell’espressione artistica il più potente mezzo per stimolare la nascita di forze sociali che accantonino definitivamente le discriminazioni. Anche attraverso performance di vera e propria protesta sociale con l’artista Bass che nel 2015 è stata anche arrestata in seguito alla rimozione della bandiera USA dalla sede di Stato della Carolina dopo l’uccisione di nove persone di colore avvenuta a Charleston.
Perché neanche uno italiano? La battuta potrebbe essere “per dimostrare che non siamo razzisti”. Ma la verità è più profonda. Nel Bel Paese, infatti, certe tematiche che, proprio perché delicatissime, andrebbero trattate a compartimenti stagni, subiscono pesantemente l’influenza ideologica. O, peggio ancora, quella partitica e di appartenenza. Anche il razzismo, qui da noi, diventa un tema filtrato dal colore della propria bandiera, soprattutto sui social, prestando così il fianco alle solite, e fastidiosissime, posizioni strumentali