Qualche giorno fa su Ebay è comparsa una MotoGP. Non una qualunque (se così si può dire) bensì la moto con cui la Casa bolognese ha debuttato nel motomondiale, la Ducati Desmosedici GP3 guidata da Troy Bayliss. Usata in pista dal fuoriclasse australiano, integra in tutto e completamente funzionante. Nella descrizione dell’annuncio poche parole, se non che la moto è pronta ad essere usata e che la cifra richiesta è diversa da quella puramente indicativa di 999.999 dollari. L’oggetto del desiderio di ogni motociclista è lì, nello stesso portale in cui puoi acquistare in offerta una spazzola per il cane. Abbiamo voluto capire come si entra in possesso di una moto come questa, chi le acquista e come funziona il mercato di questi prototipi: a risponderci è stato l’autore dell’annuncio, Gianluca di Stile Italiano. Sul sito, tra le moto vendute, c’è la risposta ad ogni desiderio: una mezza dozzina di Honda RC30, diverse moto da corsa ed anche qualche auto.
Ciao Gianluca, grazie per il tuo tempo. Come si arriva ad avere la MotoGP di Troy Bayliss dentro casa?
“Beh sai, ho avuto tante MotoGP negli anni, ma questa è speciale. È mia, comprata da me attraverso un collezionista europeo. L’ho presa proprio perché è una 2003, quindi l’inizio di tutto. Poi è di un pilota che, per quanto abbia fatto poco nella MotoGP, è secondo me uno dei migliori mai avuti dalla Ducati.
Poi che sia stato capito o meno, le dinamiche della squadra, gli sponsor e via dicendo sono cose che non mi interessano. A me interessano le moto ed i piloti. Se Troy Bayliss fosse stato gestito in una maniera un po’ più rispettosa avrebbe fatto dei risultati diversi. D’altra parte è andata così anche per Stoner. Sono stati trattati male gli unici buoni che avevano ed osannati altri che -per l’amor di Dio, bravissimi- non erano niente di speciale".
Raccontami di questa D16GP3TB1, una sigla magica.
“Guarda, ci tenevo sia alla moto che al pilota. Tra l’altro appunto è un telaio numero uno, TB1. Tieni a mente che gli sticker fanno la differenza quando si parla di collezionismo: tutte le Ducati scese in pista ne hanno uno, viene installato sul telaio. Non si può togliere, perché se lo togli si rompe. Questo è il TB1, quindi Troy Bayliss Moto 1.
Questa GP3 TB1 è stata revisionata in ogni piccolo dettaglio, messa in moto un anno e mezzo fa e successivamente messa a riposo. È pronta da usare, gli ho montato dei dischi in acciaio se a qualcuno venisse voglia di farci una parata. Ovviamente ha anche i suoi originali in carbonio, che però sono specifici per l’utilizzo in circuito. Ora per scelte personali ho deciso di metterla sul mercato. Il proprietario sono io, la moto è in Inghilterra e si può vedere”.
A quanto la vendi? ho visto che il prezzo sull’annuncio è puramente indicativo.
"Poco sopra il minimo sindacale, ma è così che funziona il mercato delle MotoGP di oggi, un mercato che di fatto non esiste perché è sotto traccia. Di moto come queste sul mercato ne finiscono davvero poche. Ce ne sono state due all’asta, ora non ricordo se fosse il 2015 o il 2013, comunque era l’asta di Saltarelli.
Avevano proposto la Valentino e la Stoner. Quindi gli unici pezzi che ci sono in giro sono questi, poi ci sono le showbike che, però, sono una cosa diversa. Spesso si tratta di telai vergini senza sticker su moto complete, oppure addirittura moto vuote, praticamente dei manichini. C’è il blocco motore, ma le moto non sono funzionanti e manca gran parte dell’elettronica, soprattutto nelle ultime.
Questo è quello che c’è sul mercato, oltretutto non esiste un sistema di prezzi conosciuti a cui si può fare riferimento. Fare confronti con qualsiasi altra cosa è assolutamente impossibile”.
D’altronde stiamo parlando di prototipi, di pezzi di storia.
"Si, anche con la Superbike non è possibile fare un paragone. Diciamo che lì c’è più un mercato di riferimento, vai dalla privata alla ufficiale con prezzi più o meno conosciuti, che ovviamente sono più elevati per le moto dei team factory. La GP invece è un’altra storia, è prototipale, sarebbe come confrontare una macchina Superturismo con una Formula 1".
Ho sempre avuto l’idea che le MotoGP venissero distrutte completamente (o quasi) a fine stagione.
"Assolutamente no".
Però si dice che Honda, a fine anno, prenda le moto per poi metterle nella pressa finché non diventano dei fermacarte.
"Honda infatti è il Sacro Graal per tutti i collezionisti proprio per questa ragione. Hanno sempre avuto questa tradizione, mettono una moto nel museo di Motegi e poi distruggono tutto il resto. Qualcuna è riuscita a salvarsi in modi rocamboleschi, io per esempio ho avuto per le mani la Honda NSR 500 Repsol di Doohan del ’98”.
Stai scherzando. E una moto come quella quanto può valere?
"Tu pensa al massimo, poi raddoppia o triplica la cifra che hai pensato. Tieni conto che il fatto che ce ne siano poche fa la differenza, e poi c’è l’amore per il pilota, la passione per le corse".
Mi pare di capire che sia un mercato molto particolare…
"Si, ma tieni a mente che è un mercato per collezionisti di tipo automobilistico. Il collezionista di moto normalmente si ferma col mondo delle Superbike e la maggior parte delle MotoGP vanno a collezionisti che hanno tante auto. Loro sono abituati ad altri prezzi e ad altri oggetti.
Prova a vederla così: con la stessa cifra con cui si compra il massimo del motociclismo si prende una macchina prodotta in serie. Nell’ambiente delle due ruote sono cifre spaventose, ma in quello di chi colleziona auto da corsa sono decisamente abbordabili.
Io negli anni sono riuscito ad avere anche Honda ufficiali, ma c’è un motivo particolare se non sono state distrutte o finite nelle mani dei privati, ognuno di quei prototipi ha una storia particolare. Modelli simili li puoi contare sulle dita di due mani al massimo. Come la moto di Hailwood, la 250 6 cilindri, famosissima. È finita ad un privato dopo una storia incredibile, ma sono comunque percorsi tracciabili. La MotoGP invece è un altro pianeta".
In quanti siete a fare questo lavoro?
"Al mondo siamo in due o tre a lavorare con questi prototipi, ci vogliono conoscenze e rapporti con le persone giuste".
È solo Ducati a vendere le proprie moto o anche Yamaha, Suzuki ed altri?
"La mia esperienza è con Ducati, ma io non ho contatti diretti con loro. Io compro da persone che le hanno acquistate, mai dalla Casa".
Posso chiederti come hai iniziato?
"Esattamente così, come ne stiamo parlando adesso. Tutto è nato giocando, quando avevo 21 anni. Adesso ne ho 45 e ho venduto alla persona più semplice del mondo che cercava una V7 Sport al mercatino fino ad arrivare all’amministratore delegato di BMW. È un mondo particolare, ma per me è nato tutto per puro caso. Mi sono sempre piaciute le moto, sia d’epoca che da competizione, e ho conosciuto tanta gente che me ne ha presentata a sua volta di altra. Si sono creati rapporti di fiducia, in cui se qualcuno ha un oggetto di altissimo livello chiama, ed io faccio lo stesso con gli altri. Normalmente non vado mai sul mercato. Ho venduto moto fantastiche, ma difficilmente al pubblico.
Questa l’ho messa sul mercato perché è mia, quindi posso gestirla senza violare nessuna privacy. L’ho fatto appositamente per questo, vorrei che la gente sapesse che ci sono delle cose che si possono anche avere, chiaramente budget permettendo".
Pensavo che questa MotoGP di Troy Bayliss costasse di più.
"Il prezzo lo dico a te, ma non scriverlo. A prescindere dalla cifra poi c’è un’altra cosa piuttosto interessante. Questa è una GP3 ed è la prima Ducati della MotoGP, ma bisogna tenere a mente che le GP che puoi veramente usare si fermano alla GP6. Vanno trattate con rispetto ed attenzione, ma non sono assolutamente meno gestibili di una Superbike moderna. Quindi nell’ottica di manifestazioni e parade possono dare tantissime soddisfazioni. Quelle venute dopo, e le conosco perché ho avuto fino alla GP18, in un modo o nell’altro sono impossibili da gestire per un privato. Bellissime, per carità, ma le metti in salotto e rimani a guardarle".
Troppa elettronica?
"Esattamente. Poi le batterie… hanno dei costi pazzeschi e sono introvabili, devi farle costruire e spendere molto. Non è gestibile".
Grazie.
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