Esistono sport che, un tempo, erano riservati a sparute minoranze di persone, abituate a riunirsi con fare furtivo, quasi fossero dei carbonari del tempo libero. Disicpline poco conosciute o poco diffuse in determinate aree geografiche che, tuttavia, grazie ai social, stanno conoscendo un più ampio respiro. È il caso del trial, ad esempio: uno sport che esiste dagli albori del motociclismo e che, però, è sempre stato trattato con un atteggiamento di divertita superiorità dal resto degli appassionati. Insomma, il trial è sempre stato il cugino freak nella grande famiglia delle moto ma oggi sta vivendo la sua rivincita. Merito dei riflettori che hanno illuminato, anche in sella, alcuni personaggi più o meno noti del nostro ambiente e che hanno contribuito a suscitare la curiosità nei confronti di un modo di godere la moto che può regalare moltissime soddisfazioni. Ok, ma che cos'è quindi il trial e che moto offre il mercato per chi voglia praticare questa disciplina?
La parola trial è associata alle due ruote all'inizio del XX secolo e abbraccia diversi tipi di discipline sportive: la moto (argomento su cui ci andremo a concentrare in questo articolo), la bici, ma anche mezzi a quattro ruote.
Trial significa prova, inteso come sfida, come ostacolo lungo un percorso indoor o outdoor, qualcosa che si andrà a superare con la tecnica e con l'astuzia, non certo con la velocità - dote richiesta in tutte le altre categorie di motorsport, ma non in questa.
Le prime case a produrre moto da trial sono state Norton, BSA e Triumph, perché proprio in Inghilterra ha visto la luce il trial motocilistico inteso come sport. Del 1975, inoltre, è il primo Campionato del Mondo di questa disciplina.
Il regolamento delle gare di trial è molto rigido e le prove da superare sono davvero bastarde, tanto nei circuiti indoor, quanti in quelli all'aperto tra pietre e ruscelli: appoggiare un piede a terra porta penalità, due piedi... penalità doppia. Arretramento della moto lungo il percorso, manubrio a terra, togliere una mano dal manubrio con il piede a terra, rompere una "fettuccia" che delimita il percorso, incrociare la traiettoria, spegnere il motore con un piede a terra o non completare una "zona"? 5 penalità.
L'idolo indiscusso di questa disciplina è Toni Bou. Se non l'avete mai sentito nominare, sappiate che è una specie di fusion tra Schumacher, Giacomo Agostini e Sébastien Loeb ma in versione moto da trial. Indovinate quanti campionati del mondo ha vinto? VENTISETTE.
La perfetta moto da trial è leggerissima, agile, con un propulsore piccolo ma potente e... senza sella! Già perché durante l'esecuzione di un percorso da trial, il pilota si muove sempre e rigorosamente in piedi sulla sua moto. E trattandosi di una disciplina che è fondamentalmente concepita solo ed esclusivamente in un'ottica competitiva, tutto quello che non serve, solitamente non lo si monta neppure. Diverso il discorso nel caso in cui siate alla ricerca di un mezzo che vi permetta di avvicinarvi a questo mondo, spostandovi in maniera vagamente civile anche per starda. In questo caso la sella si può avere anche su una moto da trial (lusso, no?), ma scordatevi la comodità.
Per farvi capire di costa stiamo parlando abbiamo stilato un breve elenco composto da tre proposte: una moto per iniziare, una per chi è più navigato e un'ultima elettrica perchè non esiste davvero nessuna categoria capace di adattarsi così bene a questo tipo di sistema di alimentazione.
Per iniziare: Gas Gas TXT Contact 250 ES
Una moto per gli appassionati della montagna e del trial inteso come escursione e non come disciplina sportiva, e quindi vissuto fuori dai percorsi creati per le competizioni. Perfetta soprattutto per chi è alle prime armi e vuole avvicinarsi a questo mondo particolare.
La Gas Gas Trial Contact pensa dunque anche al comfort di chi la guida, ha l’avviamento elettrico, è facilissima da utilizzare e udite udite: è dotata di una sella che assomiglia quasi a quelle vere e potrete quindi guidare in piedi nei punti più insidiosi, ma percorrere il tragitto casa/montagna comodamente seduti.
Impagabile.
Per i Pro: Beta Evo Factory
Facciamo decisamente un grande step in avanti e passiamo alla Beta Evo Factory: una moto pronto gara di serie, dotata di tutto quello che vi serve per le gare pù ardue. Motore potenziato, collettore in titanio, cilindro ottimizzato.
E ultima ma non ultima abbiamo la centralina aggiornata con una mappatura dedicata, con la maggior potenza che viene gestita da una frizione con dischi bordati per migliorare precisione e modulabilità.
E vogliamo parlare del look? Pazzesca.
Elettrica? EM Epure Sport
Siete motociclisti green, a favore della mobilità eco-sostenibile, o semplicemente avete voglia di dimenticarvi del benzinaio e godervi la vostra moto in tutta silenziosità? Il trial comincia da qualche anno a strizzare l'occhio all'elettrico e la cosa, a parer nostro, ha decisamente senso.
A questo proposito vi presentiamo la Epure Sport, di Electric Motion (per gli amici EM), marchio di riferimento nel mondo del trial elettrico. Considerate che questo tipo di propulsore, oltre a non rompere i coglioni a voi e a gli altri, in montagna, con rumori di scarico non propriamente eco-firendly, è letteralmente la morte sua del trial. Il perché è presto detto: le moto elettirche non si spengono, non hanno marce e hanno una coppia della madonna. EM, per questa Epure, dichiara addirittura 600 Nm, che è tipo di più di una Mustang 5.0 V8. Su questo modello è presente anche un dispositivo che simula la presenza di una frizione, così da permettere di giocare con la spinta del propulsore per mantenere l'equilibrio e per approcciare gli ostacoli più impegnativi.