La piazza di Misano Adriatico era gremita, per quello che il distanziamento sociale ha consentito, e molti sono rimasti fuori, ma hanno potuto comunque assistere alla proiezione di “Voglio Correre”, il docufilm di Claudio Marcello Costa. Il dottorcosta, tutto minuscolo e tutto attaccato, come ama dire lui. Che, chiaramente, ieri sera non ha fatto mancare la sua presenza, avvicinato da chiunque per una foto, per una stretta di mano o anche solo per tributargli una qualche testimonianza di affetto. Perché, diciamolo senza mezzi termini, il dottor Costa è ancora oggi uno dei personaggi più amati del motorsport. Anche se non è mai salito sopra una moto, anche se non ha mai bagarrato con gli avversari in pista. La sua avversaria, infatti, è stata la morte. Sempre e solo la morte. “Una lotta – ha raccontato – che ho combattuto per i miei eroi: i piloti”.
Alcuni ieri sera erano presenti e hanno ricordato quelle volte che sono ricorsi alla Clinica Mobile, la creatura voluta da Claudio Marcello Costa per assistere i piloti direttamente in pista. C’erano, giusto per citarne alcuni, Vinicio Salmi, Virginio Ferrari e Luca Cadalora. “Chi ha avuto la fortuna di vivere il motomondiale – ha raccontato proprio Cadalora – ha avuto anche la fortuna di ricorrere al dottor Claudio Costa. Non solo noi piloti, che ci rompevamo in continuazione, ma tutti si rivolgevano a lui per un consiglio, per un aiuto, a volte anche solo per parlare del problema di un qualche parente o conoscente. E lui c’è stato sempre per tutti, ecco perché questa sera ho voluto esserci”. Per partecipare ad una sorta di rito, quindi, nella cittadina che in questa settimana è la capitale del motociclismo, a cavallo tra il Gran Premio della Repubblica di San Marino e quello dell’Emilia Romagna. Una serata, quella di ieri, in cui non è mancata la commozione, in particolare quando sul maxischermo della piazza sono apparsi i visi sorridenti di Marco Simoncelli e di Alex Zanardi. “Uno – ha detto commosso il dottor Costa – è andato a sorridere ancora, ma altrove, perché così ha voluto il destino, l’altro ha sconfitto la morte una volta e la sconfiggerà ancora”.
Una pellicola che ha visto scorrere volti e nomi che hanno fatto la storia del motorsport e che ha raccontato ancora una volta di gesta e imprese che forse nel motociclismo moderno non vedremo più. Un docufilm che avevamo già visto nel corso della presentazione ufficiale, ad Imola (e che vi avevamo raccontato qui, sulle pagine di moto.it) e che avrebbe poi dovuto essere portato nelle piazze o nelle sale cinematografiche d’Italia, seguendo i tanti motoclub del Paese. Ma poi c’è stato il Covid19 e quel proposito era stato rimandato. Fino a ieri, fino a Misano in mezzo alle gare del Marco Simoncelli World Circuit. In mezzo all’affetto della gente. Con il dottor Costa che, con la sua solita eleganza, non s’è fatto mancare anche una garbatissima stoccata, parlando dell’infortunio che sta condizionando questa stagione. “Marc Marquez è un grande campione e l’assenza di un grande campione è sempre un danno per tutti – ha affermato – gli auguro, e tutti dovrebbero farlo, di tornare quanto prima in pista. Sarebbe già potuto accadere se gli avessero messo un chiodo, rimandando eventuali ulteriori problemi alla spalla al giorno in cui si sarebbero presentati. E’ stata fatta una scelta diversa, che non contesto: nessun medico sceglie per il peggio e, comunque, sceglie sempre in buona fede”.