“La gara è domenica” è una frase che abbiamo sentito dire tante volte ai piloti, magari dopo una buona (ma non eccezionale) qualifica. Perché ciò che conta davvero è arrivare davanti agli altri sotto la bandiera a scacchi. Ma se così non fosse? un appassionato ha provato a cambiare le regole della classifica, assegnando i punti ad ogni passaggio sul traguardo per ogni gara dell’anno. I punti sono gli stessi: 25 per il primo, 20 per il secondo, 16 per il terzo e così via, ma vengono dati ad ogni giro.
Il risultato è piuttosto interessante. Stupisce infatti come le Yamaha abbiano praticamente dominato la classifica nella prima metà della stagione per poi perdersi più avanti, facendo spazio alle due Suzuki e alla Ducati guidata da Jack Miller. Ad aver fatto più punti a fine stagione è Franco Morbidelli, che le sue tre vittorie in MotoGP le ha ottenute principalmente dominando dal primo all’ultimo giro. Che la M1 renda al meglio con la pista sgombra non è certo un segreto, il problema è piuttosto riuscire a partire così avanti in tutti i circuiti. Bello poi vedere come l’australiano, dal prossimo anno primo pilota Ducati, abbia corso una stagione solida e in costante crescita. Si dimostra invece un uomo da rimonta Joan Mir, che in questa particolare classifica chiude soltanto quinto.
Chissà come correrebbero i piloti con un regolamento simile, correndo ogni giro come fosse l’ultimo. Di certo nessuno si prenderebbe più grossi rischi negli ultimi giri e la gestione delle gomme andrebbe completamente rivista, ma ci sarebbe anche meno strategia nelle fasi centrali della gara: nessuno si metterebbe dietro ad aspettare il momento giusto per sorpassare e i piloti passerebbero buona parte della gara con il coltello tra i denti.
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