Il World Endurance Championship ha appena visto il suo primo round concludersi in una delle piste più insidiose del calendario, il Sebring International Raceway, che ha messo alla prova tutti con i suoi bumps. La "new golden era" del campionato non poteva iniziare in un modo migliore: la gara è stata decisamente avvincente, con Ferrari protagonista di mille peripezie ma sul podio, Toyota dominante fin da subito e tantissime battaglie in LMP2 e in GTE Am; Le 1000 Miglia hanno preso il via dopo una spettacolare griglia di partenza, tra gli occhi curiosi dei tifosi - che avevano l'accesso a praticamente ogni angolo dell'autodromo - e l'adrenalina sempre più alta per l'inizio di quella che è stata, per molti, una nuova avventura.
In HYPERCAR Ferrari salta sul podio
È stata una bella gara da seguire quella della classe regina del campionato, l'Hypercar, che ha visto Antonio Fuoco, a bordo della Ferrari 499P, partire dalla pole position seguito dalle due Toyota Gazoo Racing, che non hanno pensato due volte all'andare in attacco. Dopo la Safety car - provocata da uno spaventoso incidente in GTE Am che ha visto la Ferrari 488 del Richard Mille Racing Team ribaltarsi dopo aver colpito le barriere - la Scuderia di Maranello ha richiamato entrambe le sue Hypercar ai pits per un veloce rifornimento, regalando la leadership della gara alla Toyota #8 di Sebastien Buemi.
Toyota non ha più perso la testa della gara da quel momento, con pit stop rapidissimi e puliti e una guida praticamente perfetta da parte di entrambi gli equipaggi. C'era sicuramente da aspettarselo vista la loro esperienza (ricordiamo che la GR010 corre nel campionato da ormai due stagioni) ma i musi lunghi di tutto il team dopo la prestazione di Ferrari in qualifica avevano fatto preoccupare. Kamui Kobayashi ha portato la Toyota Gazoo Racing #7 alla vittoria insieme a Mike Conway e a Jose Maria Lopez, seguito dalla vettura sorella, la #8 guidata da Buemi, Ryo Hirakawa e Brendon Hartley, celebrando con una doppietta la quarantesima vittoria nella categoria.
Sul podio insieme al team attuale Campione del mondo sono saliti proprio Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina, dopo una gara piena di ostacoli per loro: su strategia diversa rispetto al resto della griglia sono incappati in una penalità di cinque secondi per un'infrazione di un pit stop e in un Drive Through per un piccolo errore del pilota italiano, che ha superato una vettura alla ripartenza dopo la Safety car dieci metri prima da dove consentito. Comunque il trio della #50 è stato autore di un weekend che ha fatto sognare i Tifosi, dimostrando il potenziale della vettura a testa alta. Più sfortunata invece la #51, con Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi al volante, che ha avuto qualche problema in più ed è stata ferma ai box per qualche giro per essere riparata dopo l'incidente che l'ha vista protagonista in fase di doppiaggio, chiudendo settima.
Buona prestazione anche quella di Cadillac che nell'ultima ora in pista aveva un passo gara tale da andare ad insidiare il podio di Ferrari. Earl Bamber, Richard Westbrook e Alex Lynn hanno chiuso la gara in quarta posizione dopo essersi liberati delle due Porsche 963, con un ritmo decisamente più deludente rispetto a quello degli altri due debuttanti appena citati. Il team bavarese si è accontentato di un quinto e sesto posto dopo una gara praticamente in solitaria. A fondo classifica troviamo la Vanwall guidata da Jacques Villeneuve, Tom Dillman ed Esteban Guerrieri: i tre non avevano altissime speranze con il loro prototipo e invece sono riusciti a portarlo al traguardo senza grandi problemi. Chi invece è tornato a casa a bocca asciutta sono stati sicuramente Peugeot e Glickenhaus: la squadra francese ha avuto problemi di affidabilità continui, con le vetture che entravano e uscivano dalla pit-lane in continuazione, mentre Glickenhaus ha dovuto ritirare la propria vettura dopo circa sessanta giri per problemi tecnici.
"Come prima gara siamo riusciti a mettere insieme i km che volevamo, purtroppo ci mancava un po' di velocità e dobbiamo capire meglio la vettura, per cui ci lavoreremo sopra per le prossime tappe" ha detto Villeneuve, soddisfatto del comportamento della sua Hypercar.
La classe regina, nonostante i distacchi tra la performance delle varie vetture, ci ha regalato un paio di battaglie interessanti da seguire con il fiato sospeso, come quella di Lynn, al volante della Cadillac, contro la Porsche #6 di Vanthoor, durata per qualche giro e che ha visto le due vetture arrivare anche al contatto.
In classe LMP2 l'azione non è stata da meno: la pole position se l'è aggiudicata Oliver Jarvis, con la United Autosports #23, leader della gara insieme a Josh Pierson e Tom Blomqvist fino a che la vettura non si è fermata spegnendosi sul circuito. Nonostante i tentativi di riavvio il prototipo non è ripartito e in seguito alle verifiche del team è stato rilevato il fallimento del sistema elettico, mandato in tilt dal guasto di una delle telecamere montate dall'organizzazione.
Sul gradino più alto del podio allora sono saliti Yifei Ye, Will Steven e David Beckmann con Hertz Team JOTA, nonostante un pit stop in estremis a dieci minuti dalla bandiera a scacchi. Il team inglese infatti ha chiamato la vettura in pit lane per un rapido splash and go, perdendo però di fatto la prima piazza, ereditata dalla Prema #63 di Mirko Bortolotti, Daniil Kvyat e Doriane Pin, che però a sua volta si è dovuta fermare a qualche minuto dalla fine per lo stesso motivo. Ciò ha fatto si che Hertz Team JOTA si riprendesse la leadership e tagliasse il traguardo per prima, seguita dalla United Autosports #22 di Filipe Albuquerque, Phil Hanson e Frederick Lubin e dalla Prema #9. Il team italiano era partito quasi a fondo griglia per una strategia sbagliata in qualifica ma l'ottimo lavoro del suo equipaggio l'ha riportata sul podio, con un passo estremamente promettente per i prossimi round.
"È sempre speciale vincere a Sebring. Sapevamo che sarebbe stata una lunga gara ovviamente ma anche che la nostra macchina era buona, quindi ci serviva solo di essere pazienti e lavorare per arrivare nelle prime posizioni." dice Will Stevens.
Colpo di scena per le Iron Dames, Corvette vince in GTE Am
È stato un gran lavoro quello fatto da Sarah Bovy durante le qualifiche: la belga è riuscita a chiudere un giro brillante regalando la prima pole position della stagione alle Iron Dames, il team tutto al femminile che corre con una Porsche 911 RSR. Già negli scorsi anni la belga, insieme a Michelle Gatting e a Rahel Frey, aveva dimostrato grande velocità - l'equipaggio è salito sul podio un paio di volte lo scorso anno - e al via della 1000 Miglia si è riconfermato. I problemi sono arrivati dopo il primo cambio pilota, quando Rahel Frey è scesa nell'abitacolo: la svizzera è andata fuori pista alla prima curva e ha rotto il paraurti e il diffusore, costringendo i meccanici alla riparazione della vettura allungando la sosta successiva.
In bagarre con le Iron Dames sono stati fin da subito Ben Keating, Nicolas Varrone e Nicky Catsburg, al volante di Corvette Racing, che poi sono saliti sul gradino più alto del podio, seguiti dalla #77 di Dempsey - Proton Racing e dalla #57 di Kessel Racing, per concludere un podio con tre diversi costruttori, Corvette, Porsche e Ferrari. La classe GTe Am è stata quella con più problemi, con testacoda, forature e incidenti più frequenti rispetto alle altre classi ma la lotta non è stata da meno.
Questo primo round ha sicuramente fatto vedere quanto questa categoria sia interessante e competitiva ma è dal prossimo che si inizierà a fare sul serio: il WEC tornerà in pista a Portimao per sei ore di gara il 16 Aprile e la curiosità è già alle stelle.