Il tema della sicurezza in MotoGP sta smuovendo gli animi in questo 2021 fatto di abbassatori, aerodinamica e velocità siderali. L’ultimo a parlarne è stato Marc Marquez dopo la brutta caduta a Jerez, occasione in cui lo spagnolo aveva fatto notare che ormai diversi circuiti non offrono più vie di fuga sufficientemente ampie in relazione alla velocità delle moto. Un discorso appoggiato anche da Luca Marini e da Valentino Rossi, che si era espresso in merito a seguito delle velocità record fatte registrare dalla Ducati sul lungo rettilineo del Qatar.
Anche perché il costante aumento delle prestazioni oltre ad un discorso legato alla sicurezza ne porta a galla un altro, non meno importante: oltre a Fabio Quartararo infatti, sono stati molti i piloti (tra cui Aleix Espargarò, Iker Lecuona e Jack Miller) che stanno accusando la sindrome compartimentale, un problema agli avambracci dovuto ad una MotoGP sempre più fisica ed impegnativa.
Interrogato sul tema dalla Gazzetta dello Sport, Giacomo Agostini ha spiegato di essere d’accordo con Marc Marquez ed ha proposto di ritornare a moto da 800cc come dal 2007 al 2012: “Sono d’accordo con Marquez, mi ha impressionato la sua caduta a Jerez - ha raccontato il 15 volte campione del mondo - per un attimo ho avuto paura che venisse colpito dalla moto senza controllo. E non è la prima dinamica simile che accade quest’anno. Per me queste moto stanno diventando troppo potenti e difficili da portare al limite. Perché non è solo un discorso di velocità che sta andando fuori controllo, ma di tutto questo che i piloti, sempre più in crisi con le braccia, e le moto devono sopportare: dalle catene più robuste ai freni più potenti, a gomme con una finestra di utilizzo sempre minore, a un’aerodinamica esagerata. Secondo voi la gente si divertirebbe di meno se si corresse con motori di 800 cc come fino a qualche anno fa? Noterebbe la differenza tra battaglie a 360 all’ora o 300 tra i piloti? Io credo di no, perché lo spettacolo alla fine lo fanno solo i piloti con le loro lotte”.
Un ragionamento ineccepibile che, però, deve scontrarsi con una realtà più ampia: se la MotoGP tornasse sui suoi passi limitando le prestazioni entrerebbe in conflitto con la Superbike (già molto vicina in determinate circostanze) e difficilmente vedremmo altri record in termini di tempo sul giro, in una situazione che andrebbe a ricalcare quanto visto in Formula 1.