Max Biaggi, in vista dell’ultima di Valentino Rossi a Misano (e dunque in Italia), torna a parlare dello storico rivale, dopo il messaggio rivoltogli al momento dell’annuncio del ritiro (“Buona vita, Valentino, magari un giorno ci troveremo davanti a un bicchiere di vino e ci faremo due risate. Ho sentito che una parte di me se ne va con lui. Siamo sempre attenti a primeggiare. Ma poi quando tutto finisce si volta pagina. Il momento andava onorato perché la nostra rivalità è stata autentica. Non abbiamo mai fatto finta di essere amici”).
Oggi al riguardo, sentito dal Giornale, sottolinea: “Non devo aggiungere una virgola. L’ho pensato e scritto di getto, è stata una cosa genuina. Se ci devo ripensare, allora...”. Ma davvero si presenterebbe in caso di invito? “Rispondo quando lo ricevo (sorride)”. In ogni caso, sottolinea Max, “Rossi era l’ultimo baluardo della nostra era, l’ultimo superstite di quella generazione. Per questo mi sono sentito di scrivergli, ma le sue gesta rimarranno per sempre. […] Il mio messaggio social non cambia le cose. Con gli anni si matura e cambiano i punti di vista. Oggi mi volto indietro, sorrido e guardo con simpatia a tutto quello che è successo tra noi”.
Il duello più bello? “Welkom 2004, anche se vinse Rossi. Io commisi un errore perché non mi ero reso conto che era l’ultimo giro. Dentro di me ne aspettavo un altro per la zampata finale. Ma ce ne sono tanti… penso a Assen 2001 con le 500cc”. Dove invece vince Biaggi.
Sulla genesi della rivalità: “Credo sia nata perché doveva nascere. Perché entrambi volevamo vincere”. Il Corsaro però mette anche un po’ di pepe, parlando del ritiro da campione del mondo: “È il finale perfetto di un bellissimo film: la mia carriera è finita con il titolo all’ultima gara in Francia per mezzo punto. Il massimo. In ogni sport, ritirarsi da vincente è un privilegio perché resta un ricordo indelebile, ma è anche il più doloroso perché sai di essere ancora forte e potresti continuare a correre”.
Un parallelismo con Vale c’è anche sull’ipotesi quattro ruote: “Avevo avuto la possibilità di fare il salto nel ’99 con Ferrari. Era un progetto biennale, ma ero all’apice della mia carriera in 500. Non avendo una passione smisurata per le auto, ho optato per le moto”.
Quanto al futuro, “la mia passione – dice Max a Maria Guidotti – mi traghetta verso nuovi orizzonti: il team in Moto3 e il progetto con la Voxan per battere il record di velocità con moto elettrica. A novembre andremo in America per nuovi record”.