Si è conclusa la più intensa stagione di Formula 1 degli ultimi anni e già non vediamo che riparta. La gara di Abu Dhabi, con tutte le controversie del caso, ha segnato una svolta nel mondo del motorsport con Max Verstappen che ha interrotto il dominio di Lewis Hamilton e della Mercedes. Un gran premio intenso, contraddistinto dai colpi di scena e che ha visto l’olandese trionfare all’ultimo giro addizionale. Tra i tanti spettatori d’eccezione chi non poteva mancare era Flavio Briatore. L’ex Team Principal di Benetton e Renault ha parlato così del finale di stagione a Yas Marina: “Una corsa la possono vincere piloti diversi, ma un Mondiale soltanto la squadra migliore – ha detto intervistato da Libero - Red Bull ha messo in campo una macchina competitiva ed era giusto che ci fosse una new entry”. La vittoria di Max Verstappen ha riacceso la voglia di rivedere la Formula 1. La stragrande maggioranza dei tifosi si era schierata a favore dell’olandese perché stanca di veder vincere il solito team: “Max ha fatto delle gare incredibili e ha subito tante penalità, non è sempre stato fortunato – ha continuato Briatore – Questo Mondiale ha rilanciato la F1, la gente era stanca di veder sempre Bottas-Hamilton, era un affare interno alla Mercedes”.
Il pallino del gioco è stato tenuto in mano dal direttore di corsa Michael Masi che ha preso alcune decisioni fondamentali per l’epilogo della stagione: “Francamente non l’ho capito, durante le qualifiche ha poi negoziato con Red Bull, una cosa mai vista – ha sottolineato – Per il resto sono corse, chi sta davanti vuole rimanerci. Il lavoro di Stefano Domenicali è stato improntato al cambiamento e il duello tra Verstappen e Hamlton va bene così. È quello che gli spettatori vogliono”. Il prossimo anno alla guida della monoposto tedesca ci sarà George Russell. Il britannico ha dimostrato non solo di avere talento, ma soprattutto una personalità enorme rispetto a Bottas: “Darà del filo da torcere a Lewis, tra i giovani è il più forte in assoluto e sarà più competitivo di Valtteri che è stato un buon pilota, ma non straordinario”. E a proposito di linea verde, Flavio Briatore ha idee chiare su chi siano stati i migliori di quest’anno: “Norris e Gasly hanno fatto un super lavoro in termini di velocità, Tsunoda non è ancora al loro livello”.
Secondo Flavio Briatore, tutte le scuderie, a parte Mercedes e Red Bull hanno deluso. Due però hanno fatto peggio delle altre: “L’Aston Martin quest’anno non è stata mai a portata di podio, anche la Ferrari è stata una delusione enorme. Tutti gli anni dicono che è l’anno del cambiamento, il 2022 è l’ultimo chance altrimenti ci vorrà un cambiamento radicale del team. I piloti vanno bene, servono gli ingegneri che diano macchine veloci”. Come non parlare poi del ‘suo’ Fernando Alonso. A quarant’anni, ha risposto in pista a tutte le critiche che gli sono state fatte risultando determinante in più di un’occasione, su tutte Budapest: “Ocon ha vinto grazie a lui perché ha tenuto dietro Hamilton per tanti giri. Vederlo così è stata una grande gioia, soprattutto ha dimostrato di non essere un pilota difficile da gestire prendendo per mano l’Alpine. Si è sacrificato da leader vero”.
Inevitabili i momenti amarcord con Flavio Briatore che ha parlato della prima volta che vide Michael Schumacher: “Decidemmo di fargli fare le prove nel circuito di Pembrey, i meccanici mi dissero che era inutile farlo correre per le condizioni della pista. Lui fece il record, chiamai Benetton e gli dissi che avevamo trovato chi ci avrebbe fatto vincere il primo mondiale, lui sorrise ma tre anni dopo nel 1994 lo vincemmo”. Secondo l’imprenditore però, Schumi non è stato il più grande di sempre: “L’unica star era Ayrton Senna, ho visto in Giappone gente fare code chilometriche per toccarlo. Nessuno si capacitava che l’incidente di Imola potesse capitare a un dio come lui”. Infine poi un aneddoto su Frank Williams, scomparso a fine novembre: “Telefonava 2-3 volte l’anno per dirmi che veniva a prendere un caffè da me. Avevamo visioni diverse, lui era più attento al lato tecnico, io a quello più spettacolare. In quella filosofia mi ha seguito, pur con qualche arrabbiatura all’inizio”.