“Sono il pilota da battere, ma non il favorito”. Campione di umiltà, oltre che di talento, Joan Mir aveva messo le mani avanti alla vigilia del campionato MotoGP 2021. Chiamato a difendere il titolo iridato, il maiorchino era rimasto con i piedi per terra, ma forse neanche lui si aspettava un inizio di stagione così in salita. Dopo cinque gare, il campione del mondo in carica è solo 6° a 31 punti dal leader Fabio Quartararo, mentre il suo compagno di squadra Alex Rins, dopo la caduta di Le Mans è sprofondato in 12esima posizione a 57 punti dalla vetta. Tra qualifiche disastrose e gare buttate al vento, vedi il doppio zero in Francia, la classifica della Suzuki piange. Intoppi tecnici o difficoltà di gestione? Lo abbiamo chiesto a Carlo Florenzano opinionista ed ex manager Honda, in pista dal 1973.
Da campione del mondo in carica, tutti si aspettavano qualcosa di più da Joan Mir. Sorpreso di questo inizio stagione?
“In realtà, a differenza di tanti miei colleghi, non ho mai pensato che la Suzuki fosse la miglior moto lo scorso anno. La moto aveva il grande vantaggio di consumare poco le gomme e con il campionato 2020 slittato a fine luglio per via della pandemia, questo ha fatto la differenza. Non solo, Mir è un passista: parte piano, poi prende il ritmo, e lo scorso anno ha fatto pochi errori. Mir ha vinto approfittando di un momento di disorientamento, dovuto all’assenza di Marc Marquez, un po’ come era successo con Kenny Roberts junior, che ha vinto “quasi per sbaglio” sempre per Suzuki nel 2000, complice il ritiro del 5 volte campione del mondo Mick Doohan, e un Valentino Rossi al debutto nella classe 500, non ancora al cento per cento nella nuova categoria (quell’anno finirà infatti 2°, nda)”.
Il 2020 ha regalato nove diversi vincitori.
“Sì, perché mancando Marquez, i principali favoriti, vedi Quartararo o Dovizioso, si sono persi. Dopo la doppietta di Jerez, Fabio – che ha un talento infinito – sembrava imbattibile, invece per la pressione e qualche intoppo tecnico è entrato in uno stato confusionale e a fine campionato era irriconoscibile. Con il campo libero, tanti hanno avuto la possibilità di vincere, per Mir ha pagato la regolarità”.
Quanto manca Davide Brivio alla Suzuki?
“Con un budget inferiore, Davide è stato bravo ad organizzare la squadra, puntando sui giovani. La sua strategia ha pagato e fossi in lui, adesso, in qualche modo starei godendo perché in sua assenza la classifica piange. In realtà, l’attuale difficoltà della squadra, credo sia più la conseguenza di un problema tecnico che organizzativo, ambito che non dipendeva da Brivio. La Suzuki, infatti, è una moto equilibrata e senza grandi difetti, a parte il fatto che perde un po’ in rettilineo rispetto ai diretti competitor. Forse quest’inverno si è intervenuto poco, mentre la Yamaha è migliorata e la Ducati ha fatto un decisivo passo avanti. Per cui non vedo tanto una crisi Suzuki, il fatto è che lo scorso ha raccolto più di quanto abbia seminato, mentre sono gli altri che quest’anno sono migliorati. Non solo, quest’anno le gomme non sono più un problema, come lo erano state nel 2019 e nel 2020”.
Mir ha conquistato almeno un terzo posto, Alex Rins sembra invece in maggior difficoltà.
“A differenza di Joan, Alex non ha mai vinto niente, per cui non mi sorprende più di tanto. Mir, invece, è di un’altra stoffa e si era visto già in Moto3, dove ha dominato, mostrando velocità, talento e la capacità di gestire la pressione”.
Come vedi il campionato, anche alla luce del prossimo appuntamento al Mugello?
“Mi aspetto un’altra doppietta Ducati a Mugello e Barcellona, due piste con rettilinei lunghi più di un chilometro dove il motore della Rossa fa la differenza. La Ducati può fare bene. Se guardiamo al campionato, quest’anno si ritrova anche due gare in Austria, altra pista favorevole, a seguito della cancellazione del GP di Finlandia”.
Come vedi la coppia Jack Miller-Pecco Bagnaia?
“Mi sorprende che non abbiano già litigato. Miller è un buono, Pecco ha un caratterino…”.
Chi vincerà il titolo?
“Punto tutto su Fabio Quartararo. Ha un talento immenso e in Francia ha superato anche il timore di correre sul bagnato. Non hai visto quanto era felice sul podio a Le Mans? Per lui è stata una vittoria. Se la Ducati è imbattibile sul rettilineo, Quartararo è il più forte in curva. Scommetto su di lui”.
E Valentino Rossi?
“Nella carriera di ogni pilota, ma anche di ognuno di noi arriva un momento in cui sei costretto a chiudere un capitolo importante della vita per motivi di età. Valentino è perfettamente cosciente che il suo momento glorioso appartiene al passato e anche i suoi obiettivi sono ridimensionati. Adesso punta a finire tra i primi 6 o i primi 10. Umanamente capisco perfettamente che voglia rimandare il più possibile questa decisione. Anche perché siamo onesti, quanti 42enni sono al suo livello? Non vincerà quest’anno, forse farà difficoltà a salire sul podio, ma sinceramente mi distacco totalmente da chi inveisce contro di lui sui social. Non solo non capiscono il nostro sport, ma non ne sono neanche fan”.
Come vedi il team VR46 in Motogp?
“L’Academy, il Ranch e adesso il Team VR46 in MotoGP dal 2022 rappresentano un modo per Valentino di restare nell’ambiente di cui è letteralmente sinonimo. Il Team VR46 in MotoGP sarà una sorta di nazionale italiana. Con tanti ragazzini dell’Academy, credo che questo sia il bacino dove attingere per lo schieramento piloti”.
Con quali moto? Ducati o Yamaha?
“Nella sua carriera Valentino ha corso con quasi tutte le Case: Aprilia, Honda, Yamaha, Ducati e di nuovo Yamaha. Con Yamaha ha un rapporto importante come pilota ma anche per l’Academy, ma Valentino non è mai stato un uomo marca. Lui è Valentino Rossi, la sua personalità e personal brand è più forte di qualsiasi legame con un costruttore. Certo per una Casa, ha un valore aggiunto incredibile e infatti quando era in Honda con noi la campagna di pubblicità per Honda auto, negli anni 2001-2002, fu un successo incredibile. Ma Valentino Rossi è Valentino Rossi. Può decidere se andare con Yamaha o Ducati, le due moto più forti al momento. Sicuramente non la Honda, perché si erano lasciati male. Anche in Ducati i rapporti erano stati molto testi, ma c’era un altro management. Adesso la situazione è cambiata per cui non lo escluderei”.