“Mi piace pensare che oggi Marco Simoncelli da ovunque si trovi ha messo le mani sulle moto impazzite di Morbidelli e Zarco dopo l’incidente, l’ha spostata del pelo che è bastato e le ha detto: ‘Oggi no. Oggi tu non fai male a nessuno e soprattutto non fai male a lui, perché lui è il mio amico” – Carlo Pernat fa fatica pure a parlarne di quello che è successo oggi al RedBull Ring, dopo pochi giri di un Gran Premio che ha rischiato di segnare per sempre la storia del motorsport. Scherza sempre, Carlo Pernat, e ha scherzato anche con noi al telefono, oggi, parlando di tutto: da Dovizioso al mercato (stay tuned!). Ma non quando la chiacchierata ha toccato l’analisi di quei tremendi cinque secondi. Quella su Marco Simoncelli non è la prima frase che ha detto, ma è stata quella che c’ha fatto venire i brividi e c’è sembrato giusto, quindi, focalizzarci il titolo e l’attacco. Anche se Pernat ha subito precisato: “Io non ci credo a queste cose. Certo, è suggestivo pensarlo. Semplicemente non doveva succedere e fortunatamente non è successo. Perché se quella moto lì prendeva uno tra Vinales e Valentino questa sera saremmo stati a piangere un morto. Non so a chi dobbiamo dire grazie e se c’è qualcuno a cui dobbiamo dire grazie, ma forse, e probabilmente lo spero pure, un Santo del Motociclismo esiste davvero e, messa così, di sicuro il Sic sta lì a dargli una mano”.
Misticismi, probabilmente, che durano lo spazio di una riflessione, con Carlo Pernat che preferisce parlare di uomini e piloti. Come, ad esempio, Valentino Rossi. “Sono convinto – ha detto – che oggi Vale ha visto tutta la sua vita e la sua carriera in quel brevissimo lasso di tempo. Lo ammiravo prima e lo ammiro ancora di più adesso, perché non so chi altro sarebbe risalito in moto dopo una roba così per una seconda gara. E non so chi altro, dopo essere risalito in moto, sarebbe addirittura riuscito a chiudere al quinto posto. In quei cinque secondi, ne sono certo, Valentino Rossi ha pensato di smettere. Su questo non ho dubbi”. Tanto che il dubbio in Carlo Pernat prende il nome di futuro: “Quando prendi coscienza che ci sei ancora per un pelo e per una incredibile benevolenza della sorte, rischi di rimettere in discussione ogni scelta. Ma Valentino ama troppo la moto per cedere ad una ‘crisi’ che sicuramente avrà”.
Una paura, quella del manager più istrionico del motociclismo, più che una concreta prospettiva: “Vale, pure se fa ridere solo a dirlo, in realtà non è un cuor di leone quando è giù dalla moto. Ma oggi ha dimostrato un coraggio e una capacità di resettare il cervello da fare invidia ad un ventenne. Se rivedrà le immagini sarà attraversato per un attimo dall’idea di dire ‘ho rischiato troppo, non voglio rischiare oltre’, ma poi la passione per il suo mestiere vincerà. Di sicuro una preghiera al Santo del Motociclismo la farà. Valentino è un tipo scherzoso, uno burlesco, uno che ha la capacità di fregarsene di tutto. Ma questa volta, sono sicuro, non gli è bastato il sorriso, ha dovuto metterci anche tanti, tanti, ma veramente tanti maroni”.