"Non avremmo mai voluto vedere un calendario come quello del 2020, viste le circostanze in cui è state realizzato - ci dice Carlo Vanzini, voce della Formula 1 in Italia per Sky Sport - ma considerando come si prospettava la stagione questa primavera, causa coronavirs, il risultato è decisamente sorprendente".
Già perché nonostante la Formula 1 in questo 2020 sia stata costretta a saltare alcune delle sue tappe più storiche, a gareggiare quasi completamente senza spettatori e a ridurre il numero dei Gran Premi, il calendario che è andato definendosi è uno dei più interessanti dell'ultimo decennio di questo sport.
Mugello, Imola, Turchia, il Nurburgring e... Portimao. Proprio questo fine settimana il Circus farà il suo ingresso il 73esimo circuito, con un ritorno in Portogallo che mancava dal 1996. In molti però si sono posti delle domande sull'effettiva sicurezza - o adattabilità - della pista portoghese per monoposto come quelle della F1 attuale. Ne abbiamo quindi parlato con Carlo Vanzini che ci ha detto la sua su questi circuiti vecchia scuola che stanno prepotentemente tornando nel panorama della Formula 1.
"La questione della sicurezza è la stessa sollevata per il Mugello e anche per Imola, dove si correrà la prossima settimana. Sono le stesse domande che ritornano per ogni pista vecchio stampo, anche Suzuka è così, dove se sbagli l’uscita dell’ultima curva sei contro al muro" spiega Vanzini, sottolineando che in caso di poca affidabilità del circuito, evidenziata durante le prove del weekend, sarà la Fia stessa a intervenire, come sempre fatto.
"Comunque non credo sia pericolosa per le Formula 1 - sottolinea il telecronista di Sky Sport - ho visto sia il layout del circuito che i test che la Formula 1 fece lì nel 2008/2009 e posso dire di essere molto incuriosito da quello che faranno i piloti questo weekend".
Già, perché l'approccio a questi circuiti vecchio stile non regala solo un po' di respiro a una stagione di dominio Mercedes, ma ci dà anche la possibilità di vedere quello che Vanzini chiama "il limite del pilota" e il vero distacco tra compagni di squadra: " Se tu fai Paul Ricard con le vie di fuga che ha adesso o la fai con la ghiaia la situazione cambia parecchio. Perché quando c'è la ghiaia non hai possibilità di rientrare, di sopperire all'errore. Quando c'è la ghiaia vige la regola che se sbagli paghi. E questo è molto divertente perché iniziano a delinearsi le differenze tra compagni di squadra, chi stacca prima, chi ci mette quel qualcosa in più".
Un po' come quanto visto al Mugello, pista in cui gli errori dei piloti hanno costellato un Gran Premio fatto di safetycar, ripartenze ma anche tanta azione: "non è vero che al Mugello non ci sono stati sorpassi ma in Formula 1 il sorpasso è una ciliegina sulla torta, ed è qualcosa che va portato a casa. I sorpassi che si fanno perché c’è DRS aperto o rettilinei lunghissimi in cui si prende la scia non sono sorpassi belli secondo me. E piste che vengono etichettate perché è "impossibile superare" a volte si rivelano le più belle in termini di divertimento durante il GP".
E così è stato il Mugello, una gara che - spiega Vanzini - per certi aspetti potrebbe ripresentarsi a Portimao: "Quello della Toscana è stato un Gran Premio un po' pazzo. I piloti si devono settare al fatto che se sbagli sulla ghiaia cambia tutto e la partenza al Mugello ne è stata la prova: se lì avessero avuto una via di fuga in cui poter rientrare non sarebbe successo niente, come per esempio a Sochi, ma in queste piste non funziona così".
Questione di abitudine quindi, a riprendere confidenza (o per molti prenderla per la prima volta) con circuiti e caratteristiche di guida a cui non sono soliti.
"Ma si abitueranno" sancisce Vanzini, un po' consapevole della capacità di adattamento di questi ragazzi e un po' a lanciare il guanto della sfida per piloti che negli ultimi anni non hanno quasi mai provato il brivido di questi cambiamenti.
Cambiamenti a cui si è dovuto abituare tutto il paddock e che riguardano anche il lato tecnico delle monoposto. Conformazioni di piste come quella che vedremo a Portimao - caratterizzata dai saliscendi - e in cui non è presente alcuno storico sulle prestazioni delle Formula 1 (tranne test invernali di oltre 10 anni fa) appesantiscono il lavoro di messa a punto di meccanici e ingegneri che arriveranno alla domenica sul filo del rasoio: "Vedremo tante scintille della Red Bull sul rettilineo, a cercare la giusta distanza della monoposto dall'asfalto, e tantissimo lavoro di tutti sia venerdì che sabato per arrivare alla domenica con la monoposto perfetta".
Più problematica sarà invece Imola, fa notare il giornalista di Sky, che sarà - come Portimao - una pista "nuova" per quasi tutti i piloti (l'unico ad averci già corso è Raikkonen) ma su cui non ci saranno le prove del venerdì, fondamentali per piloti e muretto, e si scenderà in pista solo il sabato.
La conformazione del circuito portoghese rimane uno dei motivi di interesse di questo fine settimana, qualcosa a cui i piloti dovranno abituarsi cercando il limite e non sapendo dove trovarlo - essendo un circuito nuovo per tutti - commetteranno più errori nel tentativo di capirlo: "Ci sono parecchi saliscendi, anche con curva cieca, con pressioni che cambiano in salita e in discesa. Situazioni che abbiamo già visto al Mugello e dislivelli a cui sono abituati, come al Nurburgring per esempio, ma trovare il limite in queste condizioni sarà ancora più complicato per loro e quindi bello da vedere per noi".
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