Alle parole ha sempre preferito i fatti, sarà per questo che ancora oggi il suo nome evoca imprese leggendarie e ricordi che scaldano il cuore, anche se non ha vinto tantissimo, anche se non è stato il più titolato di sempre. Il suo microfono era quella Suzuki bianca con il 34 sul cupolino, è attraverso lei che ha rilasciato le sue dichiarazioni più importanti. Ma Kevin Schwantz - perchè è di lui che stiamo parlando - non è mai stato neanche uno che si tirava indietro per le interviste e non lo è neanche adesso che ha appeso il casco al chioda da un bel po’ di tempo. Tanto che in una recente intervista per il podcast Fast Lane e riportata da diverse testate di settore ha accettato di analizzare la stagione in corso, senza mancare di indicare le sue emozioni e le sue sensazioni personali. Si potrebbero riassumere in tre fasi: quella che ha preceduto l’inizio del mondiale, le primissime gare e, poi, l’adesso.
“Quando si è iniziato a capire che avremmo avuto un mondiale con meno GP e appuntamenti doppi solo in Europa – ha raccontato – ho pensato che i piloti esperti avrebbero potuto trarre vantaggio da questa situazione”. Non fa nomi, ma aggiunge: “Ero convinto che quelli che sono nel mondiale da diverse stagioni avrebbero pagato di meno il fatto di non poter fare test e di poter contare su un lavoro di preparazione ridotto rispetto al solito”. Ma i piloti esperti, come sottolinea lo stesso Kewin Schwant, sono rimasti indietro già da subito. Uno su tutti Marc Marquez, per il noto infortunio che lo ha messo fuori gioco sin dal primissimo appuntamento sul circuito di Jerez. “Per come si erano messe le cose dopo le prime due gare – ha quindi proseguito l’indimenticato campione statunitense – ho pensato, a quel punto, che senza Marc Marquez ad uccidere il campionato sarebbe stato Fabio Quartararo, perché aveva dimostrato una velocità scandalosa. Pensavo che dopo Jerez senza Marc Marquez, Quartararo potesse fare un ottimo lavoro e avrebbe reso noioso il campionato, ma ha fatto il contrario.”. Infatti ora, a quattro Gran Premi dal termine della stagione, il francese sembra non essere riuscito a mantenere la promessa, tra errori e noie con la sua Yamaha M1 che gli hanno fatto perdere addirittura la vetta della classifica. Tanto che adesso davanti a tutti c’è un pilota, Joan Mir, che guida una Suzuki. Un nome, quest’ultimo, che inevitabilmente scalda il cuore di Kevin Schwantz, che conclude: “Credo davvero che Joan Mir, nonostante la giovane età, abbia dimostrato una grande maturità quest'anno. Sento davvero che Mir ce la farà”.
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