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Joan Mir risponde a
Casey Stoner: “Facile parlare
da pensionato seduto sul divano”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

13 ottobre 2020

Joan Mir risponde a Casey Stoner: “Facile parlare da pensionato seduto sul divano”
Il pilota Suzuki, tra i contendenti al titolo 2020 della MotoGP, parla a ruota libera in un’intervista al quotidiano spagnolo Marca. Dal sorpasso perfetto a Valentino alle parole di Stoner, Mir parla anche di Mick Doohan e Kevin Schwantz.

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Joan Mir è recentemente diventato uno dei favoriti al titolo mondiale 2020. Rispetto a Fabio Quartararo ha meno punti, ma anche una moto meno umorale e una sicurezza in sé stesso che ancora manca al francese. D'altronde Mir ha vinto un titolo mondiale solo tre anni fa, nel 2017, quando dominò in Moto3 vincendo 10 gare sulle 18 in calendario. In questi giorni lo spagnolo ha rilasciato un'interessante intervista al quotidiano spagnolo Marca, di cui riportiamo qui i passaggi più interessanti.

Tra i momenti più memorabili della sua carriera in MotoGP c’è sicuramente il sorpasso su Valentino Rossi, quando Joan si prese il terzo gradino del podio infilando il 9 volte iridato nel curvone di Misano all'ultimo giro. Quando gli è stato chiesto chi avrebbe voluto superare il giorno della sua prima vittoria, Mir non ha avuto dubbi: “ Se potessi scegliere, in questo momento che Marc Marquez non c'è, lo vorrei fare a Valentino. Sarebbe un sogno. Ma altrimenti mi basta vincere, sarebbe abbastanza.”
Secondo Casey Stoner questo mondiale è falsato dall'assenza di Marc Marquez. Mir, ovviamente non è d'accordo con l'australiano: “È facile parlare dall'esterno, da pensionati. Quello che non capisco è che, in teoria, Casey è sparito da qui, giusto? Ma sembra che faccia solo commenti di questo tipo. Non capisco. Che dica pure quello che vuole, è la sua opinione. Ma da casa, sul divano, è molto comodo.” poi aggiunge anche che “Questo è già successo allo stesso Marc Marquez e a molti altri piloti che non erano i favoriti per quell'anno, qualcuno si è infortunato e alla fine, a vincere il mondiale è stato qualcuno di inaspettato. Penso che la stessa cosa sia successa a Marquez quando vinse il suo primo titolo, Pedrosa e Lorenzo si sono infortunati . Ma questo significa che questo Mondiale ha meno valore per Marc? niente affatto, sicuramente è quello che ha più valore perché è stato il primo. Non capisco che "siccome Marquez non c'è, il valore è inferiore". La verità è che Marquez ha rischiato molto nella prima gara e si è infortunato. Ma queste sono le gare”.

In molti si chiedono cosa sarebbe successo se Marc quest'anno non si fosse infortunato, ma per Joan il discorso è piuttosto chiaro: "Cosa sarebbe successo se non fosse caduto? Beh, non lo sappiamo, ma la realtà è che nella prima gara è caduto. Cosa sarebbe successo se Joan Mir non fosse stato buttato a terra a Brno? Bene, in questo momento sarebbe leader del mondiale. Possiamo vivere di "quello che è successo"? No. Dobbiamo vivere nel presente, nella situazione reale e sfruttare al massimo l'opportunità che molti piloti hanno per poter lottare per il titolo. Sono consapevole che ci sono piloti con molta più pressione di me, perché io, onestamente, ho sempre pressione, ma non troppa perché ho ancora poca esperienza in MotoGP.”

Tra chi lo vede come il favorito al titolo 2020 c’è il cinque volte iridato Mick Doohan, che si è complimentato in più occasioni con il pilota spagnolo. “Sono orgoglioso che qualcuno come Mick Doohan abbia speso queste parole nei miei confronti. È incredibile, è una leggenda, un idolo. Significa che stiamo facendo un buon lavoro. Sono davvero contento di sentire questo da un campione come lui ".

Mir parla anche del suo rapporto con i fan e con il pubblico in generale facendo una distinzione importante tra l'essere gentile e dire ciò che si pensa senza tanti problemi: “Penso di essere una persona abbastanza semplice, abbastanza normale. Certo, se cerchi di essere una persona semplice e normale e provi ad essere gentile e simpatico, ti accorgi che la gente sta dalla tua parte anche se non vinci. Se vengono fuori i risultati e riesci a non cambiare è meglio, ma ci sono tante persone che si montano la testa e cambiano carattere. Non è difficile per me parlare di alcune cose perché sono abbastanza naturale, dico quello che penso. Se mai un giorno dovessi dire qualcosa di più forte, lo dirò sicuramente perché è quello che penso.”

Con poche gare rimaste ed una classifica che sembra volersi lentamente delineare è impossibile non pensare ad eventuali ordini di scuderia: “In questo momento, no, ognuno corre per sé stesso. Se uno dei due è molto più avanti dell'altro in campionato, uno non ha possibilità o le sue possibilità sono nulle, e l'altro sta lottando per il Mondiale con lo stesso Team, gli ordini di scuderia dovrebbero esserci per aiutare il pilota che è davanti in quel momento a vincere il mondiale. È un'opportunità. Da quando non vediamo un pilota Suzuki in lotta per il titolo? Per molto tempo, e questa è un'opportunità che va colta".

L'ultima battuta è per Kevin Schwantz, non solo un fuoriclasse amato alla follia dagli appassionati di motociclismo, ma anche l'ultimo pilota Suzuki a vincere un mondiale: “Di solito Kevin viene qui, ma ora, con il coronavirus, non può. Quando veniva riuscivamo a fare qualche chiacchiera insieme, ascoltarlo sempre è fantastico. Da un po’ di tempo non mi scrive, ma per me non è un problema. Ogni tanto mette “mi piace” ai miei post sui social, mi fa piacere. Sono convinto che Kevin voglia vedere la Suzuki vincere ancora”.

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